Un percorso di altissimo profilo, vuoi per la caratura delle contendenti e vuoi per l’attestato di autorevolezza concesso nientepopodimeno che dal Coni e dal suo massimo rappresentante, Giovanni Malagò. Da Malagò e dalla spedizione su Roma compiuta dal Paladina Accademia Calcio ha preso vita un nuovo encomiabile capitolo de “La Passione di Yara”, giunta alla settima edizione. Proprio i genitori di Yara Gambirasio, unitamente al presidente del Paladina Egidio Capitanio, hanno accompagnato nella Capitale il gruppo dei Pulcini 2012, che certamente hanno potuto respirare atmosfere più uniche che rare, riconducibili a quello sport vissuto ai più alti livelli. Lasciata alle spalle la trasferta romana, le ampollosità hanno lasciato presto il campo al calcio giocato ed il torneo si accinge ad entrare nell’atto conclusivo, vale a dire la fase nazionale, programmata per il prossimo fine settimana presso il centro sportivo di Valbrembo. Nel mezzo, l’orgoglio si fa strada a braccetto con la determinazione, negli intenti e nelle parole di uno dei presidenti più appassionati, nonché attenti all’aspetto aggregativo, vale a dire Capitanio: “È stata una trasferta indimenticabile, che allo stesso tempo ci spinge a fare ancora di più, e ancora meglio, per onorare il ricordo di Yara. La realtà che presiedo è anche, se non soprattutto, questo: il poter leggere negli occhi di bambini e ragazzi lo stupore e l’emozione dei grandi eventi e dei grandi incontri. Ringrazio Malagò e ringrazio dirigenti e collaboratori che, ancora una volta, per il settimo anno, si sobbarcheranno l’immane lavoro legato all’organizzazione de “La Passione di Yara””. Unanimemente riconosciuto quale presidente dal cuore d’oro, Capitanio compatta ulteriormente i ranghi, verso il consolidamento e un ampliamento di una mission che chiama in causa formatori ed educatori, ancor prima che uomini di calcio: “Quando si scende in campo per Yara e la sua famiglia, ci aspettiamo prima di tutto rispetto: per l’avversario, per l’arbitro, per il pubblico sugli spalti. Il torneo deve essere visto come una opportunità di gioco e di divertimento, senza le esasperazioni alle quali troppo spesso il calcio ci ha abituato. Sono di scena squadre anche molto diverse tra loro, per blasone e tradizione, ma quando c’è da onorare un ricordo come questo si parte tutti alla pari, così da regalare piacevoli momenti di sport e aggregazione e, all’interno di questi, cogliere i motivi di vera crescita”.
Nik