24a giornata serie A – Verona, stadio “Marc’Antonio Bentegodi”, sabato 8 febbraio (ore 15)
Hellas Verona – Atalanta 0-5 (0-4)
VERONA (3-4-1-2): Montipò (cap.) 5,5; Daniliuc 5 (24′ st Valentini 6), Coppola 5, Ghilardi 5; Tchatchoua 6, Bernede 6 (17′ st Dawidowicz 6), Niasse 5,5, Bradaric 5,5 (17′ st Oyekoge 6); Suslov 5 (34′ st Lambourde sv); Mosquera 5,5, Sarr 6 (17′ st Kastanos 6). A disp.: 22 Berardi, 34 Perilli; 15 Okou, 5 Faraoni, 8 Lazovic, 80 Cisse, 72 Ajayi. All.: Paolo Zanetti 5.
ATALANTA (3-4-2-1): Rui Patricio 7; Posch 7, Hien 6,5, Djimsiti 7 (14′ st Toloi 5); Cuadrado 6,5, Ederson 7 (14′ st Pasalic 6), De Roon (cap.) 8 (27′ st Sulemana 6), Zappacosta 6,5 (37′ st Palestra sv); Samardzic 6, De Ketelare 7 (1′ st Brescianini 7); Retegui 10. A disp.: 31 Rossi, 95 Vismara; 52 Obric, 16 Bellanova, 22 Ruggeri, 25 Cassa, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 8.
Arbitro: Sozza di Seregno 7 (Passeri di Gubbio, Mondin di Treviso; IV Galipò di Firenze. V.A.R. Marini di Roma 1, A.V.A.R. Mariani di Aprilia).
RETI: 21′, 25′ e 44′ pt, 11′ st Retegui (A), 37′ pt Ederson (A), 44′ pt Retegui (A).
Note: pomeriggio uggioso, spettatori 20.872 di cui 492 atalantini. Ammoniti Niasse, Ghilardi e Sulemana per gioco scorretto. Tiri totali 15-16, nello specchio 6-7, parati 6-2, respinti/deviati 4-0, legni 0-2. Var: 1. Corner 7-2, recupero 2′ e 2′.
Verona – Quattro su cinque dell’unica prima punta in rosa. Il tap-in della ventesima a riprendere il palo fragoroso di Charles De Ketelaere sblocca l’impasse, il diagonale mancino della ventunesima in asse con De Roon e la rifinitura di Djimsiti che lo pesca benissimo spalle alla porta. Il paio di capolavori iniziali di tempismo e bravura di Mateo Retegui spiana la strada a Verona al ritorno alla vittoria dell’Atalanta in campionato, sempre in trasferta, dopo quella di Como due settimane or sono. Ederson ci mette la meraviglia del 3-0, Mateo la ventiduesima di cui diciannove in A per chiudere sul 4-0 all’intervallo e la ventitreesima (ventesima in campionato, capocannoniere indiscusso) girando al volo di sinistro il crossetto di De Roon in avvio di ripresa. Bella prova di squadra, straordinaria del terminale offensivo senza requie nonostante il playoff d’andata di Champions mercoledì prossimo.
Retegui apre le danze incrociando con l’esterno il pallone di De Ketelaere dal lato corto (2′), a tiro della spazzata di Rui Patricio per impedire al rilancio di Montipò di innescare Sarr. La fotocopia tra i due terzi di sinistra del tridente bergamasco porta l’oriundo all’alzata di fronte alla cinquina. Al nono ci prova invano Ederson aprendo il piatto in punta di scontro Samardzic-Suslov a ruota proprio del mancato controllo in area del serbo sulla terza iniziativa del fiammingo. E così il primissimo tiro nello specchio è la scivolata sinistra di Mosquera, non certo impegnativa per l’estremo portoghese, a decimo scollinato ampiamente, chiamata da Tchatchoua. Uno squillo gialloblù che precede il tris secco al quarto d’ora, quando la doppia muraglia Djimsiti-Hien cala la saracinesca su Bernede e Ghilardi dietro scarico di Sarr e Rui deve staccare dall’incrocio la torsione aerea di Daniliuc su angolo da sinistra del primo dei due tiratori consecutivi di casa. Il successivo schema di De Roon (Niasse abbatte Samardzic) porta l’albanese alla svettata in controtempo (17′); è sempre lo stesso a rinviare corto sul contropiede crossato Bradaric-Sarr con la masticata di controbalzo di Suslov a lato.
Basta una quarta fiammata ai nerazzurri per passare e alla quinta siamo due a zero. Protagonista sempre CDK, che innescato dal lancio del braccetto schipetaro si mangia la difesa cogliendo il legno col piede debole su cui s’avventa l’unico centravanti in rosa senza che il portiere di casa possa metterci che una parte del corpo invano. Il bis è preceduto dal colpo di testa alla viva il parroco di Cuadrado, un ascensorino prenotato a rientrare da Zappacosta. Bellissima quanto essenziale la manovra per metterla virtualmente in ghiaccio, con fra’ Martino a scandire i tempi perfino dell’offensiva e il difensore trentunenne a metterglisi in scia in orizzontale al limite dell’area. Hellas frastornato ma non abbastanza da ammainare bandiera, se è vero che il trequartista scivola maldestramente (32′) a rimorchio di un Sarr guardato più o meno a vista da Hien. Due minutini e Montipò scongiura il tris difendendo il palo dal destro di Posch in asse col colombiano, mentre il belga salendo il cielo sul corner susseguente non lo mette in crisi. Il gol della sicurezza, dopo una palla innocua rimessa dentro da Ghilardi dal secondo angolo locale, arriva lo stesso grazie allo scippo a Niasse del brasiliano che poi penetra davanti al dischetto, si rigira sul destro e lo ricama nel sacco.
Il poker atalantino con tripletta del Chapita, riprendendo il palo di Posch di testa su schema ancora dell’olandese a seguito del fallo da giallo di Ghilardi su CDK, è di riffa o di raffa nel mega rimpallonzo in chiusura di frazione e di suo è sufficiente a giustificare un bel po’ di cambi in vista di Brugge. Un tiretto da fuori smorzato da Zappacosta al settimo e all’undicesimo della seconda metà ecco l’azione dettata dall’unico rimpiazzo fin lì, Brescianini, per la volata a sinistra del capitano che la serve sul piattone dell’ariete per la manita in faccia. Il sorano di esterno destro, trovato nella corsa dall’erbuschese, sta a mezza via tra assist e conclusione impossibile al ventesimo, precedendo l’erroraccio di Tchatchoua che ha tutto il tempo di sistemarsi sul sinistro comunque largo senza punire lo scivolone di Toloi. Poi alla mezzora, quando Mateo ne ha sparata una fuori, è Rui Patricio a negargli la gioia effimera in coppia con Mosquera sul lancio di . Stessa sorte per il terzo tempo di Coppola e gran parata davvero pure stavolta dell’ex Sporting e Roma. Il possibile sesto by Zappacosta è alle stelle (sinistro dritto e altissimo, 34′), Dawidowicz di rimpallo da sesto tiro dalla bandierina non la inquadra e Kastanos (38′) la sgancia troppo da lontano per ferire. Idem il polacco al novantesimo abbondante. Un poker di un singolo giocatore per i nerazzurri mancava dal 4-3 di Valencia nel ritorno degli ottavi di Champions League il 10 marzo di 5 anni fa. Allora a portarsi a casa il pallone era stato Josip Ilicic. In A fanno 5 punti per tenere la Juve a meno 7 dal podio.