Il momento decisivo? Il 3-2 alla Fiorentina a metà partita dopo aver riconcorso e rimontato, ma c’è il fattore ambientale sotto le Mura e all’ombra della Maresana: “Lo stadio è totalmente cambiato dall’estate del 2016, al mio arrivo a Bergamo. Un’architettura bellissima, coinvolgente, con le coperture e due curve molto grandi che assicurano la spinta per fare qualcosa in più”. Ne è convinto Gian Piero Gasperini al triplice fischio: “La gente ha trascinato l’Atalanta. L’entusiasmo c’è sempre stato, un Gewiss Stadium così come lo vediamo oggi no. E fa la differenza, come il tridente. Possiamo rimproverarci di non averla chiusa con quelle quattro occasioni nitide nel secondo tempo”.
Un mister soddisfatto e beato nel catino rimesso a nuovo con oltre 22 mila spettatori, ma anche per la capacità di reazione dei suoi. Nonostante manchi qualcosa, a suo dire: “In attacco siamo corti, non possono sempre giocare insieme De Ketelaere, Retegui e Lookman. In attesa di recuperare Zaniolo al meglio della condizione, non ci sono cambi. Brescianini non è una punta, Samardzic nemmeno e dobbiamo imparare a conoscere entrambi – continua il Gasp -. Dietro, con Godfrey e Toloi fuori per infortunio e Kossounou appena arrivato, De Roon, anche se a Milano con l’Inter non aveva fatto bene nemmeno lui, è sempre importante. Ha giocato meglio lì nella ripresa che nel primo tempo in mezzo”.
Il mea culpa, sui due gol beccati da una squadra incapace fin qui di vincere, è scontato: “La volta è stato il vantaggio trovato prima dell’intervallo, ma potremmo anche smetterla di prendere gol sui cross dentro l’area o sugli sviluppi delle palle inattive, come stavolta sullo 0-1 da corner e a San Siro da rimessa laterale, ma è anche vero che sul 2-2 siamo stati bravi a sfruttarne una noi – sottolinea il tecnico nerazzurro -. E’ stato non il migliore, ma sicuramente un bel pomeriggio per questo esordio in uno stadio pieno, nuovo e meraviglioso. Un teatro bello che valorizza la spinta della gente, che s’è sentita nelle fasi di stanca del secondo tempo. La condizione è ancora da migliorare, come l’attenzione sugli aspetti difensivi. Non si può sempre prendere gol così”.
Due inutilizzabili, al netto della coppia da crociato Scalvini-Scamacca che si rivedrà l’anno prossimo (forse il difensore anche prima), un mastino che s’è allenato in gruppo appena due volte e uno Zaniolo tuttora da inserire, uguale meno cambi a disposizione. Una tesi riconfermata come i soli tre avvicendamenti, a San Siro come al rientro in casa dopo 105 giorni: “In difesa c’era solo Kossounou, potevo fare entrare Sulemana ma era tardi e davanti siamo in difficoltà. Hien è uscito per scelta tecnica e perché a rischio di secondo giallo, non è stata una buona giornata per lui ma ne troverà una bellissima con l’Arsenal”.
Davanti, le settebellezze: “Lookman lo conosciamo, sappiamo il suo valore, non l’abbiamo avuto per due giornate di campionato. Ha fatto una bellissima gara, il tridente con Retegui e De Ketelaere, anche se non è sempre possibile schierarlo, ha fatto la differenza – osserva Gasperini -. Mateo, invece, sta facendo gol splendidi liberandosi dalla marcatura e staccando in mezzo a due difensori. Gli manca il gol di piede su azione, può migliorare minutaggio, dinamismo e la tecnica negli scambi: ha dei margini, ma dentro l’area è molto prolifico”.
Testa al battesimo del fuoco della nuovissima League Phase, 4 in casa e 4 fuori giocandosela per la qualificazione diretta agli ottavi di Champions arrivando nelle magnifiche otto o spareggiando dal nono al ventiquattresimo posto: “L’Arsenal è un cliente difficile mai incontrato prima. Con tante big abbiamo fatto buonissime figure, qualcuna siamo riusciti a batterla. Abbina tecnica e velocità, attacca e difende con tanti giocatori, è un bell’esempio di squadra”.
Un terzo tempo, nella pancia del santuario del pallone cittadino, alla ribalta anche per Berat Djimsiti, cui è sfuggito un Kean di troppo a 9′ dalla pausa sull’1-2 e per fortuna è stato palo esterno. “Non una domenica ideale, da difensore, perché abbiamo preso due gol abbastanza evitabili. Ma finalmente dopo tanto tempo abbiamo giocato nuovamente in casa, ci ha dato una spinta enorme. Sono arrivati tanti nuovi, ma siamo avanti nella preparazione, a qualcuno magari serve più tempo per inserirsi. Noi qui da tanti anni li aiutiamo, così il mister non deve sempre ripetere le cose”, la lunga premessa del braccetto albanese tornato perno col cambio Hien-Brescianini.
Sguardo ai Gunners e alle armi per cannoneggiarli: “L’Arsenal negli ultimi anni ha fatto grandi stagioni, è molto forte e compatto nelle due fasi ed è difficile fargli gol. Ma noi l’anno scorso abbiamo fatto bene in Europa, abbiamo le caratteristiche per metterli in difficoltà – chiosa il numero 19 -. Retegui è molto forte, 4 gol in 4 partite, in area non gli serve tanto per fare gol, in allenamento mi tocca marcarlo e non è facile. Lookman lo conosciamo, ha avuto difficoltà col mercato e gli abbiamo detto di stare tranquillo: ‘Fa’ quello di prime e siamo tutti contenti’. Ci ha dato retta”.