Milano, stadio “Giuseppe Meazza” in San Siro, venerdì 30 agosto 20.45 – 3a giornata serie A
Inter – Atalanta 4-0 (2-0)
INTER (3-5-2): Sommer 6; Pavard 7,5, Acerbi 7, Bastoni 7 (16′ st Carlos Augusto 6); Darmian 7, Mkhitaryan 7,5, Calhanoglu 6,5 (16′ st Asllani 6), Barella 7 (34′ st Frattesi sv), Dimarco 7; M. Thuram 8,5 (34′ st Taremi sv), Lautaro Martinez (cap.) 6 (38′ st Arnautovic sv). A disp.: 12 Di Gennaro, 13 J. Martinez; 6 De Vrij, 31 Bisseck, 2 Dumfries, 7 Zielinski, 8 Arnautovic, 11 Correa. All.: Simone Inzaghi 7,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi 5,5; De Roon (cap.) 5, Djimsiti 4, Ruggeri 5; Bellanova 5 (13′ st Toloi 6), Pasalic 5,5, Ederson 5,5, Zappacosta 5 (35′ st Palestra sv); Samardzic 5,5 (35′ st De Ketelaere sv), Brescianini 5,5; Retegui 5,5. A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 5 Godfrey, 49 Del Lungo, 7 Cuadrado, 43 Riccio, 46 Manzoni, 25 Cassa, 11 Lookman, 48 Vlahovic. All.: Gian Piero Gasperini 5.
Arbitro: Marchetti di Ostia Lido 7 (Imperiale di Genova, Colarossi di Roma 2; IV Sacchi di Macerata. V.A.R. Marini di Roma 1, A.V.A.R. Doveri di Roma 1).
RETI: 3′ pt aut. Djimsiti (I), 10′ pt Barella (I), 2′ e 11′ st M. Thuram (I).
Note: serata afosa, spettatori 71.745 di cui 995 atalantini nei settori loro riservati. Cooling break 25′ pt, 26′ st. Ammoniti De Roon e Retegui per gioco scorretto. Tiri totali 12-11, nello specchio 5-1, parati 2-1, respinti/deviati 2-2, legni 1-0. Var: 1 (check). Corner 3-4, recupero 3′ e 4′.
Milano – Djimsiti sbaglia porta, Barella la prende al volo sul flipper da rimessa laterale e la cartacarbone nell’incipit del secondo tempo del doppiettista Thuram è la condanna definitiva di una difesa per due terzi senza difensori di ruolo, a dispetto del poi subentrato (sotto di 4 gol) Toloi e Godfrey tra le riserve. Colpita a freddo, l’Atalanta nella tana dell’Inter campione d’Italia non ha risorse a sufficienza, in alcun reparto, per reggerne l’urto, finendo per crollare senza mai davvero essere rimasta in partita. Ma se si barcolla dietro ci sarà poco da fare per parecchio tempo. Ora la sosta, che restituirà ovviamente i nazionali cotti e stracotti, per presentarsi a metà settembre per la prima volta al cospetto del Gewiss Stadium contro la Fiorentina.
Senza Bakker, Hien, Kolasinac, Scalvini, Scamacca, Sulemana, Zaniolo più il nuovo Kossounou, comunque, davanti a una corazzata scevra di errori sarebbe servito un miracolo. Altro che tabù da sfatare, la sfida non c’è stata e basta. Un confronto impari, perché le soluzioni d’emergenza combinate con una serata generale stortissima fanno della compagine bergamasca un gruppo in balia del minimi refolo di vento.
Partenza sparata dei padroni di casa, con liscio impappinatissimo di Darmian nel gioco tra quinti con Dimarco al minuto e mezzo abbondante dopo il tacco iniziale di Barella e il figlio d’arte a infilarla poco più tardi grazie alla deviazione del perno albanese, spiazzante per Carnesecchi, sul filtrante di Mkhitaryan. Nell’occasione, a salire a sostegno, col penultimo passaggio di tacco, è Pavard. Se la controffensiva Ruggeri-Samardzic alla cinquina cronometrica sfocia nel cross dritto in curva, è il portiere nerazzurro a evitare il raddoppio all’ottavo stendendo braccio e pugno a mezz’altezza alla propria destra sulla punizione a due tra il pendolino mancino locale e Calhanoglu, davvero una gran botta concessa dalla scorrettezza di Ederson sul primo crossatore di giornata. La sfida continua a parlare meneghino ed è il braccetto destro francese a servire di testa, nel flipper in gioco aereo con Djimsiti a liberare sulla rimessa laterale di Bastoni, la mezzala cagliaritana per il sinistro incrociato al volo dal limite.
