Sassuolo – Atalanta 1-1 (1-0)SASSUOLO (4-3-1-2):
Zacchi 6; Cinquegrano 6 (28′ st Mandrelli 6), Loeffen 6, Miranda 6, Ryan 6; Kumi 7 (44′ st Lolli sv), Casloari (cap.) 6, Mata 6,5 (28′ st Baldari 6); Bruno 7; Russo 6 (42′ st Ajay sv), D’Andrea 6,5 (42′ st Gori sv). A disp.: Rosa, Theiner, Abubakar, Foresta, Martini, Loporcaro. All.: Emiliano Bigica 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Bertini 6,5; Ghezzi 5,5 (46′ st Falleni sv), Guerini 5,5, Regonesi 6; Palestra 6,5, Mendicino 6, Muhameti 6,5 (36′ st Riccio sv), Colombo 6,5; Chiwisa 5,5 (43′ st Del Lungo sv); De Nipoti (cap.) 7 (43′ st Stabile sv), Vlahovic 4,5 (1′ st Vavassori 6). A disp.: Pardel, Saleh, Roaldsøy, Omar, Perez, Bevilacqua, Tornaghi. All.: Marco Fioretto 6.
Arbitro: Gauzolino di Torino 6,5 (Spataro di Rossano, Pandolfo di Castelfranco Veneto).
RETI: 5′ pt Mata (S), 13′ st rig. De Nipoti (A).
Note: mattinata coperta, spettatori 150. Ammoniti Colombo, Cinquegrano, Miranda, Mendicino, Kumi e Mandrelli per gioco scorretto, Bigica al 46′ st per proteste. Tiri totali 15-14, nello specchio 6-7, parati 5-6, respinti/deviati 2-3. Corner 3-4, recupero 1′ e 5′.
Sassuolo (Modena) – Un pareggino incoraggiante per com’è arrivato nella seconda metà, a dispetto d’un avvio stenterello, per la Primavera dell’Atalanta e per il suo bomber alla sporca decina, al di sotto della quota della salvezza diretta. L’ottavo pareggio stagionale raggiunge il numero di vittorie, la marcia non accelera mai. A oggi, sempre spareggio col Napoli all’orizzonte per non scendere di livello. 32 punti in 28 partite restano un bottino magro e là davanti continua a mancare il killer istinct. Per fortuna il lampo di De Nipoti in asse con Palestra induce Miranda alla trattenuta quando la linea di fondo è ormai presa traducendosi nel pari spiazzante a Sassuolo dal dischetto. Il tour de force da trittico è figlio del rinvio a mercoledì 3 maggio (16.30) della ventottesima giornata col Milan, la compagine che è 4 punti sopra i Fioretto-boys avendo appena battuto la capolista Lecce 3-1 al “Vismara”. E mica finisce lì: il 7 maggio a Zingonia sale il Cagliari alle tre pomeridiane e il calendario resterà comunque a maglie fitte dalla trentunesima alla trentatreesima, visto l’altro infrasettimanale del 17 col Bologna (ore 14) a metà fra l’ospitata dal Frosinone sabato 13 (11 del mattino, come oggi) e quella dai salentini dominatori del primo campionato di categoria lunedì 22 all’ora di pranzo.
Una sfida, quella del “Ricci”, condizionata dalla subitanea deviazione con la suola sinistra di Mata sugli sviluppi dello schema da corner rifinito da Bruno nella sua versione corta dalla destra su scarico di D’Andrea, roba da attraversare insieme alla linea di porta anche gli sguardi allocchiti dei difendenti in bianco da trasferta. Poco prima, l’apertura delle danze proprio dalla palla a rientrare dell’autore della zampata per la girata mancina del destripede Russo oltre il montante. Muhameti, che a sei dalla pausa ci proverà troppo da lontano per obbligare Zacchi a più d’un tuffetto dopo un disimpegno elaboratissimo e sbagliato dei padroni di casa finito tra i piedi dell’intero reparto di mezzo ospite e nel recuperò incornerà senza indirizzare né imprimere potenza il cross di Colombo, riciclato esterno mancino per la conferma al piano di sopra di Bernasconi, all’alba del decimo spara alle stelle la punizione conquistata da Mendicino. Di là, subito trequartista e punta d’appoggio per il tiro sbucciato con la sbucata ancora del 9 che sollecita i riflessi di Bertini. Non indovina il 13 in gioco aereo il futuro impattatore cercando di incocciare al meglio il traversone mancino del pendolino improvvisato, mentre è una conclusione per modo di dire la deviazione strozzatissima di Muhameti in scia alla traiettoria dell’esterno dall’altro lato. L’ariete locale è bravo ad arpionarle tutte, come quelle del partner di linea al 23′, ma non incrocia nemmeno a pargarlo, quindi tocca a Kumi nella ciabattata in solitario figlia di un fraseggio in un fazzoletto e a De Nipoti con la telefonata alzata da terra rientrando sul piede preferito. Al 26′ Palestra anticipa il rompighiaccio per la ripartenza a due tra Chiwisa e il friulano, che gliela ritorna nello spazio per corsetta e carambola sfavorevole con Cinquegrano.
Se il Gasp ha problemi con le palle inattive, risultano infruttuose pure nell’ammiraglia del vivaio, vedi schema chiamato dal jolly di Bollate a un tiretto dalla mezzora per il conato di seconda dello zambiano tra le linee sulla respinta aerea di Loeffen, firmatario involontario all’andata (11 novembre, una vita fa) del vantaggio atalantino poi allargato dal capitano. Colpisce malaccio e sbilanciato all’indietro anche il centrattacco locale (43′) al culmine della combinazione Mata-Kumi. Comincia la ripresa e la mano aperta dell’estremo baluardo nerazzurro (6′) sventa il raddoppio del razzente attaccante di Bigica, scattato per il diagonale lungo la discesa irresistibile del vantaggista. Altro corner e Loeffen non indovina la deviazione sul tracciante della sua mezzala destra. Quindi, la magia dell’1-1 seguita da una loffietta sempre partendo in accentrata, dal terzo tempo alto dettato a Regonesi da fermo da Colombo (21′) e soprattutto dalla staffilata di Muhameti sull’apertura di Vavassori, subentrato all’intervallo allo svagato Vlahovic, prolungata dal centrale difensivo destro degli emiliani con effetto scarico: è il settantesimo, la presa nemica è difettosa anche se tanto basta per difendere il legno di competenza. Sorvola l’incrocio il calcio franco a giro di Casolari (33′), non arriva in tempo il figlio d’arte sullo spiovente da destra della sua mezzala sporcato di tempia da Ryan (corner negato). Al poker cronometrico dell’extra time, la stoppata di Mandrelli per smorzare il tentativo di Vavassori, raggiunto a sinistra dalla sventagliata di un Mendicino in crescendo quanto obbligato all’eccesso a rinculare fungendo di fatto da libero aggiunto. Baldari su prolungamento di Ajay non ferisce dai venti metri e finisce qui.
Effe