La consueta analisi, a tutto campo, di mister Robi Radici chiama in causa passato, presente e futuro dell’AlbinoGandino, diviso com’è tra la voglia di riscatto, dopo la retrocessione della scorsa stagione, e la necessità di indire un nuovo corso, nel segno dei tratti più cari, come sacrificio e senso di appartenenza. Quel che è stato, è stato: la retrocessione rimane ancora oggi un boccone difficile da digerire. Eppure l’estate ha portato in dote, oltre a un marcato rinnovamento dell’organico, una nuova figura-cardine, il diesse Matteo Magoni, che con tutta l’umiltà e la preparazione del caso non si è fatto sfuggire l’occasione di fare breccia in una realtà snella, persino schematica, poco incline ai ribaltoni. Tanto più quando l’allenatore era e rimane uno dei totem indiscussi. Magoni non ha perso tempo e, con un’alacre opera di arruolamento, ha gettato le basi per una… (CONTINUA)
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