AZZANO SAN PAOLO – Alle premiazioni finali di We’re the Fubal edizione number two, un mancino di difesa che compare all’orizzonte: “Il futuro è più importante del presente e della festa promozione col Modena da capitano. Forza Azzano FG, la squadra del paese non si scorda mai. Anche se non ci ho mai giocato”. Firmato Antonio Pergreffi, un cognome che è un’istituzione da queste parti: “Allora non c’erano squadre giovanili in cui cominciare e Facchinetti mi portò alla Fiorente Colognola. Quindi, l’AlbinoLeffe, altro vivaio di lusso”. Il papà Riccardo è tra i fondatori del movimento del pallone in giallorosso nonché dirigente di lunga data. Lui, il pargolo, a 34 primavere suonate (candeline il 6 maggio, Toro) è approdato alla serie cadetta per la prima volta di una parabola partita dal basso: “Eccellenza a Scanzo, Promozione a Brusaporto perché nell’AlzanoCene non vedevo il campo, Pontisola e Lecco, portato fuori provincia da Lucianone Piazzalunga. Che passione sotto il Resegone, una piazza unica”.
Antonio, uno che nelle categorie basse la sfangava anche da terzino, tra i Canarini (Modena promosso in B) ha gioito parecchio: “Primi nel girone B di serie C, due punti sopra la Reggiana. Al ‘Braglia’ è sempre una bolgia. Io ho fatto il mio anche sotto porta, tre in tutto. A Piacenza però ero arrivato al doppio”. Pergreffi l’incontentabile: “Ho avuto una buonissima scuola, ma so cos’è la gavetta. Coltivare i propri sogni passo dopo passo è un percorso che conosco molto bene. E poi con me c’erano altri due bergamaschi, dopo l’addio di Tiziano Tulissi: un figlio e un nipote d’arte, Nicholas Bonfanti che fa la punta ed è figlio di Arnaldo, e per sei mesi Tommaso Maggioni, il cui nonno era un certo Ivan Ruggeri”.
L’unico altro calciatore professionista azzanese è Filippo Melegoni, un piccolo record per un borgo che sfiora appena le ottomila anime: “Pochi ma buoni”, sorride il Rickygenito. Che agli ordini del mago della panchina Attilio Tesser, lo stesso del doppio salto del Novara e delle precedenti promozioni con Cremonese e Pordenone, spera di emulare un altro conterraneo illustre: “Visto il curriculum del mister, magari riuscirò a esordire anch’io in serie A a 36 anni”. E’ la speranza di tutti noi. La magia è già lungo la via Emilia: “Con l’Imolese il nostro portiere Gagno ha segnato su rinvio. Non fosse bastato l’attacco atomico con Minesso, Marotta e Tremolada…”. E poi l’Antonio, l’iradiddio sulle palle inattive.
SF.