Viaggiare è sognare. Sabato un lungo e colorato millepiedi formato da quindici pullman ha solcato l’autostrada da Capriate a Torino. Pellegrini verso qualche santuario mariano? No. Dipendenti di una grande azienda in gita sociale? Nemmeno questo, anche perché la crisi non permette queste spensieratezze. Invece erano oltre duemila appassionati di calcio, cittadini e cittadine di Ponte San Pietro, Terno d’Isola e Chignolo, al seguito del Pontisola (vale a dire Ponte San Pietro, Chignolese, Aurora Terno e Isola) per un appuntamento storico: la partita amichevole all’Olimpico di Torino tra la Nazionale azzurra e la squadra di serie D che ha vinto la coppa disciplina. Una festa popolare che ha coinvolto mezza bergamasca unita sotto i colori azzurri del Pontisola che, da oltre cinquant’anni, e nessuno si offenda, è la regina del calcio dilettantistico di casa nostra: dai tempi della famiglia Legler al mitico presidente Villa fino a quelli dei giorni nostri, di Marziale Bonasio e Livio Galbusera. E non è un caso che sul pullman capocarovana ci fossero i rappresentanti del calcio orobico. Tanto per sottolineare che è stata una festa che ha voluto abbracciare tutti. Un abbraccio niente affatto simbolico messo in atto dall’intero settore giovanile azzurro, dalla scuola calcio alla juniores, con allenatori, dirigenti e tante, tantissime famiglie. Tant’e vero che, in tribuna stampa, i giornalisti che di solito seguono la nazionale (grandi testate, Rai, Sky, La7 e chi più ne ha più ne metta), strabuzzavano gli occhi e si sussurravano a vicenda: “ma è arrivata tutta Bergamo?”. A spiegare loro, invece, che si trattava di una partita specialissima, di un’avventura da non dimenticare mai per il popolo dell’Isola. E poi di fronte ad una Nazionale che doveva solo allenarsi niente più anche se il 3-0 finale è opera anche di un arbitro in vena di protagonismo, il Pontisola ha messo in mostra i suoi gioielli (ventitre giocatori mandati in campo da Ivan Del Prato) intorno ai quali hanno brillato Nicolò Crotti, genio sprecato per la D, e il giovassimo portiere Andrea Mora. Peccato per capitan Salandra, poi consolato da Prandelli, per soli dieci minuti in campo, causa problemi muscolari già noti.
Viaggiare è sognare, dunque. Eppure alla partenza Bonasio e Galbusera sono un po’ in fibrillazione, bisogna aspettare perché mancano all’appello alcuni giornalisti, i soliti ritardatari. Poi in viaggio ci si rilassa grazie anche all’accoglienza e alle battute picaresche di Luciano Piazzalunga. Barzellette sfrontate, dibattiti sullo status del calcio nazionale e orobico, aneddoti spudorati su questo o quel personaggio del nostro mondo ci accompagnano serenamente verso l’Olimpico. Dove, subito, si entra in clima partita anche se è un’amichevole senza risultato. Sugli spalti dell’Olimpico solo fans del Pontisola. In tribuna centrale i ragazzini del settore giovanile del Pontisola, ma non solo loro. s’affollano vicino al parterre per strappare autografi, foto e saluti con gli azzurri nazionali mentre i Blues del Pontisola, che hanno giocato in maglia bianca, sono sul campo per un lungo e feroce riscaldamento, Del Prato vigilando. In mezzo al campo Bonasio e Galbusera, commossi e quasi straniti da un’evidente eccitazione, riescono a premiare Davide Astori, virgulto del settore giovanile pontisolano. Intanto Prandelli chiede a Ivan Pirola di chiamargli Del Prato. Un abbraccio e un fitto colloquio. A Bergamo Prandelli giocava la sua ultima stagione con la maglia nerazzurra mentre Del Prato veniva aggregato alla prima squadra. Come oggi. Prandelli sta per concludere i quattro anni in Nazionale (così pare), Del Prato sta cominciando la vera carriera da allenatore. Destini incrociati.
Tanti bergamaschi sostenevano gli inviati speciali, eppure anche la Nazionale ne è piena compresi i giocatori transitati tra Atalanta e AlbinoLeffe: Prandelli, Diamanti, Cerci, Marchetti, Osvaldo, Montolivo e Gabbiadini. Poi la partita, mezzora per tempo, con lo show di Crotti, le parate di Mora, le inopportune decisioni del giovane arbitro e una sana sgambata della Nazionale. Tutti felici e contenti. Con l’orgoglio di Bonasio e Galbusera per la prova dei loro ventitre ragazzi: dall’attempato ma sempreverde Natali al giovanissimo Colombo. Nel dopopartita tutti a caccia delle dichiarazioni degli azzurri, pontisolani e nazionali. Con l’aiuto di Vecchi, Del Prato e Crotti arrivano subito, gli azzurri nazionali aspetta e spera. Lucio Seghezzi (AlbinoLeffe) vorrebbe salutare Marchetti ma non ci riesce, Semperboni e Spaterna, inviati del nostro giornale, tanto per cambiare, si fanno aspettare. I due sciagurati vengono beccati mentre posano con l’inviato di Sky Marco Nosotti. Del resto, viaggiare è sognare.
Giacomo Mayer
mercoledì 11 Settembre 2013