Il mondo del lavoro è in continua e rapida evoluzione. Alle esigenze delle aziende si sommano le richieste dei lavoratori, diverse a quelle di qualche anno fa. Qui si inserisce il lavoro di Tempjob, agenzia specializzata nella formazione e selezione del personale, da sempre vicina alla realtà di cui parliamo settimanalmente sulle nostre pagine, quella dello sport. In questa chiacchierata con uno dei tre soci, Francesco Ottone Mesti, vogliamo capire meglio la realtà di Tempjob.
Com’è cambiato il mondo del lavoro in questi anni? “Il mondo del lavoro è cambiato da dopo il Covid perché le persone hanno capito che è il tempo ha un valore superiore al fatto di lavorare 10 o 12 ore al giorno. I ragazzi che si approcciano al mondo del lavoro, lo fanno in maniera diversa rispetto alla generazione precedente. Prima un lavoro era a tempo indeterminato e magari per tutta la vita. Ora c’è un grande turnover dovuto non tanto alla parte economica quanto alla fidelizzazione che il lavoratore ha presso l’azienda che, a sua volta, deve ingegnarsi per sviluppare nuove strategie come il welfare, lo smart working e servizi accessori. Insomma, non si guarda più solo allo stipendio”.
E per quanto riguarda le aziende? “Dalla parte degli imprenditori il mondo del lavoro è cambiato per la difficoltà di trovare specializzazioni per determinate figure. Mancano tante specializzazioni che vanno dagli ingegneri meccatronici, agli operatori cnc, al saldatore, senza dimenticare cuochi o camerieri, questo proprio perché molte persone hanno preferito passare al lavoro d’ufficio per avere più tempo libero”.
I dati sono emblematici… “Ogni mese in Italia mancano oltre 500.000 lavoratori e il turnover in azienda è di 1 anno e 8 mesi. Un ragazzo cambia spesso per cercare di crescere in termini di qualità del lavoro e ruolo in aziende”.
Qui si inserisce Tempjob. “La nostra attività cerca di creare un mismatch tra le aziende e la volontà dei lavoratori talvolta già qualificati, altre guardando figure junior che cresciamo attraverso i nostri corsi di formazione fatti su misura per l’azienda”.
Insomma, i corsi di formazione possono essere determinanti. “I corsi sono un investimento. Tendiamo a fare dei corsi su richiesta delle aziende, entrando in sintonia con loro per capire cose serve davvero e non a cosa aspirano. Se un’azienda ha bisogno di un saldatore skillato non serve un corso. Altre volte, una realtà deve capire che ha bisogno di prendere un ragazzo che non è un costo, magari nemmeno un guadagno immediato, ma un investimento per un futuro. Con i nostri corsi facciamo risparmiare dai 9 ai 12 mesi di formazione di un profilo”.
I corsi, tra l’altro, sono pratici ed estremamente efficaci. “I nostri corsi sono pratici per l’80%. Ora abbiamo attivato un corso in Alstom dove servono dei ragazzi che saldino su alluminio, quindi un materiale difficile e per lavorare servono 13 qualifiche. Noi li prepariamo al meglio. Su 250 ore, 190 sono di pratica. I corsi sono per persone disoccupate e quindi possono adattarsi anche per chi nella vita faccia sport agonistico. Il placement, cioè la capacità di inserimento nel mondo del lavoro, è dell’88%”.
Cosa devono fare le aziende per restare al passo con i tempi? “Devono fidelizzare i dipendenti cioè farli crescere, farli stare bene e farli sentire al centro del progetto. Una volta le aziende avevano i laboratori delle arti e dei mestieri. Negli anni questa tradizione si è persa per pensare al fatturato immediato. Ora, invece, curare la formazione è diventato necessario. Un corso di carrozziere, di elettricista, di tornitore dà la possibilità, anche post scuola, di entrare facilmente nel mondo del lavoro. Se una parte del futuro del mondo del lavoro si basa sulle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e la meccatronica, un’altra si baserà sempre sul lavoro manuale e proprio in quest’ottica formazione vuol dire anche aggiornamento”.
A cura di Fabio Manara
Nelle foto: Ottone Mesti di Tempjob è anche un dirigente del VillaValle. Sotto è con Domenico Miele e Roberto Gotti