L’Atalanta adotta “la strategia del gambero” camminando all’indietro dopo due passi avanti. Col Bologna rimedia una sconfitta senza attenuanti. Gioca meglio e con merito la squadra rossoblù che, grazie al successo, s’avvicina pericolosamente ai nerazzurri. Oggi sono cinque i punti di distacco. Non solo. Perché la Dea non sfrutta l’occasione di agguantare Milan e Inter e colleziona la quinta sconfitta casalinga. Era la prima di un tris decisivo per l’Europa, qualsiasi essa sia, invece la sconfitta aumenta la preoccupazione in vista delle prossime due, sempre di lunedi sera: Fiorentina e Roma. Complicarsi la vita e avvitandosi come un serpente senza il veleno mortifero. Ha vinto il Bologna con due gol micidiali che hanno schiantato, nel secondo tempo, le velleità di gloria dei nostri beniamini. Una sconfitta amara che pone non pochi interrogativi per le ultime nove partite di campionato. Nel primo tempo non è stata una brutta Atalanta, anzi ma ha dovuto fare i conti con un’avversaria che dimostrava, in campo, un’organizzazione di gioco efficace e all’altezza di un bel calcio. Avanti con i due tocchi e mobilità in mezzo al campo, ecco le virtù dei rossoblù mentre l’Atalanta avanzava sì ma con un passo lento e abbastanza prevedibile anche se le percussioni arrivavano da sinistra con Zappacosta, un gran tiro parato dal portiere felsineo, e Lookman. I rossoblù si muovevano seguendo le linee guida tracciate da Schouten e da Ferguson, protetti da Moro ma spesso, come se niente fosse, i tre si scambiavano le posizioni, sostenuti da Kyriakopoulos. Non creavano patemi a Musso anche perché Barrow sembrava il dodicesimo atalantino in campo sbagliando tutto quello che c’era da sbagliare. L’Atalanta non alzava mai il ritmo, procedeva a piccoli passi, De Roon e Ederson erano spesso in difficoltà. E in mezzo al centrocampo ,partita dopo partita, sta pesando, enorme come macigno, l’assenza di Koopmeiners. Durante il primo tempo l’unico pericolo per Musso veniva confezionato da egli stesso con un frettoloso rinvio a Zappacosta, Soriano nell’occasione pasticciava. L’infortunio di Pasalic, distorsione alla caviglia, permetteva l’inserimento di Boga. Da quel momento, 24’ del primo tempo, azioni offensive un po’ più vivaci fino all’occasione del possibile vantaggio costruita da Lookman per Hojlund che si faceva parare, per ben due volte, i tiri da Skorupski. Un gol fallito che costerà caro ma molto caro sull’andamento della partita. Si ammirava la meccanica del gioco dei rossoblù, si soffriva per l’inanità atalantina. Non sembrava,comunque, ci fossero i presupposti di una sconfitta. Partita difficile sì ma lo si sapeva già dal fischio d’inizio di Orsato, non certo un’ecatombe finale. Thiago Motta decideva di osare, avendo osservato un’avversaria troppo compassata: fuori Soriano, dentro l’esagitato ma decisivo Orsolini. Il Bologna passava subito in vantaggio: cominciava l’azione Sansone, appoggio al redivivo Barrow che gli restituiva il pallone, inserimento da destra, tenuto in gioco da Scalvini, e Musso battuto. Col vantaggio il Bologna costruiva una meritata vittoria mentre l’Atalanta cadeva in un’evidente depressione. Gasperini cercava la scossa con Zapata e Demiral per Lookman e ridisegnava l’assetto tattico: difesa a quattro, Ederson trequartista, Maehle a fianco di De Roon. Niente da fare per i nerazzurri, Zapata non pervenuto e Demiral in difficoltà su Zirkzee, classe 2001, un fior di attaccante che, appena entrato, sfiorava il 2-0. Skorpuski evitava il pari prima su Zappacosta e poi su colpo di testa di Hojlund, cross di Boga. Il raddoppio era nell’aria perché l’Atalanta non chiudeva i varchi. Dentro anche Muriel per Zappacosta, nerazzurri col 4-2-4. Il Bologna sfruttava la prateria e ci provava Orsolini a raddoppiare con un gol annullato, con un altro valido e con qualche sceneggiata di troppo. Nemmeno l’effimera consolazione per il gran tiro di Muriel perché Skorpuski volava e mandava fuori. La ventinovesima giornata di campionato sancisce il Napoli ormai col tricolore sul petto, le romane al secondo e terzo posto, le tre lombarde (Milan,Inter e Atalanta) in ambascia e fuori dalla Champions, alt alla Juve e Bologna in gran spolvero. Sul fondo il Verona riapre la lotta per la salvezza. A proposito, “la strategia del gambero” (Feltrinelli ed.) è un corrusco noir di Piero Colaprico.
Giacomo Mayer