Zingonia
– “Faremo le nostre valutazioni, ma l’idea non è quella di sostituire Malinovskyi. La valorizzazione del gioco di squadra passa attraverso la prolificità dell’attacco: Hojlund è di grande prospettiva, Zapata recuperato, Muriel ha la tallonite, Pasalic come presenza in area è superiore, poi c’è Boga”. Gian Piero Gasperini, più che al Bologna, alla vigilia si preoccupa di segnare a raffica. Il saluto all’ucraino, venduto al Marsiglia per 14 milioni bonus compresi, offre lo spunto per parlare dei più e dei meno dell’Atalanta: “In realtà non è che Ruslan sia sostituibile al mercato invernale, perché nel ruolo che ha ricoperto è stato sostituito da Lookman. A La Spezia è mancata la continuità di gioco, noi abbiamo il nostro modo di proporci e in quell’aspetto possiamo fare meglio. Aver recuperato la partita al novantatreesimo e la spia della volontà della squadra, un bel segnale”.
Per l’avversario, poche parole rivolte a uno dei pupilli dei tempi del Genoa: “Thiago Motta ha dato la sua impronta al Bologna. Sta cercando di elevare il livello di una squadra che da tempo non è in alta classifica. Lo fa con le sue idee, proiezione delle sue qualità da giocatore”. Il pensiero è rimasto un po’ al “Picco”, a quel 2-2 da bicchiere mezzo pieno secondo il mister: “Rasmus ha riaperto la partita con una giocata personale, Mario l’ha acciuffata in extremis. Subiamo troppo? Nella prima parte di campionato avevamo una quota punti esagerata. Se ti trovi in svantaggio sei costretto alla pressione all’avversario. Secondo me non è che prendiamo gol perché stiamo troppo bassi in campo”.
Sotto osservazione la difesa e il pacchetto offensivo, visto anche l’avantindré dall’infermeria. “Zapata ha recuperato bene, Musso anche, la caviglia mica è decisiva per stare in porta. Demiral ha ripreso in settimana ma è stato fermo per tanto. Muriel con lo Spezia ha sbagliato la sciolina, altro che tacchetti – ha proseguito il tecnico, scherzando -. Lamenta una fastidiosa tallonite. Ha segnato solo all’Udinese ma ha anche fatto molti assist, è stato utile. La valorizzazione del gioco di squadra passa dalla prolificità dell’attacco”. C’è da fare i conti con le prova *più no che sì del capitano mercoledì alla ripresa del campionato: “La considerazione di un giocatore non dipende da una prestazione negativa. Toloi è importantissimo come Djimsiti e Palomino, oltre alla crescita di Scalvini, c’è Demiral, c’è Okoli. Numericamente siamo a posto. Davanti la fisicità e i tempi d’inserimento premiano Pasalic, in area più presente degli attaccanti. Lui non lo è. Ma sulle palle inattive dobbiamo aumentare la pericolosità, lo stesso Hojlund di testa deve lavorare”.
Gasperini, stavolta, ha spaziato tra argomenti d’attualità piuttosto che offrire chiavi di lettura al posticipo del lunedì:
“Non mi piace il tempo effettivo, perché il rischio è di stare ancora più fermi, tanto c’è il recupero. Non è il football americano con la pubblicità in mezzo, per me il calcio è ritmo. Bisogna trovare rimedi: il tempo effettivo significherebbe tirare a due ore e mezza o tre la partita, è un modo per rendere la partita più lenta e brutta. Non sono a favore dei recuperi eccessivi”. Infine, un ricordo: “Ho giocato contro Vialli in Pescara-Sampdoria per poi frequentarlo ai tempi in cui allenavo le giovanili della Juventus e seguivo gli allenamenti della prima squadra. Un esempio incredibile, al di là del valore da giocatore. Allenavo ancora gli Allievi, la Juventus di Vialli forse è stata la Juve con più carattere e voglia di vincere. Ha condizionato la mia visione del calcio. Un pensiero anche per Giampiero Ventrone”.