Carnesecchi 6:

niente pezze particolari, anzi un’uscita coi piedi che a momenti Ndoye puniva.

Kossounou 5,5: conferma le doti da braccetto puro, vedi conclusione subitanea, come i difetti tipo l’incollarsi con poco bostick sull’avversario diretto, nel caso di specie l’assistman Ndoye (18′ st Retegui 5: non entra in partita).
Djimsiti 6: scivola sul gol dopo essere uscito forse troppo alto, ma è l’unico errore del match, oltretutto in buona compagnia. Da perno, assente Hien, chi dà maggior sicurezza ed equilibrio al reparto è lui.
Kolašinac 6: non riesce ad alzare la linea difensiva e il fuorigioco non scatta, però rispetto al Como è in crescita di condizione e convinzione. Orsolini mica ha fatto sfracelli dalla sua zolla. E davanti ha guadagnato il fondo un paio di volte, vedi chance per Brescianini quando si rompe (34′ st Zaniolo 7: la voglia di spaccare il mondo trova il muro di casa ma anche Samardzic pronto a sfruttarla).

Bellanova 5,5: è il primo a smarrirsi in occasione dello svantaggio perdendo di vista l’ala sinistra di casa. Non può alzargli la media la traversa da due metri senza ostacoli (18′ st Cuadrado 6: finisce a fare il terzino di spinta sfiorando pure il colpaccio, ma sarebbe servito un miracolo di mira e coordinazione).
De Roon 6,5: trascinatore molto tosto, sul gol preso prova ad arrivare in aiuto ma la toppa non c’è. Ne offre di succulente davanti, in compenso.
Éderson 6,5: energia Duracell ritrovata dopo essersi fatto mangiare vivo da Sergi martedì sera. Aebischer o chi per lui pari non sono.
Ruggeri 5,5: lascia aperto il corridoio difensivo per almeno metà gara per poi chiudere da terzo di sinistra dietro (34′ st Pasalic 6: nel caos del finale partecipa senza troppa precisione, ma molto convinto).

Brescianini 6: un movimento innaturale per cercare di aggiungere il passettino alla sontuosa doppietta di Lecce gli provoca lo stop contro Shakhtar e Genoa. Limita Freuler con la sua fisicità, senza però combinare chissà cosa dalla cintola in su (45′ pt Samardzic 7: veni, vidi, vici, palo, gol e possibile ribaltamento troppo centrale, anche se a carburare ce ne mette. Piede chirurgico).

De Ketelaere 5,5: s’era procurato il rigore trasformato dal VAR in punizione dal limite perché la pedata era fuori nonostante la sbracciata dentro sia stata decisiva agli occhi di chiunque. Regolamento astruso. Lui offre davvero poco di più, perché al netto di un paio di suggerimenti nel primo tempo rischia troppo poco di suo o ha poca mira.
Lookman 6: non sfonda tenendosi l’uno a zero in canna, ma se non ci fosse lui anche in 11 contro 10 la squadra non saprebbe che fare o a chi dare palla. Serve più lucidità, mica solo da lui.

All. Gasperini 6: chiude con un 4-2-3-1 nell’ultimo quarto d’ora dopo aver precedentemente arretrato Ruggeri a braccetto. Se però per raddrizzarla deve sempre e comunque dare fondo all’intera lista delle punte, vuol dire che qualcosa non va. La porta, pure in superiorità numerica, rimane un miraggio troppo a lungo.