di Giacomo Mayer
Non è una catastrofe, siamo solo alla prima di campionato e cominciare con una sconfitta non è poi uno scandalo. Eppure il successo del Cagliari sull’Atalanta impone una revisione abbastanza approfondita sul futuro dei nerazzurri. Come a dire servono correzioni. Può succedere che la condizione fisica sia ancora da migliorare, che l’assetto tattico non funzioni subito alla perfezione, che manchino lucidità nell’impostare e nel concludere a rete ma non può e non deve succedere che una squadra come l’Atalanta si presenti al Nereo Rocco per affrontare una diretta concorrente con un approccio molle e indeterminato. Prima del gol di Stendardo (26′ del primo tempo), peraltro abbastanza fortuito, l’arbitro Irrati aveva ammonito Stendardo, Yepes e Bonaventura, il Cagliari battuto cinque calci d’angolo, tre pericolosi calci di punizione e comandava il gioco a piacimento. Sì è vero l’occasione più grossa era capitata a Denis ma l’argentino l’aveva fallita. Un avvio di partita, quindi, imbarazzante e incomprensibile e non sono utili le giustificazioni sul modulo tattico (4-3-3) non ancora entrato nella testa dei giocatori. Del resto lo stesso Colantuono l’ha subito sconfessato spostando lo spaesato Bonaventura da destra in mezzo al campo per bloccare le iniziative di Conti mentre Lopez, dal primo minuto, aveva schierato Ekdall nel ruolo di trequartista con l’intento, riuscito, di bloccare sul nascere le iniziative di Cigarini. Nel secondo tempo, dopo il gol di Cabrera, Colantuono ha rivoluzionato di nuovo l’assetto con il 4-2-4 senza però ottenere il sospirato 2-2. Due gol subiti quasi in fotocopia. Il primo: Ekdall dalla linea laterale destra mette in mezzo, Sau con un tocco astuto mette in mezzo, non c’è nessun atalantino da quelle parti, per l’accorrente Nainggolan che fulmina Consigli. Il secondo: Pinilla sulla trequarti apre al liberissimo Murru che, da sinistra, entra in area e appoggia a Cabrera che, solo soletto, infila Consigli. Centrocampo senza copertura, difesa slabbrata. Senza dimenticare Ibarbo che nel finale ha infilzato come salamelle Stendardo e Yepes, per fortuna ci ha pensato il solito Consigli a sventare il 3-1. Come correre ai ripari? Intanto si spera che cresca la condizione fisica, poi in mezzo al campo bisognerà stoppare la superiorità numerica del Toro (3-5-2) e in attacco tentare l’uno contro uno. In casa Atalanta ci sono gli uomini adatti? Qualche dubbio resta. Kone, Gagliardini, Giorgi e Baselli sono gli uomini a disposizione di Colantuono. E in difesa? Cerci e Immobile sono veloci e non danno punti di riferimento. Come agirà la lenta e impacciata retroguardia atalantina? Contro il Toro deve scendere in campo un’Atalanta di lotta e di corsa. Altrimenti saranno guai a prescindere dal calciomercato.