Presidente, le motivazioni portate dalla società da lei rappresentata, secondo le quali alcune tariffe ridotte siano state eliminate a causa di inutilizzo diffuso, non mi convincono. E, anzi, mi provocano forte prurito. Inoltre, sappia che un occasionale non lo potrà mai misurare dalla capacità economica. Perché questa campagna abbonamenti, di fatto, punisce la parte debole della società: BAMBINI, DONNE ed ANZIANI. E sia chiaro, la DONNA non è una parte debole della società, ma a mio avviso va tutelata ed agevolata, perché se viene una donna allo stadio, viene tutta la famiglia. E comunque questa campagna non punisce gli occasionali, di cui potreste facilmente avere il nome e cognome. Spezza le gambe esattamente alle categorie che erano esplose, sempre più, in presenza allo stadio grazie proprio alla sua lungimiranza. I miei occhi brillavano vedendo famiglie intere allo stadio, con nonni al seguito, che ahimè ora, in larga parte, saranno costrette all’abbandono. Non perché occasionali, ma perché davvero impossibilitati economicamente. Ho il cellulare pieno di messaggi di persone arrabbiate, che man mano passano le ore cadono nello sconforto. Uno sconforto amplificato dal momento storico altissimo, di cui tutti si sentivano parte. I bambini, le donne e gli anziani coloravano lo stadio di una passione sana, che ci completava come tifoseria ed elevava. Il mio appello a lei, Presidente Percassi, non è per me. Dopo 35 anni di abbonamento ininterrotto, mi ritrovo in Champions, ed è giusto che io paghi un po’ di più. Presidente, metta una pezza prima di sabato. Presidente, non rinunci al colore e al calore di una mamma che bacia il proprio bimbo sugli spalti, lasciando il rossetto sulla guancia. Presidente, non rinunci al gruppo di pensionati che arrivano in pullman assieme, dopo una gara a carte alla Bocciofila del paesello. Presidente, non rinunci alle famiglie. Fanno solo bene. Mi creda.

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