Caro Vinicio, diversamente da mamma, che ti scrive su carta, io ti mando il mio messaggio per i tuoi tredici anni qui, nella speranza che non si perda in un cassetto di casa e pure che serva a riempire il cuore anche a qualcun altro, e non è che abbia molto da dirti, succede solo con chi mi piace tanto, insomma con chi amo, mi accorgo che di parole ne servono davvero poche.
Capita da tempo che ti adoro. Mi piace che sei complice, simpatico, allegro e all’occorrenza polemico, quando tra il salotto e la cucina serve un po’ di casino per rompere il silenzio. Mi rende pieno di orgoglio che sei bello, grande e forte in ogni tuo muscolo. E poi c’è la tua voce, il modo che ne fai, e anche come ti muovi nel mondo che ti fa sempre apparire presente e distante, tu tuo, ma anche mio, di tutti gli altri, proprio come il sole.
Che dire d’altro di noi che tu non sappia già? Che ogni giorno ti vedo sbocciare e sei un meraviglioso fiore di campo e a me pare strano perché ti ho visto appena nato, brutto, fragile e pistolino, e poi c’è che in ogni cosa che fai mi rivedo in te, ma in nessuna ti vedo somigliarmi, e pure questo, che sento tanto incredibile, è un’altra cosa che più normale non si può.
Normale come sono io, come non lo sarai mai tu, stupendo perché diverso da tutti, uno dei due capolavori di me e tua mamma. Sappilo, sei il meglio possibile dei figli, il massimo che ho immaginato quando ancora non c’eri, ma di questo non sentirne il peso, se fallirai, e vedrai che capiterà, devi sapere che nella nostra famiglia non è mai stato importante. Sapessi io quante cazzate, gli errori di tua mamma, della nonna, del nonno. E sbagliare è sempre stato qualcosa di piacevole perché fa sentire addosso l’amore che c’è intorno.
Va beh, intanto ascoltati “Vinicio”, che era tanto tempo fa quando ancora scrivevo canzoni ed ero già ero innamorato di te. È su youtube e su spotify, è un bel pezzo, soprattutto la musica che parla un sacco di te.
Ps – E ora andiamo a Orio a scegliere il tuo regalo, che non è questa lettera scritta di fretta mentre ti aspetto in redazione. Le parole saranno il dono che mi farai tu un giorno lontano lontano quando tu sarai un uomo e io un vecchino… Ma tranquillo, c’è tempo…
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