di Matteo Bonfanti
Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, l’Atalanta gioca stasera a Parma la prima partita da dentro o fuori. Siamo alla quinta giornata e non c’è in ballo la salvezza, ma la sfida del Tardini è già decisiva perché ci farà capire parecchio del destino della Dea edizione 2013-2014. Una vittoria contro la pericolante squadra emiliana permetterebbe di affrontare le sfide del prossimo mese (in ordine Udinese, Chievo, Lazio e Samp) nella corroborante idea che mal che vada ci aspetta la solita tranquilla annata in mezzo alla classifica. Di contro, se arrivasse una sconfitta, si accenderebbero le mille lucine rosse di cui parlano più o meno da quindici giorni i tanti giornalisti laureati in nerazzurro e dintorni.
Quanto a me non sono né un esperto di Atalanta né un catastrofista, ma un misero scribacchino che passa una sera sì e l’altra pure a vedersi i match di Serie A per capircene un attimino di più. Ad ora il Parma appare come una formazione debolina e un po’ bollita nei suoi nomi di grido, Cassano soprattutto, ma anche Amauri, oggi uno di fianco all’altro nel reparto offensivo disegnato da mister Donadoni. Non va meglio a centrocampo, dove, se è vero che brilla la stella di Biabiany, è altrettanto palese che Marchionni e Valdes sono parecchio spenti. E’ l’età. Che è l’unico vero appunto che ci permettiamo di fare al nostro Ferguson, Stefano Colantuono, che anche questa sera si affiderà ai suoi over 30 (Stendardo, Yepes, Raimondi, Del Grosso, Denis), lasciando in panchina tutta o quasi la meglio gioventù nerazzurra (Nica, De Luca, l’acciaccato Baselli, Marilungo, Livaja). E’ un errore perché alla Dea manca quella freschezza che un paio di ragazzotti in mischia possono regalare sulle fasce, zone del campo fondamentali una volta messo in soffitta il 4-3-3 per il 3-5-1-1. Avere due esterni che fanno su e giù per novanta minuti può essere la chiave di volta per servire un Denis che se non segna, s’intristisce assai e non ne azzecca più una.
Speriamo quindi in Bonaventura, chiamato oggi a inventare palle-gol proprio per il puntero argentino che è fermo a zero reti. Jack sembra però giù di tono. L’estate degli esperimenti tattici non gli ha giovato, se sta largo non incide, meglio dietro al centravanti come stasera al Tardini, magari in staffetta con Maxi, tra i pochi a convincere nelle prime uscite.
Si vedrà, sperando anche in un paio di colpi di culo che non guastano e che in questo inizio di stagione non sono arrivati, anzi, a farla da padrone è stata la sfiga che, a dispetto della fortuna, ci vede benissimo e se la squadra è un po’ in difficoltà ci mette del suo.
Così in campo, ore 20.45
Parma (3-5-2): Mirante; Benalouane, Felipe, Lucarelli; Biabiany, Acquah, Marchionni, Gargano, Gobbi; Cassano, Amauri. A disposizione: Pavarini, Bajza, Mesbah, Rosi, Mendes, Valdes, Parolo, Obi, Okaka, Palladino, Sansone. All.: Donadoni
Atalanta (3-5-1-1): Consigli; Stendardo, Yepes, Canini; Raimondi, Brienza, Cigarini, Carmona, Del Grosso; Bonaventura, Denis. A disposizione: Sportiello, Polito, Bellini, Lucchini, Brivio, Nica, Migliaccio, Baselli, De Luca, Moralez, Marilungo, Livaja. All.: Colantuono
Arbitro: Gervasoni di Mantova