MILANO – Il gol di Darmian, arrivato dopo quasi un’ora di gioco, butta fuori l’Atalanta dalla Coppa Italia. Una partita giocata, in pratica, alla pari. Quasi. Perché la squadra di Simone Inzaghi ci ha messo qualcosina in più dei nerazzurri di casa nostra. Magari il palo di Calhanoglu ma nient’altro e, del resto, anche le cifre della partita confermano che non c’è stata supremazia da entrambe le squadre: 51% per l’Inter, 49% per l’Atalanta. Forse poteva andare meglio ma è inutile recriminare sulle occasioni sprecate, nel primo tempo Zapata di testa su cross di Maehle, poi nel secondo tempo lo stesso Maehle spedisce il pallone dove si trovano i tifosi della Dea ed era liberissimo e solo per trafiggere Onana. E pochi minuti dopo il castigo del gol interista che sancisce l’eliminazione dalla Coppa Italia.
Gasperini cambia pochissimo rispetto alla partita con la Sampdoria, lascia in panchina Hojlund e Lookman e propone Pasalic e Zapata, Simone Inzaghi ne cambia quattro e al primo minuto ecco De Vrij, Gosens, Lukaku e Barella. Il primo tempo è soft, ritmi lenti, squadre che si fronteggiano nell’uno contro uno ma i duelli non sono al calor bianco, anzi sbiaditi e senza particolare convinzione. Domina, si fa per dire, l’Inter ma i due portieri non hanno granché su cui impegnarsi e del resto, per quanto riguarda la Dea, si ha la netta sensazione che, in questa fase della stagione, conti di più il campionato e sabato è in programma la trasferta di Reggio Emilia per affrontare il Sassuolo. E anche l’Inter non sembra dannarsi eccessivamente sia i corpi che le anime: c’è il Milan da affondare nel derby di domenica sera. Comunque i nerazzurri di Milano cercano almeno di arrivare dalle parti di Musso ma non costruiscono palle gol degne di tale nome, l’Atalanta, addirittura, se ne sta sulle sue senza cercare o riuscire ad affondare il colpo anche perché lo schieramento in campo lo dimostra chiaramente: davanti il solo Zapata, Boga un po’ a sinistra ma svaria, Pasalic sta largo su Darmian e Koopmeiners si occupa di Calhanoglu. Non si nota il benché minimo sussulto men che meno un’occasione da gol. L’Inter si rende pericolosa con un cross di Dumfries ma c’è l’ottimo Djimsiti a salvare davanti a Lukaku e con il palo colpito da Calhanoglu, l’Atalanta risponde solo una volta: cross di Maehle, Zapata, tutto solo nell’area piccola, spedisce fuori. Nient’altro. Alla fine del primo l’impressione generale genera la maggior convinzione degli interisti di raggiungere la finale mentre la Dea è decisamente attendista.
Nel secondo tempo la prima azione, stavolta veramente pericolosa, è costruita dalla Dea: cross di Boga da destra, Onana smanaccia in modo maldestro, Maehle ha tempo, voglia e spazio per calciare in rete ma il pallone finisce tra le braccia dei tifosi atalantini. Gasperini rompe gli indugi: dentro Hojlund e Lookman per Pasalic e Zapata, decisamente insufficienti, ma invece l’Inter passa in vantaggio: Lautaro appoggia a Darmian che dal limite infila Musso. Ecco allora la reazione atalantina ma Boga, Hojlund e Lookman non sfruttano le occasioni e ci si trascina stancamente verso la fine quando l’Atalanta cerca tardivamente il pari. Si finisce con un calcio d’angolo che vede anche la partecipazione di Musso, suo il colpo di testa che finisce fuori. Così l’ottimo Chiffi fischia la fine.
Inter avanti, Atalanta ormai dedita al campionato. Perché adesso arriva il bello. Intanto è terminato il calciomercato: Malinovsky a Marsiglia già da tempo, Zortea al Sassuolo in prestito e due atalantini, di proprietà nerazzurra, hanno cambiato squadra: Gollini dalla Fiorentina al Napoli e Piccoli dal Verona all’Empoli. Nella notte tra lunedì e martedì Demiral sembrava sulla strada di Appiano Gentile con Skriniar verso Parigi. Invece non è cambiato nulla.
Giacomo Mayer