Inter – Stjarnan 6-0Inter:
Carrizo s.v., Andreolli 6, Ranocchia 6.5, Juan Jesus 6.5, D’Ambrosio 6, M’Vila 6.5, Kovacic 8 (7’st Icardi 7.5), Obi 5.5 (13’st Kuzmanovic 6.5), Nagatomo 7, Hernanes 5.5 (22’st Jonathan 6), Osvaldo 7.5. All. Mazzarri 6.5.
Stjarnan: Jònsson, Vemmelund, Laxdal, Rauschenberg, Arnason, A. Johansson (18’st Runarsson), Bjorgvinsson, Puneyd, Finsen (18’st Aegisson), Toft, Gunnarsson (13’st G. Johansson). All. Sigmundsson.
Arbitro: Lechner.
Reti: 28’pt, 33’pt e 6’st Kovacic, 1’st Osvaldo, 26’st e 35’st Icardi.
Migliore in campo: Kovacic.
Milano – Festa doveva essere, e festa è stata. Lo sapevamo, lo sapevamo tutti che la partita tra i nerazzurri e i simpatici islandesi dello Stjarnan non era un impegno probante e nemmeno tanto significativo. Però quarantamila persone, il 28 agosto, a San Siro, per un match così non sono da trascurare. E che, in attesa di test più tosti, se ne tornino a casa belle contente per la scorpacciata di gol, per quanto prevedibile, per un Kovacic che si sblocca e ci delizia anche con la rabona, per un Osvaldo che ha la “garra” giusta e, oltre al baffo assassino, alla chitarra elettrica e alle citazioni di filosofi nichilisti francesi con cui si era presentato alla Pinetina, sfoggia assist e gol, e per un Icardi in gran forma nonostante la pubalgia, fa per lo meno bene all’umore. Certo, c’è Mazzarri che a molti di noi non piace punto, né come idea di gioco (?) né come carattere (Mou? Simeone? Milano è una bella città, lo sapete bene), c’è Obi che non capisci cosa ci faccia lì, e c’è Hernanes che continua a essere un oggetto oscuro, però non facciamo troppo i sofisti. Che poi le partite di Coppa (sì, non è la Champions, non iniziate a sfottere) sono sempre belle anche se giochi con una squadra che certo non sarebbe avversario che fa paura alle nostre paladine dei Dilettanti. E quindi la chiosa più bella di questo playoff di ritorno di Europa League, mentre negli occhi ci sono anche i settanta tifosi nordici che urlano felici per 90′ acclamando i loro eroi e gli undici della Benamata che si coccolano il gioiellino Kovacic che si porta a casa il pallone dopo la tripletta, la regalano due bimbi: uno seduto davanti a me che, prima del primo gol, dopo l’ennesima leziosità a vuoto del Profeta gli grida “guarda che non siamo mica il Barcellona” (e meno male, aggiungo io). E poi la mia nipotina che, a fine gara, con il suo megafono-giocattolo, urla “Forza Inter” nel parcheggio del Meazza, tra i sorrisi degli altri tifosi, e incrocia uno dei capi della Curva Nord (il classico hooligan con il panzone alcolico, i capelli rasati e la voce brasata, quello che ti fa brutto appena incroci il suo sguardo) che la vede, sembra proprio quasi commuoversi e ricordarsi che un tempo è stato un bambino anche lui, e fa eco al suo coro rispondendo “Vinci per noi”, senza nemmeno aggiungerci una parolaccia a caso, prima di ritornare adulto e cattivissimo, e riprendere gli esercizi vocali anti-Napoli insieme alla sua ciurma.
Manuel Lieta