Bergamo

– Domenica 10 luglio 2022 la Sezione Provinciale A.I.D.O. di Bergamo organizza “In vetta per il dono della vita”, una splendida manifestazione che unirà il mondo dei donatori (che lo scorso anno ha compiuto 50 anni dalla fondazione del DOB) con C.A.I. – Sezione di Bergamo. Come lo scorso anno, l’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema sempre più essenziale delle donazioni, collegandosi all’Anno Internazionale dello Sviluppo sostenibile delle Montagne. Anche C.A.I. ha aderito con entusiasmo a questo evento, consolidando una collaborazione pluriennale che fa bene al cuore, soprattutto in un momento come questo dove la solidarietà e la sostenibilità ambientale hanno gran bisogno di essere alimentati e sostenuti. Incontrando la Presidente della Sezione Provinciale A.I.D.O. Bergamo, Monica Vescovi, abbiamo voluto porle alcune domande sull’evento, sulla valenza del progetto e sull’Associazione.
Monica, la Sezione di Bergamo è stata la prima aperta in Italia, con l’intuito di Giorgio Brumat che fondò D.O.B. (Donatori Organi Bergamo), a diffondere la cultura della donazione. Dal quartiere di Monterosso prese il via uno slancio d’amore verso il prossimo sofferente che non si è più fermato. Lo scorso anno avete già portato in vetta la vostra bandiera, ma nel 2022, lo dicevamo, è l’anno dello sviluppo sostenibile delle Montagne. Con quale spirito avete organizzato questo evento?
“Lo spirito è sempre quello che ci accomuna nelle nostre attività. Anche l’anno scorso abbiamo voluto portare il nostro messaggio di donazione dove ci viene richiesto. È stata una bellissima iniziativa, grazie alla collaborazione ed all’amicizia con C.A.I e quest’anno abbiamo fortemente voluto ripeterla affinché diventi una felice ricorrenza per portare sempre più in alto il messaggio della donazione”.
Ci racconti come si svolgerà la giornata del 10 luglio e le modalità per aderire.
“Abbiamo individuato 51 referenti sia nella nostra Associazione che nel C.A.I. ed ogni referente si prenderà cura di un gruppo di iscritti e non, che verranno guidati, se vorranno, in base alle loro capacità ed esperienze di montagna. Sarà possibile scegliere di fare le salite individualmente o in gruppo, dandosi appuntamento con il referente che verrà assegnato, ma con l’obiettivo di radunarsi poi in cima per le foto di gruppo. Per prenotarsi è necessario contattare la Sede Provinciale A.I.D.O. (tel. 035/235126 dalle h. 9 alle h. 18) o la Sede Provinciale del C.A.I. (tel. 035/4175475)“.
Salire le vette è un po’ una metafora della vita. La vostra Associazione vive quotidianamente la lotta per sconfiggere le malattie che spesso appaiono invalicabili, proprio come un’alta montagna. Che esperienza è quella di affrontare ogni giorno queste difficoltà e soprattutto, cosa porta in termini di rapporti umani?
“Tanto! Noi non abbiamo a che fare direttamente con i trapiantati perché ovviamente noi facciamo propaganda di donazione ma spesso, soprattutto quando andiamo nelle scuole o in qualche serata informativa, portiamo con noi delle persone trapiantate. La loro testimonianza è sempre toccante, soprattutto quando ci raccontano dell’attesa, di una telefonata che sembra non arrivare mai, del fatto che non possono muoversi di casa per non perdere la chiamata, dell’esito degli esami preparatori sperando che non sorgano problematiche per il trapianto. Sono testimonianze che ci raccontano come è la Vita! Sentendoli, si comprende pienamente qual è il valore della vita e della rinascita, come può esserlo scalare una montagna. È come vivere in città, con tutte le comodità, per poi trovarci improvvisamente in montagna, dove non vi è nulla ma dove puoi costruire un nuovo percorso del tutto parallelo alla vita normale. Tutti i trapiantati ci confessano che festeggiano due compleanni. Quello di nascita ed il giorno in cui sono stanti operati e riportati a nuova vita: un compleanno di rinascita”.
La donazione di organi in Italia può contare su 1.400.000 iscritti, un numero significativo con una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale ma non ancora sufficiente per far fronte alle tante richieste di aiuto. Secondo te si è presa coscienza di questo tema “vitale”? Può migliorare la legislazione in tal senso?
