Delusione collettiva, anche se sono state alcune prove individuali a lasciare un po’ a desiderare, per un’Atalanta che non ha compiuto la missione non certo impossibile di allungare il passo nella League Phase di Champions contro un Celtic tutto difesa e pochissima transizione. Il meglio in mediana e, in larga parte fino all’intervallo, da uno Zappacosta sforna-palloni, poi la stanchezza ha appannato il mirino davanti. Marten de Roon ha onorato la fascia al braccio producendo più d’un decimo dellee chances nitide nerazzurre, col suo solo tiro nella ripresa, lui che rinculava più di tutti.
Carnesecchi 6: due tiri in porta non impossibili da prendere e, per dirne una, il tracciante di Maeda su cui va leggermente in affanno.
Djimsiti 6,5: tutto bene, specie nel sostegno al forcing, ma qualche incornata da palla inattiva poteva pure concedersela.
Hien 6,5: l’ultima chance è la sua, ma chiedergli di fare il centravanti di riserva quando su cinque attaccanti non ne segna mezzo sarebbe troppo.
Kolasinac 6,5: rientra dall’influenza in tempo per affaticarsi a due fasi. Roccia (33′ st Ruggeri 6: un paio di cross addosso all’avversario diretto e uno a segno per l’ultima svettata di Hien).
Bellanova 5,5: in ritardo nei tagli e in una sponda in avvio, non salta mai l’uomo e sgancia l’ombra di un crossetto col piede debole (13′ st Samardzic 6: ci mette il piede anche su azione, senza però inventarsi granché. Entra addirittura da quinto guadagnando comunque il campo, senza trovare linee di passaggio pulite).
De Roon 7: si scambia con Ederson per seguire Hatate, che fa lo stesso con Engels, finendo per dare fastidio al play basso McGregor: un passetto in più e magari la metteva. Spettacolare quando rincula, è un uomo squadra come nessuno. Avesse le stimmate del fantasista andrebbe pure a risolverla da solo. Non è però il compito suo, certe caratteristiche le avrebbero altri.
Ederson 6,5: un altro con le due fasi a energia duracell, la Uefa lo proclama player of the match per questo. Però non riesce a concludere come il Gasp vorrebbe.
Zappacosta 6,5: se il primo tempo offensivamente si regge per buona parte sui suoi palloni dal lato, nel secondo le linee di passaggio diventano così serrate che gli tocca provarci in prima persona.
Pasalic 6: bravo a smarcarsi e inserirsi partendo dalla posizione alle spalle delle due punte, ma su cinque occasioni di cui una sola di piede non sarebbe stato male centrare la porta. A fermarlo ci s’è messa anche la traversa (33′ st Zaniolo 5,5: entra e ne tocca poche senza lasciare il segno. Sta a lui dimostrare di poter essere utile alla causa)
Retegui 6: agisce soprattutto di sponda e d’appoggio, sfornando una pallonessa buona per Zappacosra che alza la mira sull’ennesimo contrasto. Tempismo perfetto, in mezzo a una certa discontinuità dovuta al fatto di dover tirare sempre lui la carretta davanti perfino in azzurro, per la svettata di uno dei miracolini targati Schmeichel (14′ st De Ketelaere 5,5: un destro fiacco e consegne da attaccante puro quando sentirebbe più suo il lavoro di raccordo).
Lookman 6: finché ne ha, resta in campo e ci prova. Di suo, nondimeno, solo col piattone nel triangolo con Retegui. Linee molto chiuse e alla fine si sfianca tra un bel cambio campo e l’altro (24′ st Cuadrado 6: aveva fatto la punta nell’altro zero a zero con l’Arsenal, adesso fa il quinto a destra. Pervenuto, come sempre, facendo meglio di Bellanova).
All. Gasperini 6: bizzarro quel cambio Bellanova-Samardzic per poi mettere effettivamente in campo il serbo grazie all’ingresso di Cuadrado. Del resto la stanchezza, quando si fa sentire, porta a ribaltare interi reparti e fasi come un calzino. Si sarà accorto pure il mister che cambiando chi deve segnare non è che automaticamente la palla vada dentro.