Zanica
– «Sono soddisfatto di essere approdato in una società importante e seria. Se sono qui, è perché c’era qualche problema. E il trend negativo va raddrizzato il prima possibile». Sceglie l’ovvio e un quid di determinazione di fondo, Marco Sesia, nel presentarsi ai mass media bergamaschi nella sala stampa del suo nuovo datore di lavoro. Un ambiente familiare per i cronisti. Prima di lui, sullo stesso sedile, fino a domenica scorsa sono passati in sei nell’arco di tre soli anni solari: Pala (2012/13), Madonna e Gustinetti (2013/14), Pala-bis-Bonazzi-Mangone (2014/15) e infine David Sassarini, licenziato in tronco dalla doppietta in maglia Giana di Sasà Bruno. L’ex tecnico del Barletta, al lavoro da lunedì al quartier generale nella quiete tempestosa delle campagne tra Zanica e Comun Nuovo dopo il defenestramento del guru ripudiato in libera uscita dal Seregno, è il settimo cuoco provetto a finire sul girarrosto di una panchina scomoda come poche altre. Obiettivo primario, evitare la puzza di bruciato di un’annata fin qui da 7 punti in 11 partite e dal penultimo posto che scotta parecchio le terga. Ma la ricetta ancora non c’è, tanto meno la bacchetta magica: «Non sono legato a una schema tattico in particolare, l’essenziale è ritrovare la compattezza in campo e poi schierare la squadra secondo necessità e caratteristiche tecniche – prosegue il quarantacinquenne tecnico torinese -. Oggi per risalire la china siamo legati più che mai ai risultati: conta l’atteggiamento equilibrato, senza propendere per una delle due fasi che richiedono simbiosi tra loro. Il primo numero da invertire sono i gol subìti: venti sono tanti».
L’ex giocatore di Pinerolo, Nizza Millefonti, Torino, Alessandria, Ancona, Reggina, Ternana, Cosenza, Taranto e Cavese viene da una gavetta in campo in saliscendi, e figurarsi le vicende della panca: Saviglianese, Ciriè Vauda, Rivoli, Voghera, Canavese, Pro Vercelli, Chieri, RapalloBogliasco e appunto Barletta, seguendo nel trasloco dalla Liguria alle Puglie il presidentone Perpignano che poi gli ha fatto rivivere le Idi di marzo con due giorni d’anticipo. A uno così una missione tanto temeraria come risollevare la Celeste dai bassifondi non deve far tremare i polsi: «Nel calcio ci sono ancora dei valori come la motivazione spicciola, la voglia di fare e di non mollare. Sono tutte armi a cui ricorrere per fronteggiare una situazione difficile. Lo scontro diretto di Piacenza di sabato è uno stimolo per ripartire». In biancorosso il neo mister ha già avuto Domenico Danti alle sue dipendenze: «È un giocatore duttile che può sistemarsi sulla fascia o tra le linee. Sicuramente uno dei punti fermi». Il vice Riccardo Panizzo si aggiunge allo staff preesistente: «Sono a fianco di Marco da una vita, credo ci sia da lavorare soprattutto sul piano umano. Dobbiamo spingere i giocatori a reagire dal punto di vista emotivo: se uno dà tutto quel che ha, è facile che si tolga molte soddisfazioni». A giustificare il cambio della guardia a nome della società è il ds Aladino Valoti: «Purtroppo con l’allenatore precedente, uno dei classici emergenti dotato di una filosofia di gioco originale, le cose non sono andate come avevamo pensato. La squadra ha bisogno di concretezza ed equilibrio per provare a salvarsi: siamo all’anno zero. Il mercato di riparazione? Un passo alla volta: spendere non significa automaticamente vincere. Le scelte vanno fatte secondo logica».
Simone Fornoni
(nella foto il vice Panizzo, il ds Valoti e il neo mister Sesia)