di Matteo Bonfanti
Alla scuola calcio di Sersao è il momento di Chiari, il fratello bello del compianto Walter, star del cinema degli anni Sessanta e Settanta. E’ lui, l’ex stella di prima grandezza del calcio Uisp Over Quaranta, a trascinare con la sua immensa classe e con i suoi gol da fenomeno una truppa rimasta orfana della sua parte migliore: le donne in rosa. Dov’erano martedì Monica, Alice, Marisa e Laura? Perché non erano presenti all’allenamento come sempre brillantemente condotto dal bello e spietato Gas Garlini? C’è chi le sta ancora aspettando al campo di Longuelo, per dargli un fiore e dirgli una parolina gentile, che ne so, un “vi voglio tanto bene”, magari abbreviato (vvtb<3), come si usa spesso e volentieri tra i giocatori del Berghem Soccer Team.
Aurelio Bertochinho (che ricordiamo è un famoso attore di soap opera sudamericane) e Hans Won Gabbiaden (il tenerone della compagnia), ad esempio, si scambiano messaggini di continuo. Grazie ai nostri potenti mezzi redazionali siamo riusciti a intercettare la loro ultima conversazione e la pubblichiamo in anteprima per darvi l’idea del clima di pace, amore, fratellanza, libertà, legalità e fantasia che si respira all’interno della squadra più antica di Bergamo (fondata da Romulo Sersao nel 1905, ndr).
Eccone una piccola parte
Aurelio: “Ciao G, tvb, ma tanto tanto, tipo un camion della Lasonil con dentro mille tubetti di crema al gusto di nocciola e cioccolato”.
Gabbiaden: “Ciao dolce, io di più: <3”.
Aurelio: “Ma tu più a me o a Sersao?”.
Gabbiaden: “Più a te che a tutto il mondo, <3, <3, <3. E tu?”.
Aurelio: “Io più a te che all’intero sistema solare…”.
Gabbiaden: “Tvtb tantissimissimo. E io ti lovvo anche perché sei il mio amico del <3. Comunque tvtb più che a Van Bonfanten, a Evro’o e a Zio Ferdinand messi insieme e anche alle loro famiglie”.
Aurelio: “Sei grazioso: <3”.
Gabbiaden: “Anche tu”.
Aurelio: “Tvtb al quadrato”.
Gabbiaden: “Tvtb al cubo”.
Aurelio: “Tvtb al quadrato, al cubo, al triangolo, al trapezio, all’esagono e all’ottusangolo”.
Gabbiaden: “Tvtb al quadrato, al cubo, al triangolo, al trapezio, all’esagono, all’ottusangolo, al cerchio, all’ovale, alla radice quadrata”.
(I due vanno avanti così per un paio d’ore passando in rassegna ogni forma geometrica del creato…)
Carinerie. Che capitano in ogni squadra che si rispetti e che, ultimamente, hanno coinvolto anche il presidente Sersao che si è visto recapitare al Palazzaccio di Spirano settecento rose rosse da un ammiratore segreto. La notizia ha fatto subito il giro della provincia orobica e i sospetti sono immediatamente caduti su Van Bonfanten. A inguaiarlo il suo passato: a quattordici anni ha dato un bacio sulla bocca al suo amico del cuore di allora, Fabri, per provare l’effetto sulla pelle. Il centrocampista olandese non ha mai rivelato se l’effusione gli abbia provocato del piacere (i brividini sull’intero corpo, ma soprattutto alle spalle e un po’ al collo). Da quanto si dice, comunque, schifo non gli ha fatto.
Ma se invece il maestoso regalo non fosse di Van Bonfanten? Il giallo ci sta tutto perché dall’ingresso in rosa delle Onis Angels circolano una serie di pizzini. E su quei bigliettini spesso compare la classifica (costantemente aggiornata) dei più bellini della Scuola Calcio Over 40.
Anche qui i reperti che abbiamo in mano sono clamorosi. E stanno creando non pochi grattacapi al direttore generale Samuel Evro’o che martedì si è visto costretto a fermare l’allenamento. In mezzo al campo un foglio A4 lasciato da un piccione viaggiatore. Tra le righe qualcosa d’inequivocabile: “Il più carino di tutti è Sersao, secondo Gabbiaden, terzo Walter Chiari II, quarto Evro’o, quinto l’avvocato (che ha un bel fisico). Ps – A me Bertocchi non mi piace”.
Immaginatevi la tensione quando i calciatori hanno letto quelle inequivocabili parole. Fuori dalla top five, il bell’Aurelio si è messo a piangere lacrime amare. A rincuorarlo ci ha pensato Van Bonfanten che gli ha spiegato che “la bellezza non conta, ma è importante quello che hai dentro di te”. Poi altre frasi di rito da parte un po’ di tutti, ve ne riportiamo un paio, le più significative: quella di Robiriva (“non mollare, Aurelione”) e quella del Melocchen (“tu sei la stellina che brilla di più nel firmamento del pallone”).
Per superare l’impasse, i calciatori hanno fatto un cerchio, poi hanno messo in mezzo Aurelio, abbracciandolo tutti insieme. Lui ha smesso di piangere ed è ricominciata la partitella. Walter Chiari II ha dato spettacolo, firmando cinque dei sette gol con cui la squadra di Sersao ha battuto quella capitanata da Gas Garlini e da un Gabbiaden straordinario e autore, tra l’altro, di un gol di tacco in grado di scatenare l’entusiasmo del folto pubblico presente al campo di Longuelo.