di Simone FornoniCarnesecchi 6,5:
ne salva un paio nella seconda metà della ripresa dopo essere sfuggito alla semidisoccupazione (39′ st Rossi sv: un premio a una carriera da ventiduesimo ad altissima fedeltà).
Hateboer 7: da braccetto, avendo perso un po’ di sprint da pendolino puro dopo la sequela di infortuni, è efficace per senso della posizione e presenza fisica.
Bonfanti 8: un killer in guanti bianchi che gioca d’anticipo, tampona tempestivamente e si butta nelle mischie senza paura ma anche senza frenesia. Sembra nato per dirigere l’orchestra del terzetto di guardie nobili dell’area di rigore. E dire che l’anno scorso si faceva la C a Pontedera. Pazzesco, anche se il prepensionamento di Djimsiti non è proprio dietro l’angolo…
Del Lungo 7: esordio assoluto per l’ex ragazzo del Grassina di Bagno a Ripoli, dalla serie D all’Europa con Primavera e Under 23 in mezzo. Bravo nelle preventive, un po’ meno nell’uno contro uno, ma in area i polacchi ci sono arrivati due volte in croce nel primo tempo e per il resto solo nell’assaltino del secondo.
Holm 6: la continuità non è cosa sua, benché non gli si possa imputare alcuna responsabilità precisa. Se si vince quattro a zero e il tuo portiere fa due parate in 95 minuti, poi… (39′ st Palestra sv: il diciottenne di Buccinasco, fino al suo ingresso solo amichevoli tra i grandi, deve riannodare il filo della memoria di quando si affacciava minorenne sul campo principale di Zingonia tra le attese messianiche del nuovo Hateboer).
Pasalic 7: grande solidità e soprattutto abnegazione da mediano ribalta-fronte pronto a usare le spicce in fase di contenimento.
Adopo 6: non fa saltare sulla sedia anima viva nel bene come nel male. Fisicone intagliato nella roccia, a questi livelli non sarà mai più di un onesto backup (46′ st Mendicino sv: 17 anni e il sogno europeo concretizzato saltando il secondo anno da Under 19. Ma ha poco spazio anche in Under 23: calma e gesso).
Zortea 6: a piede invertito fatica un po’ a prendere le misure davanti e dietro, senza però troppi scarabocchi. Se il calcio fosse soltanto attaccare gli spazi come un dannato, avrebbe pochissimi eguali.
Miranchuk 6,5: qualità sopraffina nel tocco e primo tempo da incorniciare, ma anche la pericolosa e atavica tendenza a voler fare la giocata in disimpegno che gli costa almeno una palla persa sanguinosa. Dietro c’è Bonfanti il milanese, niente panico (44′ st De Nipoti 6,5: torna in prima squadra a quasi due anni da un’emergenza covid con la Lazio e smazza l’assist finale. Un torello cui, come Zortea, manca un quid per fare trentuno, perché a trenta ci arriva eccome).
De Ketelaere 6,5: più intermittente di lui non ne esistono tanti, però lavora come un cottimista del mattone, resta sempre dentro la partita e, cosa più importante, a specchio spalancato stavolta fa il suo dovere. Alla prima di piede, peraltro il destro che non è il suo, dopo le capocciate al Sassuolo e agli stessi polacchi all’andata.
Muriel 7,5: nessun giocatore nella storia dell’Atalanta, probabilmente, ha saputo colpire il pallone verso l’obiettivo con pari perizia, precisione, timing e tecnica pura. Ma chi scrive al massimo ha visto Gomez, Ilicic (beh…) e prima di lui Doni per poter giudicare stabilendo confronti e paragoni, non Soerensen o chi per lui degli anni eroici. Nel frattempo, 12 marcature europee e record strappato al Professore (45′ st Cisse sv: l’ex rifugiato vuole e deve ritagliarsi una dimensione tra i big).
All. Gasperini 7,5: ha ragione lui, anche stavolta, nella grande rivoluzione dei giovani. Perché in settimana li può vedere solo lui: a noi comuni mortali o addetti ai lavori, che è lo stesso, viene sbattuta sul muso la politica delle porte chiuse. Ne sa e si nota alla prima palla toccata. Nessun altro avrebbe potuto trionfare con un simile mix, in apparenza oltre l’irrazionale, tra veterani con minutaggio a tassametro e tardi esordienti dalle doti non sempre tendenti a emergere o a farsi notare. Del resto, poi, come ha tenuto a ribadire, i giovani veri tra i titolari erano i due terzi ventenni della difesa, aiutata parecchio da un Super Mario versione libero aggiunto. Dice che in campionato difficilmente si rivedrà qualcosa di simile, ma in cuor suo si sfrega le mani dalla soddisfazione. Se i titolarissimi sono stanchi o rotti, un Bonfanti sicuramente lo può spendere senza alcuna paura.