COPENAGHEN
– Maledetti rigori, Gomez e Cornelius falliscono dal dischetto e lasciano al Copenaghen una qualificazione sudata e anche fortunata. Ma i danesi non hanno rubato nulla, hanno lottato e hanno tenuto senza mai creare problemi a Gollini mentre l’Atalanta ha giocato con forza, impegno determinazione, magari non brillante come al solito ma ha dalla sua le due palle gol sciupate da Pasalic, un palo di Gomez, occasioni che non sono bastate per continuare a sognare l’Europa. Centoventisei minuti di gioco a Copenaghen, novantasei a Reggio Emilia, tante occasioni da gol, sia in Danimarca che a Reggio Emilia ma non c’è stato nulla da fare. Certo, il risveglio è brusco e anche lancinante, un dolore immenso. Sosteneva Pasolini che la vera vittoria fa battere i cuori, ecco l’Atalanta torna a casa senza vittoria ma ha fatto fremere di passioni tutto il popolo atalantino perché i nerazzurri ci hanno provato in tutti i modi. Ma è opportuno ricordare che il Copenaghen, seppur fortunato, è una formazione di stampo europeo, di buon livello che può competere ad alti livello. Se un extraterreste che plana sul nostro pianeta e si appassiona al gioco più popolare del mondo non può fare a meno di assistere ad una partita dell’Atalanta per il suo bel gioco. Come è successo al Parken di Copenaghen. Purtroppo è mancata l’essenza del gioco del calcio: il gol. Ed è una punizione ancor più maledetta perché, fino ad oggi, se c’è una squadra che ha segnato gol a grappoli, neanche fosse una vendemmiata prolifica, è stata propria l’Atalanta. Peccato che le reti non siano state gonfiate nelle due partite decisive per il futuro di questa stagione. La partita ha avuto un andamento altalenate, quasi da montagne russe. Prima è partito a gran ritmo il Copenaghen ed ha costruito con Fischer la sua unica palla gol, le difficoltà erano evidenti causa il gran ritmo dei danesi. Poi i nerazzurri hanno preso le misure ed hanno creato due palle gol pulite pulite ma Pasalic prima ha calciato addosso a Joronen, poi in contropiede a tu per tu col portiere finlandese non è riuscito a superarlo nell’attimo decisivo. Nella ripresa Gasperini ha operato subito due cambi: Barrow e Cornelius per Zapata e Pasalic . Non c’è stato nulla da fare. Poi il palo di Gomez è stato il sigillo di una partita stregata, quasi un sudario malefico avvolgesse tutta la nostra squadra. Qualche spunto del Copenaghen spinto dai suoi fans ma Gollini ha sbrigato solo ordinaria amministrazione. Qualche errore per stanchezza e confusione di idee da una parte e dall’altra. Supplementari col brivido causa gli spunti di Fischer, un gran tiro di Barrow uscito di poco, due sgroppate del Papu e la fine di una partita stregata. Si sa i calci di rigore possono sublimare di gloria oppure creare ansie infinite. De Roon, Ali Adnan, sì proprio lui, e Masiello impeccabili, Gomez ormai in crisi esistenziale nel battere un penalty e Cornelius troppo blando invece determinati per il pollice giù. La vita continua.
GIACOMO MAYER