Esattamente il 6 marzo 2013 iniziava un’avventura, un vero e proprio “viaggio nel tempo e nella storia” delle nostre ferrovie, che avrebbe cambiato il volto e le prospettive del trasporto nazionale sostenibile. Si trattava di raccogliere un immenso patrimonio di conoscenze tecniche, di mezzi, di infrastrutture destinati all’oblio dopo anni di scelte scriteriate che ci stavano privando di un’opportunità unica per il nostro Paese: rivivere la storia delle nostre ferrovie. Nata dalla volontà di FS Italiane, RFI e Trenitalia, soci fondatori, la Fondazione Fs ha progressivamente acquisito quella capacità operativa necessaria per ridare vita ai treni del passato, con uno sforzo tecnologico ed una grande passione che in questi casi è risorsa addirittura più indispensabile dei mezzi economici.
Nel 2015, a conferma della bontà del progetto, ecco l’entrata in gioco del Ministero per i Beni e le Attività culturali in qualità di aderente istituzionale. Un ingresso che ha sancito l’interesse dello Stato per un settore da troppo tempo sopito dietro burocrazie e scelte politiche che portarono, a partire dagli anni ’60, a eliminare i cosiddetti “rami secchi” sparsi per tutta la Penisola.
A capo della Fondazione Fs fu posto sin dal primo giorno l’ingegner Luigi Armati Cantamessa che per competenza e passione rappresentava l’unica persona in grado di affrontare il mastodontico progetto. Come tutti i sognatori, poteva apparire un visionario con idee molto chiare ma forse irrealizzabili. Invece, dieci anni dopo, i numeri danno ragione a quest’uomo dalle radici bergamasche ma dal cuore italiano nel senso più esteso del termine. Già, perché Cantamessa ha viaggiato in lungo ed in largo la nostra Nazione, tra sopralluoghi su ferrovie abbandonate, visite a depositi e mezzi ormai preda della ruggine e dell’incuria, riunioni con amministratori pubblici centrali e locali, accordi commerciali con partners tecnici e aziende turistiche. Un’instancabile opera che ora permette di apprezzare i suoi frutti concreti, tangibili, bellissimi.
Vogliamo citare quanto afferma Cantamessa sul sito ufficiale della Fondazione:
“Le ferrovie sono parte del vissuto di tutti gli italiani fin dalla nascita del Paese, sono parte fondamentale della sua storia, ne rappresentano il desiderio e la possibilità di cambiamento, di sviluppo, di modernità, di ricerca di nuove e più positive realtà. Il significato unificante della ferrovia è rimasto lo stesso, oggi come allora, per guardare al futuro con ottimismo”
E l’ottimismo non è rimasto solo sulla carta, ma attraverso uno scenario completamente cambiato (in meglio) rispetto all’ormai lontano 2013 oggi può contare su oltre 400 tra locomotive a vapore, locomotori elettrici, automotrici e carrozze, due siti museali (il Museo di Pietrarsa – Napoli – e di Trieste Campo Marzio), i depositi storici di Pistoia, La Spezia Migliarina e Milano ex-Squadra Rialzo, tutte infrastrutture esempio di architettura industriale, rese operative dotandole di moderne tecnologie. Ma dalla preservazione statica si è passati alla riattivazione di dieci linee ferroviarie dismesse (ed altre sono in programma…) per un totale di oltre 600 km di binari, dando vita al progetto “Binari senza tempo” con l’obiettivo di ridare vita a percorsi ferroviari dedicati al turismo lento e sostenibile dal punto di vista ambientale.
Non si può dimenticare poi l’immenso archivio che conserva ora più di 16.000 disegni tecnici, 60.000 fotografie, 150 cinegiornali e 400 volumi di orari ferroviari.
Un capitolo a parte merita il citato Museo di Pietrarsa, vero e proprio scrigno posto nell’incantevole Golfo di Napoli, che racchiude nei capannoni delle ex officine borboniche mirabilmente restaurati, la storia delle ferrovie italiane, a partire dalla Napoli-Portici (prima ferrovia costruita in Italia). Oggi, oltre ad essere una delle sedi principali e più rappresentative della Fondazione FS, è divenuta location anche per convegni e congressi aziendali, non necessariamente a tema ferroviario.
Il grande pubblico viene coinvolto periodicamente con l’organizzazione di treni storici che trasportano migliaia di persone, facendo loro assaporare le atmosfere del passato, viaggiando su carrozze d’epoca perfettamente restaurate e spesso trainate da affascinanti locomotive a vapore.
Negli ultimi anni ha inoltre suscitato grande emozione e partecipazione la rievocazione del “Treno del Milite Ignoto”, in collaborazione con il Ministero della Difesa, la cui prima edizione si è svolta nel 2021 in occasione del Centenario di quel viaggio mesto e carico di simbologie. Il successo è stato così ampio che anche lo scorso anno questo treno storico è stato riproposto, questa volta toccando diverse località italiane e compiendo ben 5.000 km., coinvolgendo tantissime comunità locali e giovani lungo tutto il percorso, compresa la tappa di Bergamo del 6 novembre scorso. Ferrovia quindi anche con funzioni di rievocazione storica e di senso civico da tramandare alle giovani generazioni.
La nostra città è da sempre punto di partenza o di arrivo di tanti treni storici e turistici come l’ormai noto “Sebino Express” che da Bergamo accompagna centinaia di turisti dalla primavera all’autunno fino alla stazione di Paratico, via Palazzolo sull’Oglio. Un’intuizione che arriva dal passato e che Fondazione Fs ha voluto fortemente incrementare, dotando la linea dismessa Palazzolo-Paratico investendo molte risorse economiche ma con l’obiettivo, raggiunto, di permettere il contatto con territori dall’alto valore paesaggistico e turistico, facendolo con un mezzo di trasporto sostenibile anche dal punto di vista ambientale.
Dieci anni intensi dunque, a conferma della bontà di un progetto in grado di rilanciare l’immagine dell’Italia che, oltre ad un patrimonio paesaggistico e culturale noto in tutto il mondo può, grazie a Fondazione Fs, portare in luce le grandi opere infrastrutturali, ingegneristiche e di design tipicamente “made in Italy” (come ad esempio il restauro funzionale degli elettrotreni “Settebello” ed “Arlecchino”), oltre a mantenere viva la memoria storica di una Nazione che attraverso le ferrovie non solo ha collegato persone e merci, ma ha rappresentato “l’ossatura” ed il simbolo di un’unità: quest’ultima, non dimentichiamolo, bene sempre più prezioso ed inestimabile.
E allora, auguri Fondazione FS, cento di questi anni!
Giuseppe De Carli
sabato 4 Marzo 2023