Ieri al Matteo Legler di Ponte San Pietro, esattamente al 27’ della ripresa, i Blues di mister Giacomo Curioni hanno dato un esempio bellissimo di cosa significhi puntare davvero sui propri giovani. Con l’ingresso di Fabrizio Valois, la classe duemila era l’annata più rappresentata sul rettangolo di gioco dei padroni di casa, in campo, oltre a lui, Alex Frana, Riccardo Cerini e Riccardo Villa. Ok, ok, i nostri lettori potrebbero dire che quattro millenials non fanno una primavera calcistica. Invece è quello che accade in casa Pontisola dove, oltre ai super baby, sono titolarissimi o primi rincalzi Andrea Ientile, classe 1995, Davide Ghidini, 1998, Paolo Mosca, 1999, Davide Sangalli, 1997, Giorgio Vitali, 1999, e, soprattutto, Andrea Capelli, 1999, una delizia del pallone per palatini fini.
Se escludiamo i quattro campioni che formano la spina dorsale, ossia Mirko Pennesi, portierone classe 1989, anche ieri col Ciserano decisivo almeno in tre occasioni, e i tre da cui passano più o meno tutti i palloni, Andrea Ruggeri, 1989, capitano di mille battaglie, quell’eterno geniaccio brasiliano che risponde al nome di Adriano Ferreira Pinto, 1979, e Re Giorgio Recino, 1986, capocannoniere del girone B di Serie D, un’iradiddio per qualsiasi centrale difensivo, la squadra di Ponte San Pietro pensiamo sia tra le più giovani non solo nella Bergamasca, ma in tutta Italia.
E non è solo il numero di baby in campo, è pure in quali posti mister Curioni li fa giocare, insomma con quali responsabilità. Nel derbissimo di metà settimana impressionante e fondamentale la prova di Andrea Ientile, difensore centrale dai piedi buoni, grinta da vendere, senso della posizione, uno che vede pure la porta se c’è bisogno di chiudere una gara sofferta, a riprova il bellissimo gol segnato di testa a un incolpevole Andrea Chiovenda.
Capitolo a parte Andrea Capelli, il migliore in campo, ragazzotto tornato a casa dopo l’ottima stagione nelle giovanili dello Spezia. Diciannove anni e nessuna paura, Capelli abbina la sicurezza dei predestinati al dinamismo straripante e strafottente che hanno solo i giovanissimi. Oltre a questo, la classe e la fantasia della giocata, provata mille volte in allenamento, riproposta pur in una partita complicatissima come è stato il derbissimo di ieri. C’è stato un momento, nel primo tempo, col Pontisola in difficoltà, in cui il fantasista, che ricorda l’ultimo Pellegrini della Roma, era l’unico a mettere in scacco la retroguardia del Ciserano, partendo palla al piede dalla sua metà campo per servire Recino appostato a centro area. E non è un caso che il vantaggio Blues sia arrivato proprio grazie a una di queste incredibili accelerazioni, con i difensori rossoblù obbligati a stendere la freccia blues per l’inevitabile calcio di rigore. Colpisce Capelli anche perché è un calciatore straordinariamente moderno, difficile da definire, un po’ mediano, un po’ ala sinistra, un po’ trequartista, un po’ seconda punta e un po’ attaccante, a seconda del momento, un giocatore super offensivo in fase di possesso, un mastino quando gli avversari hanno il pallino del gioco e c’è da tormentarli a centrocampo. Bello, anzi bellissimo, l’impressione ieri dalla tribuna è stata quella di assistere a un fiore che sboccia, passando pure da qualche errore, un paio di giocate di altissima qualità, alla velocità della luce, eccessive, ma da applausi.
Ce ne siamo accorti noi, se ne è accorto il presidente Marziale Bonasio, a cui a fine gara abbiamo chiesto il segreto della vittoria contro il Ciserano. “I nostri giovani”: ha risposto senza il minimo dubbio con un pizzico di orgoglio che si può permettere solo chi ha in prima squadra una cucciolata di baby d’oro.
Matteo Bonfanti
Foto Alex