Mantova – AlbinoLeffe 1-1 (0-0)MANTOVA (4-3-3):
Tosi 6; Matteucci 5,5 (1′ st Fazzi 5,5), Ghilardi 6, Panizzi 5,5, Ceresoli 6,5; Pedone 6 (13′ st D’Orazio 6,5), De Francesco 5,5, Pierobon 6,5 (39′ st Procaccio sv); Guccione (cap.) 6 (23′ st Rodriguez 5,5), Bocalon 5,5 (39′ st Monachello sv), Mensah 6,5. A disp.: Chiorra, Malaguti; Iotti, Gerbaudo, Fontana, Messori, Agbugui, Silvestro, Padella, Yeboah. All.: Andrea Mandorlini 5,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Offredi 6,5; Gusu 7, Marchetti 6,5, Borghini (cap.) 7,5; Petrungaro 6 (23′ st Miculi 6), Doumbia 8, Genevier 7, Brentan 6 (42′ st Giorgione sv), Zoma 7 (42′ st J. Gelli sv); Cocco 6,5, Manconi 6,5 (47′ st Frosinini sv). A disp.: Pratelli, Pagno; Muzio, Milesi, Rosso, Piccoli, Angeloni, Toma. All.: Claudio Foscarini 6,5.
Arbitro: Tremolada di Monza 6,5 (Belsanti di Bari, Ricciardi di Ancona; IV Costanza di Agrigento).
RETI: 7′ st Doumbia (A), 35′ st rig. De Francesco (M).
Note: pomeriggio coperto, spettatori 4.413 circa di cui 113 sostenitori ospiti. Ammoniti De Francesco, Fazzi, Petrungaro, Zoma, Bocalon e Mensah per gioco scorretto. Espulso Gerbaudo (in panchina) al 38′ st per proteste. Tiri totali 12-7, nello specchio 4-4, parati 3-3, respinti/deviati 2-0. Corner 8-3, recupero 0′ e 7′.
Mantova – Solo 4 punti in 10 giornate di regular season da sostituto di Beppe Biava, ma Claudio Foscarini alla fine ce l’ha fatta. Pari e patta, ma il corto muso dell’andata basta e avanza all’AlbinoLeffe per spedire il Mantova in serie D nel ritorno del playout al “Martelli”. Il recupero in mezzo di Manconi, l’apertura di Petrungaro per Cocco, Zoma lanciato dove il campo finisce e Doumbia a rimorchio per l’unicum stagionale in casella. Minuto 52, il cortometraggio si trasforma in lungometraggio solo per lo sgambetto a Pierobon dello stesso autore del passaggio del nasino avanti, invertito di fascia, che consente a De Francesco di rimetterla sul binario. Aggiungiamoci la presa in volo del Gigante di Strozza sull’ultima incornata di Rodriguez sulla pallonessa di Ceresoli per incorniciare il quadretto nella sacrosanta dose di sofferenza.
Che strizza, comunque, dopo nemmeno un giro di lancetta, quando l’ex atalantino citato in coda alla premessa s’incunea a sinistra scaricandola in chiusura di triangolo all’ingrato Mensah che apre all’eccesso il rigore in movimento di piattone. Tre giri di lancetta e la diagonale di Gusu, sostituto da braccetto di Saltarelli col capitano invertito protegge bene dall’assalto di Bocalon l’uscita dei compago guantato sulla palla a rientrare di Guccione spondata di scapola dal mancato rompighiacchio. Ma il risolutore dell’andata, ben lungi dal pensare che da un suo furto con destrezza si sarebbe costruita la strada della gloria, riesce a sprecare ben di peggio all’alba della manita cronometrica, quando Tosi gli respinge sul destro davanti all’area piccola la stoccata centrale del puntero sardo dalla lunetta agevolata dalla lunga fuga di Zoma, bravo nell’intercetto per spezzare la trama lenta della catena di destra virgiliana. Al quarto d’ora niente da fare per la mattonella di Pierobon (alle stelle) concessa da Petrungaro al bergamasco di casa lungo l’out di riferimento. Qualcosa a metà tra la rimessa e il corner corto.
Il bomber bluceleste, scollinato il ventesimo, pur lanciato a rete da Mono l’aletta riciclata a tutta fascia, borseggiatore di Panizzi nell’occasione, dopo la muraglia eretta dal compagno di reparto sul terzino sinistro altrui, grazia ancora il baluardo nemico, sugli sviluppi del secondo corner contro, mentre due giri di lancetta più tardi è il centrale difensivo di sinistra – stavolta all’erta – a smorzare a favore di guantoni protesi il tracciante di Petrungaro diretto teoricamente al finisseur davanti al secondo palo. A un tiretto dalla mezzora Borghini chiude Pierobon, portatosi al limite grazie all’appoggio della punta d’ebano e dello scivolone di Genevier. A nove sinfonie esatte dalla pausa Mensah, raggiunto da lungi da Panizzi, pivotta sul capitano, abile a oscurargli la visuale, riuscendo solo a scagliare debolmente a pelo d’erba la prima conclusione locale nello specchio. Decisamente più indisiosa la seconda di Pedone dai 25 metri a mezz’altezza, agevolato dal recupero dell’ex nerazzurro sul dirimpettaio che controlla male il disimpegno del play francese e dal susseguente la dell’altra mezzala in bianco.
Se i pugni serrati in tuffo di Offredi blindano gli occhiali, la ripresa comincia stancamente con la svettata senza carne né pesce di Ghilardi sullo schema dell’ala locale dalla fascia al braccio dalla trequarti mancina (3′). In attesa del matchball della permanenza in C, due pericoli da saltare a mo’ di ostacoloni. Due corsette d’orologio ed è l’eroe di giornata a recuperare prodigiosamente in tackle per impedire il vantaggio di Pedone, infilatosi sullo scavino guccioniano al culmine del ribaltamento di fronte a tre con Ghilardi e Bocalon che scarica per l’assistman mancato. Poi De Francesco libera il sinistro dalla distanza regalando l’attrezzo alla curva dei tifosi amici. L’autore in canna della chance più evidente se la soffiare su azione di rimessa laterale bassa di Borghini ed ecco l’urlo di gioia liberatorio confezionato a più piedi. Il pendolino romano ex Primavera Toro spreca il giallo sull’ala sinistra di Mandorlini e il burkinabé suo omologo su chi di lì a poco cederà la zolla; l’ultraquarantenne ha ancora l’energia per saltare in area intorno al ventesimo per evitare guai da Fazzi, ex Dea benché solo di cartellino. Poco prima, la punizionaccia manconiana molto larga dopo il fallo speso su di lui dal summenzionato.
Sembra tutto avviato per il verso giusto, finché una respinta di testa corta di Marchetti sul rilancio di Ghilardi provoca l’innesco: Bocalon apre per D’Orazio, Gusu in ascensore la rimette fuori ma Mensah di spalle nota la sua mezzala sinistra con la coda dell’occhio. L’incrocio tra dirimpettai entro il lato corto è da penalty, il finale surriscaldatissimo. Borghini a volo d’angelo a momenti non infila la sua porta (37′) sull’ennesimo spiovente del numero 3. A Genevier non riesce la magato sotto la barriera a un poker dal novantesimo (fallo di Panizzi su Cocco), al 49’19” l’estirada dell’omonimo del compianto batterista dei Pooh è in ritardo sul filtrante di Procaccio. Un ultimo sussulto e si può esultare.
Simone Fornoni