AlbinoLeffe – Pro Sesto 3-1 (0-1)ALBINOLEFFE (3-5-2):
Offredi 6; Borghini (cap.) 6, Marchetti 6, Milesi 6; Saltarelli 7, Giorgione 6 (11′ st Cocco 9), Brentan 6,5, Piccoli 6,5, Petrungaro 6,5 (46′ st J. Gelli sv); Zoma 7 (36′ st Doumbia sv), Manconi 7. A disp.: 22 Pagno, 39 Taramelli (p), 8 Muzio, 18 Ntube, 24 Concas, 29 Rosso, 62 Frosinini. All.: Giuseppe Biava 7,5.
PRO SESTO (3-4-2-1): Del Frate 6; Giubilato 5,5 (33′ st D’Amico sv), Marzupio 6 (25′ st Moretti 5,5), Toninelli (cap.) 5,5; Capelli 6,5, Wieser 6, Corradi 6, Maurizi 6; Sala 6 (20′ st Capogna 5,5), Bruschi 7; Gerbi 5,5. A disp.: 12 Santarelli, 22 Botti (p), 2 Ferrero, 5 Marchesi, 6 Della Giovanna, 14 Vaglica, 17 Radaelli, 21 Bianco, 25 Boscolo. All.: Matteo Andreoletti 5,5.
Arbitro: Angelucci di Foligno 6,5 (Cerilli di Latina, Croce di Nocera Inferiore; IV Gangi di Enna).
RETI: 34′ pt Bruschi (P), 16′ st rig. e 45′ st Cocco (A), 21′ st Manconi (A).
Note: minuto di silenzio per Gianluca Vialli ed Ernesto Castano. Pomeriggio piovoso, terreno allentato. Spettatori 426, di cui 243 paganti e 183 abbonati (su 225, rateo 2.105 euro), per un incasso ai botteghini di 2.094 euro. Ammoniti Toninelli per proteste, Brentan e Wieser per gioco scorretto. Tiri totali 15-8, nello specchio 5-3, parati 2-2, respinti/deviati 2-1. Corner 3-0, recupero 1′ e 4′.
Zanica – A volte ritornano, i benedetti 3 punti. Allo Stadium mancavano dall’unica altra volta in stagione, il 9 ottobre col Novara, a segno gli stessi oltre a Tomaselli, adesso fuori rosa. Il pari è di rigore, il ribaltamento in contropiede, il sigillo di cabeza. Gira e rigira, le fortune dell’AlbinoLeffe passano dalle estremità semidivine di Cocco e Manconi, quelli pagati per insaccare, nel primo caso anche a farla da servitore dalle retrovie per corsa, dribbling su Giubilato a appoggio lungo il legno lontano del compagno. Per toreare la Pro Sesto, quarta forza del girone A di C alla vigilia, però, la preparazione da causa scatenante di Zoma, solitamente esterno a tutta fascia, da avanzato in prima linea è stata indispensabile, tra il penalty procurato e la sfera soffiata a Toninelli nell’azione decisiva.
Sotto sull’invenzione dell’ex nella partita delle sliding doors per Corradi e la new entry seriana Offredi, i seriani hanno gestito la situazione di tigna e precisione, di slancio e giustezza, rispolverando il killer istinct mancato troppo spesso. Vendicato il doppio vantaggio rimontato all’andata (Gusu 13′, Cocco 38′, D’Amico 46′, Bruschi 67′), sabato c’è da farlo anche col ko all’inglese del “Voltini” ricevendo la Pergolettese.
Davvero pazzesco come i Biava-boys siano riusciti ad andare sotto alla prima vera trama altrui, a una sporca dozzina dall’intervallo, quando il 2002 esotico stringe male in ripiegamento sull’interno in maglia fluo-camouflage. Dalla proiezione sul fondo di Capelli al rimorchio da mezzo passo di Bruschi è un attimo. Prima, il dominio di casa, quantomeno sul piano delle giocate. Il festival dello sciupio comincia a un tiretto del decimo, leggi controllo volante di ginocchio a eludere Toninelli e sparata davanti all’area piccola di Piccoli di piede debole. La mezzala sinistra si ripete al 23′, trovando stavolta Del Frate sulla strada di un vantaggio che pareva già fatto sullo scambio con l’ivoriano, schierato punta a differenza della stragrande maggioranza dei casi, a metà frazione. D’altro, non granché ma sempre più del tuffo in torsione di Gerbi (11′) dritto per dritto, accompagnato dalla palla a rientrare di chi iscriverà il proprio nome a referto nella casellina lungo la catena contestuale.
Due occasioni per il 30, altrettante benché meno nitide per il 10. Se la punizione centrale al decimo di Manconi (contatto Marzupio-Zoma), poi autore dell’ultimo tiraccio a un tris dalla pausa sul secondo angolo in uscita, fa il solletico ai guantoni nemici, di buono stampo ma dall’esito identico alla primissima chance la combinazione tra quinti. Avviata da Petrungaro (caduto al 13′ nello spalla a spalla con Giubilato, lancio di Milesi) con scarico in volée arretrata del riciclatissimo braccetto Saltarelli, in precedenza ispiratore con recuperino del conato di Momo dalla lunga (18′), per la botta sempre del bomber locale oltre il vertice destro. Al terzo tentativo per modo di dire, invece, i milanesi la mettono, a ruota del calcio franco dell’ex stoppato dalla barriera.
Nella ripresa il cavallo di ritorno di Strozza, attardatosi sul gol perché sbilanciato a coprire il primo palo, non può che difendere lo stesso dall’assalto appena dentro l’area di Wieser accompagnato dal pendolino-assistman. Quindi è il rompighiacchio ad alzare a giro da posizione defilata in asse con l’omologo capelliano, mentre la new entry dell’attacco a imitarlo sull’ennesima puntata di Piccoli, contrato da Marzupio dopo lo scambio col pareggiatore di lì a poco. Quando il flipper innescato da Manconi e Brentan, borseggiatore del volto noto dall’altra parte della barricata, raggiunge il colored, agganciato da Maurizi in scivolata, per lo spiazzante centrale. Ed eccoci al lampo accecante del nasino avanti. intorno all’ottantacinquesimo la gettano alle ortiche in due: Doumbia (alto) lo smarcamento da lungi del centravanti di manovra cagliaritano, il firmatario del sorpasso sul lavoro a due tra il partner di reparto e Saltarelli, giratosi sul sinistro. Il marcatore ospite fa una carezza da fermo all’ex sestese sulla riga di porta (42′), il surfer sardo incoccia senza nemmeno saltare il terzo corner di Petrungaro da destra e la ragnatela e bell’e fatta. Impresa rimasta in canna al diagonale dell’ariete del nipote del presidente bluceleste, ma questa è un’altra storia.