Atalanta – Empoli 2-1 (1-1)ATALANTA (3-4-1-2):
Pardel 7; Tavanti 6, Guerini (cap.) 6,5, Tornaghi 7; Ghezzi 6,5, Manzoni 7,5, Colombo 6,5, Armstrong 6,5 (16′ st Martinelli 6,5); Bonanomi 6,5 (27′ st Camara 6); Fiogbe 7,5, Vavassori 7 (27′ st Riccio 6,5). A disp.: Sala, Bonsignori Goggi, Ragnoli Galli, Jonsson, Capac, Previtali, Mencaraglia, Maffessoli. All.: Giovanni Bosi 7.
EMPOLI (3-5-2): Seghetti 5,5; Dragoner 6, Indragoli (cap.) 6, Pauliuc 6,5; Bonassi 5,5 (1′ st Majdandzic 6, 37′ st Ansah sv), Vallarelli 6, Bacci 6 (1′ st Popov 6,5), Matteazzi 6,5 (28′ st Stoyanov 6), Fini 6; El Biache 6,5 (43′ st Orlandi sv), Nabian 6. A disp.: Poggiolini, Falcusan, Bacciardi, Tosto, Rugani, Forciniti. All.: Alessandro Birindelli 6.
Arbitro: Ramondino di Palermo 6 (Laghezza di Mestre, Pandolfo di Castelfranco Veneto).
RETI: 5′ pt Indragoli (E), 17′ pt rig. Guerini (A), 33′ pt Manzoni (A).
Note: mattinata soleggiata e tiepida, spettatori 200. Ammoniti Bonassi, Dragoner, Martinelli e Tornaghi per gioco scorretto, Pardel per ritardata rimessa in gioco. Espulso Bosi (all. A.) al 36′ pt per proteste. Occasioni da gol 14-6, tiri totali 18-10, parati 7-2, respinti/deviati 4-1. Corner 5-4, recupero 1′ e 5′.
Alzano Lombardo – Guerini-Manzoni (seconda dopo la Spal in Coppa Italia e sesta) per ribaltarla e acciuffare a quota 37 la coppia Roma-Torino, inseguitrici a meno 10 della battistrada Inter, con la prospettiva di poter staccare entrambe entro i prossimi due turni. Sotto al primo assalto col coriaceo Empoli, la Primavera dell’Atalanta, che fa esordire il centravanti dell’Under 18 di Lorenzi, il franco-guineano Henry Naby Juny Camara, 18 anni il prossimo 6 maggio, pare aver fatto il salto di qualità nel periodo della transizione del suo bomber Vanja Vlahovic all’Under 23. Reduce dalla vittoria dal Lecce, l’ammiraglia del settore giovanile di Zingonia allunga a 5 la serie positiva: lunedì 26 alle 16 si va dai granata al Filadelfia, mentre marzo inizia sabato 2 alle 13 ospitando proprio i giallorossi.
Pronti via, nemmeno il tempo di prendere le misure, anzi sì viste palle perse e ambasce sulla destra in fase di copertura, e Indragoli, sull’onda corta dello schema dalla bandierina El Biache-Bacci, l’ha già indirizzata avventandosi sul botta e risposta tra lo svettante Matteazzi e la pezza di Pardel. Il tap-in da un passo non ha un seguito immediato di caccia allo spostamento inerziale da parte nerazzurra, anche perché gli spazi sono tanto intasati da indurre Colombo a decentrarsi a destra per un traversone nel nulla (13′). Niente panico. Dopo un tambureggiamento insistito a mancina cui partecipa anche Tornaghi, infatti, sull’asse Armstrong-Vavassori c’è la spintarella di ritorno del capitano-bomber ospite sulla linea di fondo ai danni del numero 11 di casa e così il collega dell’autore del falletto con la fascia al braccio può piazzarla bassa nell’angolino dal dischetto.
Inizia un’altra partita e al 27′ c’è la chance di mettere il naso avanti grazie al cross a rientrare del regista bollatese per la torre di Tornaghi, due gialli provocati a ruota del pari con le sue sgasate, a favore della girata di fronte del match winner di lì a poco che per mezzo metro non inquadra il sette. Ormai si gioca a una porta, o meglio a un’area sola, e alla mezzora e oltre Seghetti deve calare la saracinesca su Fiogbe, rientrato sul sinistro in chiusura di triangolazione con l’interno succitato, sul tap-in di Vavassori e a tiro del sorpasso su Bonanomi, liberato dallo scarico della seconda punta grazie al recupero della punta beninese quando il campo sta finendo. Il viatico alla remuntada di Manzoni, appoggiato dalla scheggia italobrasiliana, ma è il portiere azzurro a impaperarsi non trattenendone il tiro non irresistibile dalla lunetta. Mister Bosi dice a Ramondino una parolina in più e Marco Zanchi deve prendere il comando delle operazioni.
Nabian ed El Biache trovano il muro della Baby Dea, guardinga quanto secca nel ripartire e senza fronzoli in impostazione. Se a un poker dall’intervallo Ghezzi alza il suggerimento sempre dal fondo di uno scatenatissimo Vavassori, a un tris Nabian spaventa l’estremo polacco costringendolo alla difesa del palo di competenza poco al di là del lato corto di destra dopo aver raccolto la rimessa lunghissima di Bonassi. Nella ripresa inizialmente succede gran poco, salvo un contropiede solitario della prima punta atalantina mal sfruttato da Bonanomi alle soglie del decimo, mentre al tredicesimo il tacco di El Biache libera il mancinone largo quanto pericoloso di Nabian. Vavassori perde l’attimo in scia a Manzoni al quarto d’ora. Scollinato il ventesimo, stavolta non ci sono empolesi pronti alla deviazione sul no netto di Pardel allo stacco imperioso di Dragoner da calcio d’angolo tra le proteste avversarie per una presunta irregolarità di Fiogbe a danni dell’ungherese.
Entra lo spilungone transalpino, ma è lo stesso Candas a sfiorare l’imbustamento della pratica ubriacando il centrale magiaro (34′) per trovare però il salvataggio di piede di Pauliuc sulla linea a portiere battuto. I due davanti aprono il destro scaricato a Manzoni per la parata di Seghetti (36′), mentre il solo figlio del Benin la dà di ritorno al contropiedista Riccio che calcia addosso all’ultimo baluardo a una manita dal novantesimo. Il ginocchio di Seghetti sbarra il passo a Camara sul la di Maartinelli, quindi il sinistro sull’esterno della rete del partner di linea in coda al quinto angolo. Il quarto per i toscani sfocia nel mancino pesante quanto largo e alto di Fini dalla distanza al 3′ di recupero, ma è ancora l’altissimo esordiente nella categoria a sprecare con la telefonatina davanti all’area piccola il lavoro fiogbesco. Senza il finalizzatore il gioco scorre perfino più fluido, ma il mirino appannato è il rovescio della medaglia.