Al quarto d’ora, la sveglia ospite improvvisa con Zappacosta, imbeccato dall’apertura del trequartista ex Udinese, a costringere Sommer al tuffo con Retegui in difetto d’equilibrio sul tap-in mancino sottomisura. Due giri di lancetta e il sorano, lungo la ripartenza Ederson-Brescianini, cerca l’imbeccata per Bellanova che non può arrivarci. Alla svettata del centrocampista di Erbusco, scollinato il ventesimo e trovato dalla scucchiaiata di sinistro di Pasalic, invece, mancano forza e anche direzione. La Beneamata pare aver finito temporaneamente la benzina e al 24′, alle soglie del cooling break, Samardzic si gira per servire l’oriundo argentino che sposta e calcia alto. Al rientro in campo, il palo mancino di Thuram, nel corridoio pescato dal suo laterale destro, con lo sporco in traiettoria di Ruggeri salvifico, visto che la manda sul legno lontano a Carnesecchi ormai fuori causa. Problemi per l’unico difensore titolare di ruolo, il povero Berat, che a 14′ dall’intervallo risente più di Lautaro del pestone poco prima della mezzora.
All’Inter ora manca l’ultimo passaggio, alla Dea qualcosa più delle palle in mezzo di Zappacosta. Combinano però benino, se non altro, i due trequartisti di Gasperini e Samardzic (39′) appoggia a lato dalla lunetta incrociando il suggerimento di Brescianini. Fuoco di paglia? Basta prendere atto di quanto segue sul taccuino per accertarsene. In avvio di ripresa Thuram illumina per Mkhitaryan che sul contrasto di Bellanova, alla prima da atalantino, per modo di dire, allarga il diagonale di mezzo metro. Il disastro è però dietro l’angolo: fotocopia del 2-0, Djimsiti stavolta colpisce di testa all’indietro, Pasalic tiene in gioco il francese che da due passi non può far altro che insaccare sul mancato anticipo di Zappacosta. Al 6′ Lautaro sfiora il poker in volée di controbalzo sul traversone by Dimarco, tre minutini più tardi l’autore del bis di seconda non inquadra lo specchio da fuori di destro sugli sviluppi del primo angolo interista. Al decimo Djimsiti di caviglia devia sopra la traversa il conato di Thuram su lancetto del regista turco, che poi si rifà controcrossando per la sponda di ritorno di Mkhitaryan a favore della seconda zampata personale del franco-guadalupense per il poker nel punteggio ancora col sorano in ritardo. Quest’ultimo finalmente si riallarga a destra con Ruggeri dall’altra parte grazie alla staffetta tra l’ex torinista e Toloi, ma la squadra non va oltre il sinistraccio alle stelle di Super Mario (18′) sul movimento di Retegui ed Ederson.
Il lampo in slalom di Samardzic è spento da Acerbi in corner oltre il ventesimo. Quello del buon Mateo, rimasto col cerino in mano davanti (25′), in asse con Djimsiti, termina dritto in fallo laterale. Il ping pong in area atalantina al 32′ non sfocia nella manita per una serie di rimpalli, mentre a 8′ dal 90′ l’offside nega il pokerissimo a Dimarco, penetrato come il burro col taglio a centro aerea su invito di Frattesi dal lato corto di sinistra. Toloi, di suo, non ci va così lontano (40′) all’intersezione destra della lunetta sullo scambio con Retegui, anche se si tratta di garbage time. L’uno-due con Arnautovic proietterebbe alla prima gioia personale Taremi, bruciato da De Roon. L’austriaco la fallisce di ginocchio su pallone a rientrare di Asllani figlio del terzo tiro dalla bandierina a recupero che ormai incombe. 92′: Mateo riceve da De Ketelaere, s’attarda un po’ e Acerbi è il solito totem.