Valencia – Atalanta 2-1 (1-0)VALENCIA (4-2-3-1):
Mamardashvili; Thierry Correia, Comert (31′ st Christian), Diakhaby, Gayà (cap., 18′ st Vazquez); Musah, Guillamon; Castillejo (23′ st Fran Perez), Soler, Samuel Lino (18′ st Foulquier); Hugo Duro (44′ st Vallejo). A disp.: 1 Domenech, 13 Rivero, 3 Lato, 8 Racic, 18 Koba, 27 Facu, 35 Yellu, 41 Tiago. All.: Gennaro Ivan Gattuso.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Toloi (cap., 35′ st Djimsiti), Okoli, De Roon; Hateboer (30′ st Zortea), Scalvini (1′ st Pasalic), Koopmeiners, Maehle (45′ st Ruggeri); Ederson (35′ st Boga); Muriel (1′ st Malinovskyi), Zapata (35′ st Miranchuk). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 11 Freuler. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Lahoz (Devis-Porras, IV Ortega).
RETI: 43′ pt Hugo Duro (V), 8′ st Ederson (A), 36′ st Hugo Duro (V).
Note: osservato il minuto di silenzio per la scomparsa della bandiera valenciana Roberto Gil. Serata serena, spettatori 26.369. Cooling break: 26′ pt, 29′ pt. Tiri totali 18-6, nello specchio 7-3, respinti 3-1, parati 5-2, legni 2-0. Corner 8-2, recupero 3′ e 5′.
Valencia – Hugo Duro apre di tacco in anticipo su De Roon tramutando in oro il tracciante di Gayà, Ederson firma il pari-capolavoro in avvio di secondo tempo controllando di coscia il lancio di Koopmeiners per insaccare sotto il sette e la doppietta del centrattacco di casa si consuma correggendo di piena fronte il traversone di Foulquier. Stavolta è al Valencia ad andare benone al cospetto di un’Atalanta imballata e vagamente involuta, comunque a sprazzi in attesa di provare il neo acquisto Lookman. Il cinquantesimo Trofeo Naranja (localmente si dice Trofeu Taronja) va in bacheca ai Los Murcielagos. Certo, dal 2-1 Toloi-Palomino dell’11 agosto 2017 nell’unico precedente diretto nel precampionato, passando per il vittorioso doppio ottavo di finale di Champions nell’inverno, rivivere le emozioni del passato glorioso quanto recente è sempre un piacere per i ricordi incancellabili che evocano. I quasi duecento tifosi bergamaschi sugli spalti nel sono la testimonianza: tre inverni or sono laggiù s’era giocato a porte chiuse, questa era la classica prima volta.
Si comincia dall’allarme rosso a due Samuel Lino (in recupero al limite) & Musah, staffilata a lato di un amen sullo scarico, poi lo stesso esterno alto taglia per chiamare il rimorchio a Soler (6′) la cui conclusione è centrale. Nerazzurri visibilmente sotto ritmo e Samuel Lino, procuratosi il secondo angolo della serie facendo ammattire Toloi, esplode il sinistro in uscita fuori misura. Di qua Maehle si libera di Thierry col sombrero salvo perdersi verso la linea di fondo; al 24′, la punizione di Koopmeiners per l’affossamento di Zapata per mano di Gayà sorvola il montante di parecchio. Nemmeno un giro di lancetta e il nerazzurro con la fascia al braccio devia sulla sua traversa il cross del solito Musah, l’iradiddio degli inserimenti, al culmine del contropiede successivo. Va detto che Scalvini da diga presenta qualche crepa e Hateboer dalla sua non spinge né è efficace in copertura.
Se scollinata la mezzora è Muriel a provarci da fermo, con una velenosa traiettoria a scendere dalla zolla del danese (fallaccio del terzino destro portoghese), l’ala mancina allarga troppo il diagonale sprecando lo spunto dell’ex milanista Castillejo, liberato nella corsa dal tacco di Guillamon a sorprendere l’olandese col 7 sulla schiena. Nel primo tempo la nota positiva è il futuro marcatore, uno che appena vede l’attrezzo prova l’impulso irrefrenabile di borseggiarlo e di pomparlo a rischio della difesa altrui, ma proprio il salvatore della patria con la fascia al braccio, abile a spazzare in corner per tagliare fuori il Toro di Cali, è lesto nemmeno una manita cronometrica più tardi a raccogliere la sventagliata del suo interno sinistro per porgere il piattino del vantaggio al terminale unico, che opta per la prodezza alla Socrates.
In avvio di ripresa lo scatenato Lino si rimette in asse con partner di linea lungo l’altra estrema e solo l’oriundo del Mato Grosso può sventare la chance. Manca pochissimo allo straordinario gol del brasiliano ex Salernitana, che stoppa eludendo Diakhaby, lo stesso martirizzato dal fuori rosa Ilicic nel 4-3 del 10 marzo 2020, per mettere la sfera dove vuole. Passata l’ora di gioco Guillamon pesca in profondità l’autore della primissima occasione che tarda un po’, mentre in seguito (17′) è bravo l’arquero argentino a deviare in angolo la botta improvvisa di Samuel. A metà del guado Fra’ Martino salva in estirada (24′) su Correia spondato da Duro, al 33′ Soler vince il rimpallo con l’impattatore impegnando ancora l’attento ex Udinese che toglie la ragnatela dall’angolino. La beffa, però, è in agguato e dietro l’angolo numero otto potrebbe esserci pure il tris, anche se Fran Perez di controbalzo prende di stinco il tiro dalla bandierina di Soler ciccato di testa da Guillamon. Secondo legno teorico del crossatore del definitivo 2-1 che ci ritenta facendo saltare sulla sbarra orizzontale anche il portiere atalantino; al poker di extra time, Boga da mancina fa il solletico ai guantoni nemici.
Seconda sconfitta di misura su due, dunque, nei test internazionali per una squadra non ancora completa dopo quella di venerdì 29 luglio a Newcastle, arrivata nondimeno senza l’ombra di un pallone nel sacco altrui. L’organico nerazzurro s’è presentato per l’occasione privo di Palomino sospeso dall’antidoping, dei lungodegenti Zappacosta (retto femorale destro) e Demiral (gonalgia), del neo acquisto Lookman rimasto al lavoro a Zingonia, del fuori rosa Ilicic e di Lammers, prossimo all’ufficializzazione del prestito all’Empoli.
Simone Fornoni