Quella del riso che non ci sarà è forse l’immagine più emblematica della siccità che attanaglia tutto il Norditalia. Il Rapporto Lombardia di venerdì 24 marzo riporta i dati dell’Anbi (l’associazione nazionale che riunisce i consorzi di bonifica) che dicono che le riserve idriche nella regione sono inferiori del 13,5% a quelle del 2022, che già non fu un anno felice. Ma se guardiamo alla media storica, le riserve sono diminuite del 60%. Il dato più preoccupante riguarda la neve (il 13% in meno rispetto all’anno scorso e circa il 70% sotto la media storica), che per le alte temperature sta sciogliendosi troppo velocemente. A febbraio il deficit pluviometrico del Ticino è stato del 90%, mentre il Po tocca quota -73% sulla media storica.
Il Rapporto Lombardia del Sole 24 Ore (oggi in edicola) approfondisce anche i risultati del Rapporto OTI Nord, realizzato da Assolombarda e dalle altre Confindustria del Nord, che fornisce un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei principali progetti infrastrutturali che interessano il Nord Italia e che rileva ritardi su opere di assoluta rilevanza strategica, non solo per la Lombardia ma per il sistema Paese, come il quadruplicamento della ferrovia Chiasso-Monza, parte integrante del corridoio Genova-Rotterdam (linea Reno Alpi). Si tratta della futura linea veloce ad alta capacità, al servizio del trasporto passeggeri e soprattutto merci, concepita per collegare il sistema dei porti liguri con le reti ferroviarie del Nord Italia e dell’Europa. Un ritardo che crea allarme anche in Svizzera, perché il collo di bottiglia sul versante italiano rischia di depotenziare l’enorme investimento sostenuto dal governo federale per realizzare i mastodontici tunnel ferroviari alpini del Gottardo e del Ceneri, già regolarmente in funzione. Anche le connessioni con Milano viaggiano al rallentatore e questo non risponde alle esigenze dei territori produttivi circostanti come Bergamo e Mantova, degli studenti e dei residenti della provincia.
Industria del beauty. La Lombardia è la regione con la più alta densità di imprese del settore che fatturano il 68% del totale del comparto, una cifra pari a 8,2 miliardi l’anno. Nel «quadrilatero della bellezza» che comprende le province di Cremona, Bergamo, Milano, Monza e Brianza si rappresenta, a livello internazionale, il top di gamma della produzione italiana di cosmetici che è concentrata quasi interamente al Nord, dove, in sette regioni risiedono l’80% delle imprese del settore. La Lombardia è la regione in assoluto con la più alta densità di imprese cosmetiche (il 55,1%), seguita da Emilia- Romagna (10,9%), Veneto (6,8%), Toscana (5,5%) e Piemonte (5,1%). Anche a livello di fatturato, la Lombardia primeggia con una quota del 68%, cui seguono, con ampio distacco, Lazio (10,0%), Emilia-Romagna (6,4%) e Toscana (5,7%). Il Rapporto Lombardia in edicola venerdì 24 marzo analizza in dettaglio anche l’andamento dell’export di questo settore verso Stati Uniti, Europa e Paesi extraeuropei – dove si distinguono Emirati Arabi, ottavi, e Cina, decima – fino all’Asean e l’India. Da qui, infatti, parte il 55% del make-up che viene consumato in tutto il mondo e prodotto per colossi come Estée Lauder, Lancôme, Dior, Chanel, Shiseido, Helena Rubinstein.
Treviglio calamita le imprese, nuovi investimenti per 150 milioni. Tra nuovi arrivi e upgrade di aziende esistenti, Treviglio diventa calamita di nuovi investimenti, almeno 150 milioni, con la creazione di 400 nuovi posti di lavoro. Tra i motivi la logistica, resa più agevole dall’arrivo della Brebemi, racconta Rapporto Lombardia in edicola con Il Sole 24 Ore di venerdì 24 marzo. L’area, come sottolineano le aziende, offre inoltre servizi e forza lavoro formata. L’aspetto positivo dello sviluppo riguarda poi la tipologia dei progetti, che non consumano nuovo suolo ma vanno a riqualificare aree già esistenti, piani che incontrano iter autorizzativi mediamente rapidi. Tra gli investitori il leader dei trattori Sdf e il produttore di biciclette Bianchi. Ma anche Ecomet Refining, che recupera metalli preziosi dai Raee. E poi Euromatic o ancora CordenPharma, che sta creando nuove linee produttive.