Le parole del capitano atalantino Papu Gomez nella conferenza che precede la grande sfida di domani sera in quel di Zagabria.
“Per noi è un’emozione giocare questa competizione per la prima volta. Per l’Atalanta e per la città di Bergamo partecipare a questa competizione ha un significato straordinario. Cercheremo di portare il nostro gioco e la nostra ideologia calcistica come abbiamo sempre fatto. Credo che questo girone sia per me una sorta di prova del destino. Ho giocato in Ucraina nel Metalist prima di arrivare a Bergamo e tornare a giocare la Champions League proprio in Ucraina avrà per me un significato particolare e sarà molto emozionante, come spiegavo questa mattina a mia moglie Linda. A volte parlo con i miei compagni di squadra, specialmente quelli che sono arrivati recentemente e non hanno vissuto come altri componenti del team le lotte per la salvezza degli anni passati. Da quando è arrivato mister Gasperini è cambiata la mentalità di tutto il gruppo. La società ha sempre lavorato bene, ma colui che ha determinato il cambiamento è stato Gasperini. Dal quarto posto di tre anni fa ad oggi la crescita dell’Atalanta è stata incredibile e non vogliamo certo fermarci qui. Differenze tra l’esordio in Europa League contro l’Everton e la sfida di domani in Champions League contro la Dinamo Zagabria? Non ne vedo. La gente ci ha fatto capire quanto fossero importanti entrambe le partite e noi ci siamo comportati e ci comporteremo di conseguenza. La Dinamo è una compagine forte che non ha nulla da invidiare all’Everton. La mia posizione in campo è sempre diversa? Il mister conosce le mie caratteristiche ed è lui a decidere dove è meglio che io giochi. Certamente ci sono alcune posizioni che mi esaltano, ma il mio gioco serve alla squadra per fare bene. Sappiamo quanto la Champions League sia una manifestazione di alto livello e di come il Manchester City sia avvantaggiato rispetto alle altre squadre del girone. Ma noi siamo qui per giocare e sono molto curioso di vedere come reagirà la squadra quando li affronteremo.
Mattia Maraglio