L’affare, se non del secolo, almeno del decennio, o almeno del nuovo corso: la casella mancante, al netto della terza punta Andrea Pinamonti destinata prima o poi a sostituire una delle soltanto due pure in organico, riempita con un primo scarto della Premier League. Il nome di Nuno Tavares è tornato prepotentemente alla ribalta: sfuggito mesi fa a fior di labbra agli addetti ai lavori, il suo accostamento all’Atalanta da oggi, vigilia dell’amichevole tormentata col Como (porte chiuse, sabato 23, ore 17, in sede), è letteralmente fuori dai denti. Nel frattempo è solo da ufficializzare l’uscita, in diritto di riscatto e contro-riscatto, del jolly offensivo Ebrima Colley, reduce dai prestiti a Verona e Spezia, verso i turchi del Fatih Karagumruk allenati da Andrea Pirlo.
La formula del prestito secco per l’esterno mancino portoghese dell’Arsenal convince assai poco, vista la smania e anzi l’esigenza del front office nerazzurro di controllare i giocatori, com’è stato con i perni Cristian Romero e Merih Demiral poi, per scongiurare un caso-Spinazzola bis. Due esempi su tre delle preferenze societarie in uscita dalla Juventus, altra dimensione rispetto al mercato inglese, di primissimo piano rispetto a quello italiano. Come per l’interista classe ’99, il lusitano del 2000 di proprietà dei Gunners a Zingonia chiedono almeno il diritto di riscatto. Il prezzo del cartellino, tuttavia, dovrebbe essersi giocoforza abbassato dai 40 milioni ipoteticamente pretesi da questi ultimi. Al Centro Sportivo Bortolotti, intanto, sulla questione solo dinieghi e muro di gomma, non convintissimi i primi e tutt’altro che granitico il secondo: che il giocatore sia seguito come un’ombra dal direttore dell’area sport Lee Comgerton è noto, ma per questa settimana non se ne parla proprio.