Pagelle crudeli in Coppa Italia col Bologna. Chi sbaglia paga. Rui Patricio fa due belle parate su Pobega, quella non vista poiché non ne scaturisce nemmeno l’indicazione dell’angolo poco dopo l’ora di gioco, e l’ex Holm, ma finisce per capitolare nel peggiore dei modi. Esco o non esco, alla fine Castro più che dover essere seguito da qualcuno proprio non doveva essere messo in condizione di colpirla, quella maledetta traiettoria da fermo di Lykogiannis all’ottantesimo. Difesa dell’Atalanta comunque incerta, specie per gli errori in uscita di Hien nella ripresa. Bene Bellanova in fascia, gol sfiorato al cinquantesimo abbondante, il solito Ederson che energia duracell a parte salva un gol fatto di Pobega alle soglie dell’intervallo e Brescianini che offre buoni palloni agli altri provandoci anche di suo.
Rui Patricio 5: tutto, ovvero due parate, bene anzi benissimo tranne l’ultima uscita. Rimasta a metà, giusto per far inciampare l’Atalanta nel quinto assalto alla Coppa Italia dell’era gasperiniana.
Toloi 5,5: sbaglia un rinvio sanguinoso su una delle cinque sparate alle stelle altrui (27′ st Posch 5,5: braccetto sinistro decisivo in nulla).
Hien 5,5: sbaglia due uscite nel secondo tempo che valgono altrettante chances bolognesi. Inutile rivangare sul fatto che le palle inattive deve sempre rincorrerle. In area piccola il dominus è il portiere, mica il perno. Bel primo tempo sfiorando pure il gol, ma…
Djimsiti 6: chiude dall’altra parte perché così ha voluto il manico probabilmente per evitare acciacchi zavorra-campionato. Assist perfetto per Bellanova, ma il Bologna ha un portiere ligio al dovere.
Bellanova 7: spinge a più non posso sfiorando il matchball in avvio di ripresa. Bello il colpo di esterno, grandissimo il polacco tra i legni nemici. L’asse col fiammingo sarebbe perfetta se quest’ultimo ci mettesse la sua stessa grinta belluina.
Ederson 7: respinge l’ultimo assalto del primo tempo di Pobega dopo essere stato il primo a confezionare l’occasione per un compagno, leggi Charlesone, che se la fa però alzare in punta di falangi. In mezzo è veramente un ossesso.
De Roon 6: tira i remi in barca in una seconda metà spesa quasi a fungere da libero aggiunto. Come togliere un oplite alla contesa.
Zappacosta 5,5: al netto di tutto, precisione degli appoggi in primis, lo condanna il controllo ciccato sul taglio chiamatogli da Pasalic a sette dalla pausa. Odgaard era fermo, bastava fare come un qualunque professionista con la porta davanti, controllare e spararla dentro (14′ st Cuadrado 6: ne ha una buona e calcia sul palmo dell’ultimo baluardo).
Pasalic 6,5: bene in rifinitura anche nella ripresa, dove però conclude debolmente pressoché di suola da centro area (14′ st Samardzic 5,5: la spia s’accende troppo a intermittenza. E dire che la serie positiva di quindici di cui undici vinte di fila in campionato l’aveva avviata proprio il suo pari al novantesimo al Dall’Ara).
De Ketelaere 6: apre gli spazi agli altri, in un eccesso di generosità che lo vede difatti tirare una sola volta, la prima di tutta la partita. A una punta serve anche l’egoismo, cucire non basta, si rischia di procrastinare alla Penelope con la tela per prendere tempo coi Proci in attesa di Ulisse (22′ st Brescianini 7: fa tutto bene tranne forse la conclusione personale, ma va detto che deve fare quasi completamente da solo).
Retegui 5,5: se non trova spazio, al massimo fa a sportellate e scarica. Bene una volta, per il resto si eclissa un po’ (14′ st Maldini 5,5: Brescianini gliene porge una da sbattere nel sacco e lui non fa che imboccare uno Skorupski già a terra).
All. Gasperini 5,5: ha poche alternative, ma gli eventuali rischi sarebbe stato meglio prenderli dal kick off anziché in corsa. Il figlio d’arte entra molle, le geometrie e i centimetri di un CDK non trascendentale sarebbero stati utili fino alla fine.