Fabrizio Carcano

Il sorriso del condottiero è per l’impresa.
Le prime parole sono per la città di Bergamo che lo ha adottato e insignito della cittadinanza onoraria.
Gian Pier Gasperini dedica il successo di Kharkiv “a Bergamo, a tutta la città che ci ha sempre seguito, dai tifosi alla dirigenza. C’è un legame forte con Bergamo, i nostri tifosi ci danno sempre una spinta che per noi è un grande aiuto”.
Parole che escono da cuore quelle del tecnico che in tre anni e mezzo ha trasformato la Dea da provinciale in lotta per la salvezza a realtà consolidata nell’Europa delle grandi portando
Bergamo tra le capitali del calcio che conta.
“Vincere in questo modo rimane, davvero. Questa vittoria è qualcosa che resta. Le assenze? Pesano indubbiamente Toloi, Zapata e Ilicic sono fondamentali. Praticamente ci mancava l’attacco, però abbiamo questa consapevolezza della nostra struttura di gioco, una qualità di gioco a prescindere. Le interpretazioni individuali sono molto importanti, ma ormai abbiamo un gruppo affidabile e sappiamo trovare altre soluzioni”.

“E’ stato un grande risultato, siamo contenti per tutta Bergamo e per il calcio italiano. Abbiamo conquistato credibilità in campo internazionale e l’abbiamo fatto vincendo contro una squadra forte, in un girone equilibrato. La svolta? Al giro di boa del girone di andata ci credevamo perché c’era stato il pareggio con il Manchester e il secondo pari a Zagabria tra Dinamo e Shakthar. Li ci abbiamo creduto. Quel segnale del 3-3 a Zagabria è stato un segnale del destino, abbiamo capito che era possibile, che con due vittorie eravamo qualificati. C’era l’opportunità di rimanere in corsa. Poi è stato molto importante il risultato del City che ha vinto a Zagabria. Sentivamo l’impresa, sentivamo questa possibilità. Quando ti capitano queste possibilità devi coglierle. L’abbiamo fatto qui in Ucraina, soffrendo anche. Perché loro sono cresciuti nel primo tempo, sono stati pericolosi.”