Vigilia di Champions alla MHP Arena, un tempo solo Neckarstadion, per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini che mercoledì sera in occasione della quarta giornata ritrova un vecchio amico. Vecchio si fa per dire, e non solo perché ha solo 23 anni: “El Bilal Touré è stato sfortunato, due interventi nel giro di pochi mesi per lo stesso infortunio. Un ragazzo di grande fiducia, molto professionale, che da gennaio ci ha dato un bel contributo facendo qualche gol importante e partecipando alla finale di Dublino. Voleva andare fortemente a Stoccarda in estate, sono contento stia bene e ha fatto un gran gol alla Juventus. Ma ora basta, spero che si fermi lì…”, il proemio a mo’ di battuta piena di stima e di affetto del tecnico nerazzurro.
“Sappiamo tutti che El Bilal ha qualità ed è un giocatore fortissimi, un bravo ragazzo e un amico. Giocare contro di lui è una sfida”, ribatte Isak Hien, nel prepartita insieme all’allenatore dei bergamaschi. “Domenica a Napoli ho giocato bene, ma domani è un’altra sfida. La Champions è diversa dal campionato, le partite sono un po’ più aperte. La mia vita e la mia carriera sono cambiate tanto, giocare con l’Atalanta è un’altra cosa rispetto a Verona dove però ho imparato tanto anche come uomo. Era il mio primo anno in Italia: era una sfida molto importante, adesso gioco per altre cose a Bergamo e sono contento. Il gioco era simile, con Gasperini ho lavorato tanto sui dettagli, su come mi posiziono in tante situazioni”, il sunto, anzi la trascrizione integrale del laconico pronunciamento del perno svedese.
Nei confronti del suo moloch difensivo, ecco i complimenti del profeta di Grugliasco: “Hien s’è inserito fin da quando è arrivato, merito suo e dell’esperienza maturata a Verona dove giocava in una difesa a tre simile alla nostra. I dettagli sono importanti, i sistemi di gioco non sono tantissimi e si lavora sulle piccole cose: a Napoli, da parte sua, un chiaro sintomo di crescita ed evoluzione, può diventare ancora più importante di adesso”.
Lo Vfb Stuttgart, per il Gasp, è degno della massima attenzione: “Una squadra con la S maiuscola, che sa attaccare con tanti uomini, duttile tatticamente e forte fisicamente. Abbiamo visto tutti cosa è stata capace di fare in casa della Juventus e ancor prima dal Real Madrid. Bisogna tenerne sotto controllo i giocatori offensivi, anche se c’è stata la defezione importante di Leweling. Sebastian Hoeness è il De Zerbi tedesco? Non lo conosco personalmente, ma seguo il suo lavoro dall’anno scorso e da parte nostra c’è la massima attenzione”.
Il mister apre anche il capitolo dei rimpianti, leggi due zero a zero, anche se quello iniziale con l’Arsenal non sembra fare così male, col tris allo Shakhtar nel mezzo: “Basta poco per risalire o perdere posizioni. Purtroppo ci mancano 2 punti che pesano, quelli che non siamo riusciti a conquistare col Celtic. Dobbiamo cercare di far punti ovunque, perché poi dovremo affrontare Real Madrid e Barcellona – il suo pensiero -. Mi aspetto uno Stoccarda forte, compatto e organizzato. Noi a tre o a due davanti? Giochiamo sempre con tre uomini offensivi, ma non abbiamo un sistema unico di gioco, come del resto gli avversari. L’anno scorso Koopmeiners ci consentiva di variare. Stavolta abbiamo Pasalic, o Brescianini o Samardzic, ma possiamo giocare con tre attaccanti puri”.
Infine, sulla “rosa allargata” dopo gli 11 nuovi al calciomercato estivo: “Nel calcio sono sufficienti 16-17 giocatori fissi per affrontare tante partite. L’importante è la squadra, non la rosa. Ma quest’anno abbiamo variato molto con tanti giocatori nuovi che stanno lavorando tutti bene e si stanno integrando, capaci come sono di garantire a turno buone risposte sul campo. Mi baso sempre su un nucleo solido nella speranza che possa essere incrementato con tutti gli altri”.