Il sottotesto è tutto. Lo dimostra Gian Piero Gasperini quando deve scegliere nella pancia dell’Unipol Domus le parole per descrivere la vittoria non proprio esaltante di Cagliari per mantenere il primo posto: “Il gruppo è così competitivo che anche quando non si gioca in undici riesce a sopperire alle mancanze di qualcuno. Nel primo tempo ci ha salvato Carnesecchi“. Il tecnico dell’Atalanta gradisce la decima di fila ma non certo il modo, suggerendo che c’è chi ha battuto la fiacca quando si trattava di difendere un vantaggio minimo quanto preziosissimo: “Nel finale coi centrocampisti e i difensori siamo stati all’altezza di difendere questa vittoria, ma sarebbe stato meglio se avessimo difeso di squadra. Prima dell’intervallo, invece, avevamo creato poco e abbiamo rischiato concedendo troppo”, sottolinea.
“Col vantaggio è venuta fuori un po’ di immaturità, non abbiamo sfruttato gli spazi aperti e abbiamo un po’ rischiato anche per la fisicità del Cagliari. Nel secondo tempo abbiamo chiuso gli spazi e siamo andati in controllo – il j’accuse dell’allenatore nerazzurro -. In questo momento non siamo pronti per lottare per certi traguardi, ovvero lo siamo con una buona fetta di squadra, mentre gli altri devono ancora maturare per compere a questi livelli. Sarei stato più soddisfatto se invece che difendere con pochi avessimo difeso con tutti”.
“Dieci vittorie di fila sono un record ma non vogliono dire niente perché le altre sono tutte lì. C’è chi ha giocato col Real Madrid e oggi ha rifatto 95 minuti da leone, non ho visto il peso di tutta questa stanchezza. Avrei preferito che nel finale giocassimo di squadra. A parte Lookman, che m’è sembrato molto stanco, quelli che hanno giocato martedì mi sembravano cresciuti di condizione”, una delle code al veleno dell’analisi gasperiniana. Il primato in classifica merito della rosa lunga? Macché: “Gli altri anni c’era la stessa profondità anche in attacco, Muriel e Miranchuk, più Koopmeiners a centrocampo. Alla fine non ci sono alternative in più, anzi i numeri sono gli stessi”.
Il Gasp non evita di sorseggiare il bicchiere mezzo pieno, senza però farsi mancare i calicini al fiele: “Nel secondo tempo abbiamo giocato con più sicurezza, non concedevamo più gli spazi del primo. Zaniolo ha fatto un bel gol e buone giocate, è migliorato nel dinamismo ma deve lavorare di più nel finale nelle posizioni difensive. Non possiamo permetterci ogni volta che fa gol di riscaldare il pubblico e rilanciare l’ambiente insieme all’avversaria”. Dopo la stoccatina al match winner, la dose rincarata: “Nel primo tempo abbiamo giocato molto offensivi con tre attaccanti concedendo spazi, ma il problema grosso è che non eravamo abbastanza pericolosi. Poi abbiamo avuto più continuità: nel finale potevamo essere più efficaci per soffrire un po’ meno, per fortuna abbiamo qualche guerriero che difende questo tipo di partite anche in inferiorità numerica”.
Dal fiele del mister (anche per l’acciacco di turno, “Hien è uscito perché ha preso un colpo alle costole”), al miele nelle parole dei giocatori a Dazn nel terzo tempo. “Vittoria importante per l’umore e il riscatto del gruppo su un campo difficile, dove cascano molte squadre, dopo una sconfitta pesante in casa in Champions League – l’opinione del salvatore della patria, Marco Carnesecchi -. Sulle tre parate di fila bisogna essere anche fortunati, il merito della vittoria non è mio ma della squadra che ha saputo difendere il vantaggio. Bergamo può sognare insieme a noi, non posso dire quanto: non pensiamo di essere più forti degli altri perché siamo primi, ogni volta ritorniamo in campo con umiltà”.
“Questa gara è stata una battaglia – aggiunge Lazar Samardzic, che ha imbeccato Bellanova per l’assist vincente a Zaniolo -. I cambi sono sempre molto importanti e siamo sulla strada giusta. Sappiamo come giocare, il secondo tempo è stato bello”. “Ogni vittoria è importante per il nostro cammino, ci divertiamo a giocare insieme e si vede nelle dinamiche della partita – la chiosa di Sead Kolasinac -. Vogliamo innanzitutto crescere come squadra: non penso allo scudetto, non è importante pensarci adesso. Ogni partita è dura anche fisicamente, è normale e fisiologico sentire un po’ di stanchezza quando si gioca ogni tre giorni. Ma noi siamo sempre pronti”.