di Gianni Cefis*
Non fossimo incappati nelle due sconfitte di misura, l’1-0 contro il Rezzato e il 3-2 col Darfo, oggi saremmo stati a giocarci il salto in Serie D, a due punti dalla vetta. Invece è andata diversamente: un po’ è stata la sfortuna, un po’ la mancanza di cattiveria. Sono comunque soddisfatto del mio Brusaporto. Da quando sono arrivato abbiamo fatto una lunga rincorsa che ci ha portato nelle zone nobili della classifica. Anche se è quasi impossibile, dobbiamo continuare a crederci, pensando alla prossima stagione: ho una rosa di assoluto valore, con ragazzi che stanno crescendo.
Parlo, ad esempio, di Guerini, di Tommasi e di Patelli, tre giovani che mi hanno molto impressionato, di grande valore. Forse sono ancora troppo ragazzi, il mio compito è farli diventare più cattivi. Detto questo, penso abbiano incredibili margini di miglioramento.
Quanto alla società devo dire che mi sto trovando benissimo. Sono arrivato in corsa e mi hanno aiutato tantissimo a inserirmi subito nel pianeta Brusaporto, un grande club bergamasco. Il mio arrivo ha dato una scossa. Serve cambiare il mister? In questo caso sì, lo dicono i nostri risultati. Credo di avere portato più elasticità, disegnando il modulo della squadra a seconda dei giocatori e della partita, senza dogmi e puntando sull’attacco, il nostro reparto chiave.
Mi permetto di fare una parentesi sul mio lavoro. Il tecnico incide, gli esempi sono Ancelotti e Guardiola, i miei due riferimenti, mister che hanno vinto su ogni panchina dove sono andati. Come hanno fatto? Dando motivazioni fortissime a giocatori bravissimi e capricciosi e non è mai facile vincere, neppure quando si hanno in rosa dei veri e propri fuoriclasse. Io mi documento, studio, leggo molto riguardo al tipo di lavoro che fanno. Il segreto di Ancelotti penso sia la bravura a cambiare, al Milan faceva giocare i suoi con l’albero di Natale, è arrivato al Chelsea ed ha cambiato schema di gioco, al Real Madrid metteva in campo la sua formazione con tantissimi calciatori offensivi, Benzema, Cristiano Ronaldo, Rodriguez, Modric, tutti insieme dal 1′. Guardiola, come Sacchi anni fa, è straordinario perché impone il suo credo, ammattendo gli avversari col possesso palla. Stimo anche Allegri e credo che sia tra i pochi allenatori del nostro campionato a non giocare all’italiana, chiusi e in contropiede, qualcosa di sorpassato e che ci rende piccoli nei confronti del resto d’Europa.
Chiudo le mie riflessioni sul Girone C di Eccellenza dando le mie favorite nel rush finale per il salto in Serie D. Dico Darfo, come dopo il 4-1 che gli abbiamo rifilato. Nonostante il ko, avevo visto una squadra forte e pimpante, in grado di giocarsela fino in fondo. Il Darfo lotterà col Rezzato, altro squadrone, mentre penso che l’Orceana abbia un po’ perso il treno. Tra le compagini bergamasche merita grandi applausi l’Uso Calcio, che ha giocatori molto forti e che subisce pochissimo.
Il sogno di mercato? Non ho dubbi a dire che nel mio Brusaporto mi piacerebbe avere Maccabiti del Rezzato, il più forte giocatore dell’intero girone, un mancino tecnico e con un bel fisico, impiegato a destra: salta l’uomo e fa gol. Avercene.
*mister del Brusaporto, uno dei migliori tecnici