“Anche sui due gol presi all’inizio di entrambi i tempi ho avuto l’impressione che la squadra sia intaccata nel morale dalle ultime vicissitudini”
. Pur senza cercare alibi, Gian Piero Gasperini ha le chiavi per interpretare il momento no della sua Atalanta: “I nuovi non hanno ancora avuto il tempo di vivere Bergamo, che non è solo euro e dollari, ma soprattutto emozioni e attaccamento al territorio. Dopo la sosta inizia un’altra stagione, con l’organico finalmente al completo tranne Scalvini e Scamacca che è inutile continuare a mettere tra gli assenti perché lo saranno a lungo e la prima davanti al nostro pubblico con la Fiorentina a stadio finalmente terminato”, il pensiero del tecnico.
La Dea versione cantiere è un’altra spiegazione di un cedimento netto al cospetto dell’Inter campione d’Italia: “In vita mia ho sempre dovuto rifare le squadre. Di sicuro in primavera non c’era intenzione di cambiare 10-11 elementi, poi 6 o 7 sono arrivati nelle ultime settimane. La sosta non favorisce di certo l’inserimento di questi giocatori: con l’organico al completo non ci sarà bisogno di adattamenti come stasera”, precisa Gasperini.
L’analisi del match non lascia spazio a rimpianti: “L’approccio all’inizio dei due tempi è stato devastante e determinante. Abbiamo almeno avuto modo di vedere i nuovi. I due gol nel secondo tempo sono stati presi in modo orribile. Ma abbiamo anche cercato di costruire qualcosa e abbiamo avuto la possibilità almeno di riaprirla. La velocità, la tecnica e la capacità di tiro dell’Inter ci danno sempre fastidio”.
Le ragioni principali della sonora sconfitta sono lì sul piatto: “I primi dieci minuti hanno determinato umore e risultato. Dopo la sosta potremo contare su tutti gli effetti, stavolta eravamo molto in difficoltà in difesa dal punto di vista numerico. Mentalmente abbiamo tenuto, ma siamo una squadra raffazzonata da ricostruire – insiste il Gasp -. Pur nel risultato fortemente negativo, ho visto ragazzi che hanno cercato di tenere il campo fino alla fine. Nel primo tempo abbiamo cercato il gol e potevamo anche fare qualcosa di più. Il punto è ripartire da un organico più al completo”.
A finestra estiva ormai chiusa, il giudizio dell’allenatore è interlocutorio: “Ci sono state plusvalenze e con esse la disponibilità per investire, anche se buona parte dei giocatori sono arrivati nelle ultime due settimane. Abbiamo incassato molto e perso, in un caso definitivamente, giocatori che valevano tanto. Gente come Scamacca, Scalvini, Lookman che è appena rientrato in gruppo e Koopmeiners – prosegue -. In rosa ci sono dieci-undici nuovi da studiare. Dobbiamo sperimentare in campionato quello che non siamo riusciti a fare in 50 giorni di preparazione estiva finora. La Champions per la quarta volta in sei anni ci darà ulteriori stimoli, è un traguardo straordinario e le affronteremo al meglio”.
Non manca il giudizio sui singoli: “Ederson ha bisogno di trovare la condizione, è stato fermo tanto per la Copa America in cui del resto ha giocato pochissimo ed è pure tornato tardi. De Ketelaere era in panchina ed è normale che entrasse, l’altro attaccante era Lookman che però s’è aggregato solo da pochissimo – chiude Gasperini -. Mi attacco alle cose positive, vedi la tenuta mentale di Retegui sui 90 minuti, ma mi sono piaciuti anche ragazzi come Samardzic e Brescianini. Non ho rimproveri da fare, De Roon e Pasalic, per dire, hanno dato il massimo. Finalmente a metà del mese prossimo con la Fiorentina riavremo finalmente il nostro stadio finito: è un peccato non aver avuto alcun contatto vero coi tifosi a Zingonia. Su Zaniolo difficile fare previsioni. Oggi è rientrato Toloi, dopo la sosta tornano Kolasinac e vediamo il nuovo Kossounou. E’ arrivato Cuadrado, c’è ancora Godfrey che magari avrà il suo momento per essere valutato. Palestra fa parte della rosa e ne va verificata la crescita”.
Chiosa per Raoul Bellanova: “A San Siro se prendi il primo gol facendotelo da solo e il secondo entro i primi dieci minuti non è facile. C’è da rimboccarsi le maniche, siamo tanti giocatori nuovi e l’Inter è la squadra più forte in Italia. Dopo la sosta va data una svolta alla classifica”, dichiara l’esterno-cavallo di ritorno. “Il periodo di ambientamento per capire i sistemi dalla squadra e integrarmi coi compagni l’avevo dovuto scontare anche l’estate scorsa al Torino – termina il ventiquattrenne di Parabiago -. L’Inter trova le punte benissimo ed esce cogli uno-due anche nello stretto: quando spunta, non hai il tempo di trovare le giocate. Non sono per niente contento nemmeno della mia prestazione personale, devo e posso solo migliorare”.