Un rigore scandaloso condanna l’Atalanta all’immeritata sconfitta in quel di Brugge, ma non per questo le pagelle sono un’infilata di insufficienze. Anzi. Tolto chi s’è fatto fregare palla da Siquet che l’ha messa in area per la sceneggiata di Nilsson che irretisce l’arbitro e pure il VAR con Hien davanti senza commettere alcuna scorrettezza se non muoversi, i nerazzurri portano a casa bene o male la sufficienza. Al netto di Marco Palestra, il 5 è per Stefan Posch, perfetto a Verona ma da buco perenne sul centrosinistra.
Rui Patricio 6: senza impiego o quasi fino al rigore della beffa.
Djimsiti 6,5: virato sul centrosinistra a gol preso, gioca pulito d’anticipo.
Hien 6: il suo limite, vedi Jutglà che se lo porta un po’ a spasso finché la cosa funziona, è che rende solo contro centravanti di posizione e di stazza. Non può tagliarsi le braccia con l’avversario dietro, detto che solo così Nilsson, il furbastro, poteva fregarlo. L’arbitro non aveva alcun diritto di farsi fregare.
Posch 5: parte a sinistra e contro Talbi, migliore in campo per distacco, vede i sorci verdi. Allo scambio di posizioni, non a caso, il primo tiro atalantino nello specchio è suo. Ma si riprende per modo di dire. Come avrà fatto a mancare il passaggio di Hien sullo svantaggio iniziale? (26′ st Toloi 6: di mestiere e d’esperienza, anche se pare aver perso la misura del passaggio e dell’appoggio. Se fisicamente sta bene, un tempo lo può ancora fare senza problemi).
Bellanova 6: freno a mano tirato contro una squadra che fa del serraglio e delle fasce alte una ragione di vita. Un buon recupero prima di beccare il gol dell’1-0 (18′ st Cuadrado 6,5: riesce anche a concludere guidando a strappi l’assalto all’inseguimento del bottino pieno. In salutissima).
Ederson 6: siamo alle solite, ovvero se lui viaggia a un cilindro in meno vale lo stesso per tutta la squadra. Jashari non è che lo metta proprio in croce, ma il brasiliano pareva con le pile in ricarica.
De Roon 6: vale quasi quanto sopra, perché al di là di molti rinculi non sempre efficaci non combina. A Verona aveva recitato perfino la parte del regista e del rifinitore. In Fiandra, niente da fare.
Zappacosta 7: va per i trentadue con la freschezza del diciottenne, buttandosi su tutte le palle vaganti quando si tratta di sbloccare l’impasse. Peccato non essere riuscito a direzionare quel colpetto di testa (sul quale c’è chi ha visto il palo e non Mignolet, o il palo oltre Mignolet) e a far abbassare la sfera quando gli capita sul destro (41′ st Palestra 5: regala a Siquet l’ultimo pallone da buttare lassù e al direttore di gare il pretesto per rovinare l’intera serata. Si dirà che la sinistra non è cosa sua, ma va per i venti e l’ingenuità dovrebbe essere un vizio ormai alle spalle).
Pasalic 7: garantiva equilibrio dopo il pari, ma anche prima a ben vedere, ma per provare a vincere evidentemente serviva qualcosa in più. O dalla panchina l’hanno vista così (18′ st Samardzic 6,5: non è assolutamente un caso se le chances di CDK e Zappacosta, quella di piede s’intende, arrivano dopo uno scambio con lui. Regista avanzato di classe, di suo riesce a provarci quando la mira non lo assiste).
De Ketelaere 6,5: si scambia di posizione col partner di linea assistendo Zappacosta nell’azione crossata per il pari da rimessa laterale. Torna indietro a prendere palla in una sfida tatticamente vinta dai padroni di casa, che palleggiano, maluccio ma palleggiano, facendo correre i bergamaschi a vuoto, fino all’occasionissima della vittoria che Mignolet da vecchio compagno gli intuisce. Bellissimo da vedere, a volte fa trenta ma non trentuno.
Retegui 6: tiene alta la squadra e ci mancherebbe, è uno dei mestieri del centravanti. Spazio nisba, e quando ce l’ha non può fare miracoli. Coraggio leonino senza lagnarsi dei servizi che non arrivano. Il problema è che si sfianca regolarmente, Scamacca non c’è più e il backup è dell’Under 23 (26′ st Brescianini 6: compitino fatto anche benino nel finale spuntato. Con la sua fisicità apre spazi all’uomo tra le linee, cioè Samardzic. Di più non fa).
All. Gasperini 6: tatticamente, vedi pagelle, la vince Nicky Hayen, sgamato come tutti i belgi. Palleggio e lanci del portiere in avanti, smistamenti diretti sulle fasce e vediamo che succede. Ma se l’attrezzo è dell’Atalanta, hop, ci si chiude a zip con 9 giocatori dietro la linea della conduzione. Il tecnico atalantino le prova tutte dando fondo alla panchina, ma se il problema è segnare allora forse valeva la pena di gettare nella mischia il Vanja Vlahovic di turno. Non Palestra a sinistra che poi perde il pallone del match. O Brescianini che non può essere sempre efficace in pochi minuti.
Simone Fornoni
Ph. UEFA.com