Fabrizio Carcano

Un anno da titolare, un anno da para tutto. Un anno di vittorie. Pierluigi Gollini esattamente 365 giorni fa svoltava la sua carriera. A Firenze, nella gara di andata della semifinale di Coppa Italia, era il 27 febbraio, Gollini si accomodava in panchina, senza immaginare probabilmente he sarebbe stato per l’ultima volta. Quattro giorni dopo, il 3 marzo, sempre con la Fiorentina, ma in casa a Bergamo, la svolta: Gollo parte titolare, para tutto e non esce più scalzando definitivamente Etrit Berisha che nei due anni precedenti lo aveva quasi sempre relegato a riserva.

Da quella domenica l’Atalanta non perderà più una partita (tranne la finale di Coppa Italia) volando in Champions con lo storico terzo posto. Da quella prima domenica di marzo di un anno fa Gollini ha giocato praticamente sempre, concedendo nel turn over appena due gettoni alla sua riserva, Marco Sportiello, peraltro portiere esperto e quotato, utilizzato a settembre a Sassuolo ed un mese fa contro la il Parma e la Spal in tre classiche gare da turn over. Sempre in campo Gollini, sempre tra i migliori.

Difficile ricordare un’insufficienza in pagella in questo anno praticamente perfetto per il talento sbloccato nel vivaio Spal ma cresciuto in quello della Fiorentina prima di spiccare il volo altrove e approdare nel gennaio 2017 a Bergamo.

Un acquisto lungimirante quello di Gollini, allora non ancora 22enne, che Gasperini ha fatto crescere senza pressione, rispettando inizialmente le gerarchie: un anno e mezzo dietro a Berisha, con qualche presenza nel turn over.

Dall’estate 2018 il testa a testa con Gollini che gioca da titolare i preliminari di Europa League e fino alla nona di campionato, con qualche alto e basso a 23 anni.

Quattro mesi fuori per l’ultimo processo di maturazione poi quella domenica 3 marzo da numero uno senza mai tornare in panchina, costringendo Berisha ad andarsene alla Spal.

L’Atalanta che nel 2018 lo ha riscattato dai Villans per appena 5 milioni, e lo ha blindato contrattualmente fino al 2023, si frega le mani: nel presente il numero 95 è una sicurezza tra i pali, in ottica futura è un’altra plusvalenza garantita. Oggi vale già intorno ai 25 milioni, ma le sue prestazioni, anche in Champions, stanno aumentando la sua quotazione.

E intanto Mancini lo ha fatto debuttare in Nazionale e quasi certamente lo convocherà agli Europei.L’ennesima scommessa vinta dai Percassi che lo hanno voluto e da Gasperini che ha creduto in lui.