La regina del vivaio dell’Atalanta ai nastri di partenza si presenta a settembre, ma non certo per gli esami di riparazione. Il professore per condurre la classe alla maturità è sempre lo stesso da tre rivoluzioni terrestri, Massimo Brambilla. Sei fuoriquota (i 2000), tra cui l’asso Ebrima Colley, due gol al Toro e il matchball all’Inter per lo scudetto Primavera al “Tardini”, magari richiesto anche al piano di sopra ma rimasto un gradino sotto per maturare. E quattro punti fermi, quattro cardini intorno ai quali costruire un’Under 19 di casa di nuovo vincente dopo l’annata chiusa con quel Tricolore conquistato a giugno a Parma che ora fa bella mostra di sé sulle maglie.
Lo stesso gambiano, un erede di Musa Barrow più duttile. Caleb Okoli, il muro di Vicenza neo italiano, già azzurrato come un nutrito manipolo di compagni, com’è nella tradizione di un settore giovanile Amad Diallo Traore, l’ala mancina del 2002 divisa ancora a metà nella scorsa stagione con l’Under 17; last but not least, il terminale offensivo Roberto Piccoli, il diciottenne di Sorisole che si porta in dote le due presenze in prima squadra contro Empoli e Udinese insieme alla bella fetta di leadership tra i Brambilla-boys già l’anno scorso.
Il centravanti che studia da futuro Duvan Zapata e per scelta della dirigenza di Zingonia resta qui, quasi a fare da chioccia a un gruppo che nel precampionato, senza scendere nei dettagli di avversari, gioco e gol, sta procedendo nel compito essenziale di assorbire gli ex Under 17 nel mix coi veterani al secondo anno e con gli ex Berretti. Guarda caso, l’unico vero innesto facenti funzioni è la riserva di Piccoli, il camerunense Jonathan Ngock Italeng, che fisicamente assomiglia abbastanza all’originale senza averne pareggiato per ora la completezza tecnica. Non a caso sono stati il numero 9 bergamaschissimo e il funambolo ivoriano a risolvere la questione della vittoria, sabato scorso, al cospetto della Cremonese dell’ex Stefano Lucchini.
Il primo acciuffando il secondo vantaggio nel finale poi rifinito da Manu Gyabuaa, anche lui un 2001 all’annata number two nella categoria come Roberto i bomber; il secondo da apripista e movimentatore principe di un reparto offensivo che ha un finalizzatore e il suo citato backup. I test, però, lasciano il tempo che trovano. Il campionato vale l’attesa fino al 14 settembre, quando si comincia in casa della Sampdoria, a Bogliasco. Il 17 o il 18, contro chi lo sapremo il 29 agosto coi sorteggi monegaschi praticamente in simultanea con la prima squadra di Gian Piero Gasperini, start alla Youth League, la Champions riservata ai giovani da lanciare nel professionismo. Ancora da decidere la data della Supercoppa Italiana contro la Fiorentina, con l’unica certezza che sarà tra le mura amiche.
Da quel che s’è visto finora, la formazione ha già modulo e titolari più o meno fissi. Si parte col tridente. Ruolo per ruolo, ecco l’intoccabile e la sua riserva. In porta Khadim Ndiaye (2000) e Ludovico Gelmi (’01) partono col primo in leggero vantaggio, ma uno dei fuoriquota a turno non potrà giocare. Nella linea arretrata a quattro, da destra a sinistra, ecco Federico Bergonzi (’01; alle sue spalle l’ex ala Davide Ghislandi, coetaneo), David Heidenreich (’00; Nicolò Milani, ’01), Rodrigo Guth (’00; Giorgio Cittadini, ’02) e Giorgio Brogni (’01 secondo anno; Matteo Ruggeri, ’02). In mezzo Emmanuel Gyabuaa (’01 secondo anno; Simone Panada, ’02), Jacopo Da Riva (’00; Sebastiano Finardi, ’01) ed Ebrima Colley (Alessandro Cortinovis, ’01 secondo anno, trequartista centrale in caso di 4-2-3-1: Alassane Sidibe, ’02, capocannoniere con 13 dell’Under 17 nell’annata scorsa) quando non sarà schierato in attacco.
Davanti, appunto, il ragazzo di Banjul può giocare nei tre spot al posto di Amad Traore (’02; Davide Ghislandi, ’01), Roberto Piccoli (’01; Jonathan Italeng, ’01) e Nicolò Cambiaghi (’00; Olaf Kobacki, ’01, infortunato; Lukas Vorlicky, dell’Under 17, idem, ’02). Il ricambio, tra ex Berretti (c’è anche l’offensivo Samuele Signori, ’01) ed ex Under 17, si aggiunge alla continuità garantita dal nocciolo duro del titolo nazionale, il cui nome di spicco in meno è quello di Dejan Kulusevski. Ma per puntare alle vette su più fronti, con lo scenario internazionale a fare da affascinante cornice promettendo il sogno delle Final Four di Nyon tra 17 e 20 aprile prossimi, l’esperienza vuole la sua parte.