TraorèBergamo

– Il 30 aprile del 2000 ad Abidjan (Costa d’Avorio) è nata una stellina nel firmamento calcistico. Stiamo parlando di Abdoulaye Traorè, attaccante ivoriano che ha stregato l’Inter di Massimo Moratti con i suoi goal a ripetizione, passando dal calcio dilettantistico a quello delle giovanili di una big del panorama pallonaro in poco tempo. Prima di passare all’Inter grazie a Marco Fumoso, talent scout della società nerazzurra, Traorè giocava nella Fiorente Grassobbio, società di Prima Categoria.
E Bruno Piccinelli, direttore sportivo della società gigliata, ci parla della bella storia di Abdoulaye ma anche degli obiettivi del vivaio della Fiorente: “La Fiorente Grassobbio ha da sempre come obiettivo educativo quello di far crescere i propri ragazzi affinché imparino a giocare a calcio divertendosi, e affinché imparino il significato dello spirito di squadra. Fin da quando Abdoulaye è entrato nei nostri organici ci siamo subito accorti delle sue grandi potenzialità. Quindi lo abbiamo messo a giocare coi ragazzi più grandi, e anche lì faceva la differenza. Durante una partita abbiamo saputo che erano presenti degli osservatori di società professionistiche (Inter, Milan, Atalanta, Albinoleffe):  dopo un’attenta valutazione abbiamo deciso di lasciarlo andare all’Inter, sicuri del fatto che sarebbe migliorato, e i risultati si vedono.
A prescindere dalla bella storia di Traorè, tengo però a sottolineare che il nostro obiettivo non è quello di produrre campioni: la nostra società pensa solo alla crescita psico-fisica del giovane che ci viene affidato. Se un domani un’altra società farà la stessa scelta che ha fatto l’Inter, allora compiremo lo stesso iter che abbiamo fatto con Traorè, quindi mantenendo la parola data alla società che con maggiore serietà compie una scelta forte come quella di portarlo nelle proprie fila, facendo coronare un sogno ad un giovane calciatore che avrà tutte le carte in regola per avere un futuro radioso davanti a lui.
Noi, nel nostro piccolo, siamo orgogliosi di essere considerati un punto di riferimento per il settore giovanile nella Bergamasca e questo rende merito anche ai nostri allenatori, che con grande carisma trasmettono nozioni tecniche ed educative ai ragazzi. Non pensiamo di essere superiori a nessuno: ogni società fa del suo meglio per far crescere i propri giovani. Noi, statene certi, non cambieremo: continueremo a preparare i nostri ragazzi come abbiamo sempre fatto”.
Stefano Nava