Lo so.
Il calcio a porte chiuse fa schifo.
Il calcio siamo noi attorno al campo, che urliamo, cantiamo e ci abbracciamo.
Il calcio, soprattutto per chi lo vive come me, è aggregazione, amicizia, emozioni da vivere dal vivo.
Assistere freddamente alla tv, fa schifo già di per sé, figuriamoci con gli spalti vuoti, con i microfoni che ti restituiscono solo l’eco delle voci dei giocatori e degli addetti ai lavori.
Il calcio diventa artefatto, quasi fosse una finzione teatrale mal riuscita.
Ma si doveva ripartire.
Non per loro, non per le tv.
Ma per NOI.
La situazione sanitaria, soprattutto per chi scrive, in bilico tra aree gialle e rosse, è seria.
E allora, le ore in cui vedrò il calcio in tv, potranno solo farmi bene.
Potranno distrarmi dalle maratone televisive, che sembrano volerci far cadere nella psicosi e paura.
Non potremo respirare dal vivo la nostra Atalanta, e ne soffriremo maledettamente.
Ma qui siamo tenaci.
Sarà ancor più bello tornare allo stadio, all’Atalanta, come diciamo noi bergamaschi.
E presto ci ritroveremo.
Il cuore, mentre ci avvicineremo al “Brumana”, batterà all’impazzata.
E ci abbracceremo forte, ancor più forte.
Stringeremo mani, tutte le mani amiche che incontreremo sulla via.
E tutto sarà scintillante, tutto avrà un sapore nuovo e più intenso.
E ci godremo ancor più ogni momento.

L’attesa del piacere è essa stessa un piacere.
(Gotthold Ephraim Lessing)

In spagnolo aspettare si dice “esperar” , perché in fondo aspettare è anche sperare.
(Anonimo)

Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d’attesa.
(Jules Renard)

Non stancarti mai di aspettare, perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani.
(Romano Battaglia)

Stefano Pagno Pagnoncelli