Alla vigilia del Barcellona, dalla pancia dell’Estadi Olimpic Lluis Companys, il tema centrale diventa il calciomercato. E da Gian Piero Gasperini volano frecciate multidirezionali: “Sembra che ogni volta che si apre una finestra debba per forza esserci una contrapposizione tra il club e me. Qualcosa di davvero incredibile”. Non basta, l’allenatore ha messaggi per tutti: “Non ho bisogno di regali, io cerco solo di migliorare la squadra facendola crescere. La società dovrebbe farne a se stessa, per programmare il presente e il futuro, non a me: ha le capacità e le conoscenze di andare avanti per la propria strada”.
Tensione alta anche sul campo, ci mancherebbe: “Si tratta di una prima volta con la big che ci mancava ed è un’occasione di grande prestigio. Chiaramente siamo obbligati a vincere per conquistare la qualificazione diretta, ma ai miei occhi è più importante il prestigio che ne deriva per Bergamo, per la squadra e per me. Il percorso è stato molto buono, considerando il rigore sbagliato con l’Arsenal potevamo avere due punti in più. E tolte poche occasioni su tutti i fronti abbiamo sempre fatto di più degli avversari di turno”, ribadisce orgogliosamente il mister.
“L’infortunio di Lookman fa parte del calcio. Si gioca tanto e gli attaccanti sono molto sollecitati: aveva già una contusione alla testa del perone col Napoli, ha fatto il secondo tempo con lo Sturm Graz e il titolare a Como per poi fermarsi lunedì in allenamento. Sono convinto di poter limare un po’ i giorni alla prognosi.
I trittico in sette giorni è molto impegnativo, compreso il Torino in campionato e il Bologna in Coppa Italia. La cosa migliore è concentrarci una patita per volta e vedere cosa succede.
Si tratta di una partita a sé dove incontriamo il Barcellona la prima volta nella nostra storia, l’unica big che ci mancava e quella che considero la più bella da vedere e quella con più capacità realizzative. Una misura della nostra competitività, di come il nostro modo di giocare può essere fastidioso.
Potevamo avere un punto o due in più ripensando al rigore sbagliato con l’Arsenal. Considerando il calendario molto difficile, è già stato un successo conquistare matematicamente i playoff. Solo vincendo possiamo qualificarci direttamente agli ottavi. Per me è più importante il prestigio della sfida, per Bergamo e per l’Atalanta.
Sembra che l’Atalanta debba fare regali all’allenatore. La società con le sue conoscenze e capacità può agire benissimo da sola. Deve farli a se stessa per il presente e per il futuro. Io sto bene così: cercare di migliorare la squadra per me è la priorità. Non è che ogni volta che si apre il mercato debba esserci una contrapposizione tra il club e l’allenatore, eppure a quanto si legge e si dice sembra così.
Szczesny è un grande portiere, lo è stato con grande valore nella Juventus per anni. Per lui il Barcellona è un grande traguardo.
In Italia sono difficili anche le squadre tecnicamente inferiori. Non sempre vinciamo largamente, ma anche a Como il risultato poteva essere più ampio. Tolte pochissime gare, l’Atalanta fa sempre qualcosa in più dell’avversario. In Champions concentrazione e attenzione sono sempre al massimo e le dedichiamo anche più adrenalina rispetto alle altre competizioni.
Il Barcellona ha una fortissima identità nel trovare e valorizzare talenti esaltando le caratteristiche del calcio spagnolo, talento, tecnica e velocità. In Italia puntiamo di più sul fisico e sull’algoritmo: i numeri sono ciechi, non vedono. La scuola spagnola oltre Yamal continua a tirare fuori talenti. Chi ci piacerebbe del Barcellona? Noi non compriamo, vendiamo” (Gian Piero Gasperini).
Berat Djimsiti
“Lo spirito è lo stesso di quando giochiamo contro il Como. In Champions è stato un bel percorso e siamo pronti a far vedere di meritare dove stiamo adesso.
Conosciamo tutti qualità del Barcellona e sappiamo che fa tantissimi gol. Noi difendiamo e attacchiamo sempre di squadra e tutti insieme dobbiamo limitare i giocatori di casa. Nemmeno noi siamo male nella fase offensiva: difficile, non impossibile.
Conta il campo, non lo stadio. Nemmeno col Real Madrid abbiamo mai giocato al Bernabeu, qui non siamo il Camp Nou.
E’ un orgoglio sapere di avere tremila bergamaschi a incitarci, un sostegno che non è mai mancato e di cui siamo grati. Speriamo di regalare loro delle emozioni.
Solo il portiere da noi difende o attacco meno degli altri dieci. La squadra deve stare bene in campo e fare bene entrambi le fasi”.
Champions League: Barcellona-Atalanta, le probabili formazioniBarcellona
(4-3-3): 25 Szczesny; 23 Koundé, 4 Araujo, 2 Cubarsì, 3 Balde; 8 Pedri, 17 Casadò, 6 Gavi; 19 Yamal, 9 Lewandowski, 11 Raphinha.
In panchina: 13 Iñaki Peña, 31 Kochen, 24 Garcia, 36 Dominguez, 32 Fort, 35 Martin, 21 De Jong, 14 Torre, 16 Fermìn, 7 Ferran Torres, 10 Ansu Fati, 18 Pau Victor.
All.: Hansi Frick.
Indisponibili: Bernal, Dani Olmo, Iñigo Martinez, Ter Stegen.
Atalanta (3-4-2-1): 29 Carnesecchi; 19 Djimsiti, 4 Hien, 23 Kolasinac; 16 Bellanova, 15 De Roon, 13 Ederson, 77 Zappacosta; 24 Samardzic, 17 De Ketelaere; 32 Retegui.
In panchina: 28 Rui Patricio, 31 Rossi, 2 Toloi, 42 Scalvini, 7 Cuadrado, 22 Ruggeri, 27 Palestra, 8 Pasalic, 44 Brescianini, 25 Cassa, 10 Zaniolo, 48 Vlahovic.
All.: Gian Piero Gasperini.
Indisponibili: Kossounou, Lookman, Scamacca.