di Carlo K Capitanio

L’Atalanta gioca una partita finalmente brillante e a viso aperto contro una delle squadre – classifica alla mano – più forti e in forma del campionato: il pareggio visto con la Lazio indica la via di uscita a un periodo di apprensione e nervosismo, che si rifletteva naturalmente sul gioco.
Ieri è stata l’Atalanta di Reja: il tecnico goriziano – complice il turno infrasettimanale di mercoledì scorso – ridisegna alcune cose dell’Atalanta di Colantuono.
Via il trequartista (Moralez), dentro due mediani (Carmona e Migliaccio) a fare da scudieri a un Cigarini per oggi libero di impostare il gioco senza doversi dedicare a compiti di copertura.
Sulle fasce un discontinuo Gomez (a tratti scompare dal gioco) a sinistra e uno scatenato D’Alessandro sulla destra: proprio l’intuizione di schierare l’ala romana ha donato vivacità e quel pizzico di elettricità al gioco atalantino, le sue serpentine e accelerazioni hanno dato profondità e si sono dimostrati il grimaldello per scombinare i piani di Pioli.
Il punto conquistato è un altro mattone nella costruzione della salvezza: Reja si sta dimostrando se non un architetto di fama mondiale, un esperto geometra, l’Atalanta ha ritrovato una tranquillità di gioco e una consapevolezza dei propri mezzi importante per cementare la permanenza nella massima serie.
Si può guardare la classifica fiduciosi, nell’attesa di Cagliari – Parma (stasera), i punti di vantaggio sulle inseguitrici aumentano a nove: con il pareggio i neroazzurri hanno rosicchiato un punticino al Cesena farcito di ex atalantini, sconfitto a Firenze.
Palermo (fuori casa), Genoa (a Bergamo), Chievo (a Verona), Milan (in casa): il calendario della Dea non è proibitivo, si tratta di non distrarsi e non pensare che sia già finita, occorre non sedersi sugli allori e giocare con l’intensità vista in campo domenica.