“Si, noi siamo 1.400.000 iscritti. Inoltre, da cinque anni c’è la possibilità di rilasciare il proprio consenso alla donazione di organi all’atto del rifacimento o del rinnovo della carta d’identità. Da quel momento è nata nei cittadini una maggiore consapevolezza e sensibilità su questo argomento, facendo triplicare i donatori. Purtroppo, ancora una buona fetta (circa l’80%) decide per il “ci devo pensare”, rimandando la scelta ad altri momenti. Ma se pensiamo che cinquant’anni fa, prima che nascesse D.O.B., non si sapeva cosa erano i trapianti di organi, devo dire con soddisfazione che è stata fatta molta strada! Dal 24 settembre dello scorso anno abbiamo poi attivato una app “DigitalAido”, con la quale chiunque, tramite spid, può iscriversi ad A.I.D.O. Abbiamo potuto constatare con soddisfazione che questa app viene utilizzata soprattutto dai giovani under 30 che hanno più dimestichezza con la tecnologia. Ciò ha fatto balzare in modo significativo le nuove iscrizioni. D’altra parte, è proprio questa la fascia d’età che intendiamo coinvolgere con sempre più frequenza”.
Bergamo è capitale del volontariato. A.I.D.O. è tra le associazioni più longeve. Su quanti iscritti può contare la nostra provincia?
“Bergamo conta 74.000 iscritti suddivisi in 139 Gruppi Comunali che vengono coordinati o da un referente o da un Presidente, a seconda delle dimensioni del Gruppo, in modo da essere il più capillari possibile sul territorio. Con orgoglio posso affermare che Bergamo è la provincia italiana con il maggior numero di iscritti!”.
Con il C.A.I. di Bergamo (n.d.r. l’anno prossimo festeggerà i 150 anni) ed il Presidente Paolo Valoti c’è sicuramente un feeling particolare e mai come in questa occasione il loro sostegno sarà essenziale, non solo dal punto di vista logistico.
“Sì. Con il Presidente Valoti ci siamo trovati lo scorso anno e l’idea è subito piaciuta anche al C.A.I. Avevamo qualche dubbio sulla possibilità di identificare 50 vette (come la nascita del DOB) ma loro non è stato difficile trovarle e renderle fruibili per questo progetto divulgativo. Le persone che hanno aderito l’anno scorso ci chiesero subito di ripetere l’esperienza ed eccoci qui per una nuova edizione, confermandoci la bontà dell’iniziativa con la nostra provincia che ha dato un’ottima risposta in termini di adesioni”.
L’iniziativa di domenica ha anche lo scopo di rendere ancora più visibile il Vostro lavoro. Cosa ti senti di suggerire, soprattutto alle giovani generazioni e a chi ancora non vi conosce e vorrebbe avvicinarsi a questa bellissima forma di volontariato?
“Noi andiamo da tempo nelle scuole, partendo dalle elementari fino ad arrivare alle scuole superiori ed alle università, sempre assistiti dagli informatori scolastici, preparati sull’argomento in funzione anche dell’età degli studenti, quindi con approcci didattici appropriati. Il futuro di A.I.D.O. è certamente legato al ricambio generazionale per passare ai giovani il testimone e il messaggio della donazione”.
Monica Vescovi, concludendo, cosa sogna per A.I.D.O. nel futuro?
“Come dicevo, il futuro è legato alle giovani generazioni, e non mi riferisco solo ad A.I.D.O., ma all’intero mondo del volontariato in Italia. Per fare ciò continuiamo ad organizzare instancabilmente anche eventi che possano essere il più possibile coinvolgenti per i giovani. In tal senso ho il piacere di annunciare che il 24 luglio si svolgerà la consueta nostra CamminAido mentre il giorno 8 ottobre, in Città Alta, si terrà la “FluoWalk”, una nuova avventura, una camminata con partenza ed arrivo alla Fara, ai cui partecipanti consegneremo magliette, braccialetti e collane fosforescenti; al termine ci sarà anche un concerto musicale. Ma il messaggio che vogliamo far passare sempre è che l’Italia ha bisogno di alimentare il volontariato con forze nuove, perché il futuro per i giovani sia più roseo. Il nostro Paese, desidero sottolinearlo, non può prescindere da un movimento di volontariato forte e numeroso”.
Dalle parole di Monica traspare tutto l’entusiasmo per una vita dedicata a chi soffre, nel silenzio di una donazione, nella gioia di sapere che la vita può continuare anche dove tutto sembra affermare il contrario, dove la parola “speranza” ha un senso profondo che va oltre il valore stesso del significato. Sapere che il vessillo di una Associazione così bella, che fa dell’altruismo la sua bandiera, sventolerà sulle nostre vette bergamasche, contribuirà a renderle ancora più belle e luminose, nell’azzurro di un cielo carico proprio di quella speranza che è l’essenza del futuro.
Giuseppe De Carli