Stadio Luigi Ferraris, Genova
– L’Atalanta va a sbattere contro il Genoa e non va oltre un brutto zero a zero. Gasperini ne cambia sei rispetto alla partita contro la Roma, fuori Musso, Toloi, De Roon, Pasalic, Ilicic e Pezzella, per Sportiello, Demiral, Koopmeiners, Malinovsky, Miranchuk e Zappacosta, il risultato cambia ma non migliora, visto anche l’avversario; Sheva invece opta per solo tre cambi, dentro Bani, Biraschi ed Ekuban al posto di Vanheusden, Ghiglione e Pandev. La partita in avvio sembra presagire una gara in tranquillità per l’Atalanta ma i primi venti minuti, seppur caratterizzati da pressing alto e un continuo giropalla da destra a sinistra e viceversa, non portano a grandi occasioni, Zapata è in giornata no, complice l’infortunio per il quale è poi costretto ad uscire a fine primo tempo, Miranchuk è completamente evanescente, un corpo estraneo, che tuttavia si ritrova per ben due volte da solo nell’area piccola ma senza sapere bene cosa fare, gli unici a provarci sembrano essere Koopmeiners e Malinovskyi. L’olandese è forse il migliore in campo di un’Atalanta che per la seconda volta in stagione non riesce a sbloccare il tabellino, non accadeva da Atalanta – Bologna del 28 agosto, finita anch’essa zero a zero e dai connotati simili a questa gara con i rossoblù di Genova, mentre l’ucraino si muove in continuazione, va a cercarsi i palloni ma non trova i compagni, non trova la conclusione pulita e fatica a verticalizzare ed imbucare. Difficile salvare qualcuno di questa Atalanta, Hateboer e Zappacosta corrono e si dannano ma non fanno molto altro, cross sbagliati in continuazione dal primo, mai saltato l’uomo in uno contro uno il secondo, quasi sempre raddoppiato dai suoi ex compagni. Solo la difesa forse merita un elogio, ma Destro ed Ekuban, nonostante l’impegno, non sono stati tra gli avversari più insidiosi affrontati, anche perché la squadra di Shevchenko e Tassotti non fa altro che difendersi in nove dietro la linea della palla spesso e volentieri anche all’interno dell’area di rigore, ed è qui che forse casca l’asino, nessun atalantino è stato in grado di scardinare il castello difensivo genoano, nemmeno i subentrati Muriel e Ilicic. Il colombiano ha disputato una gara timida, tanti errori in fase di primo controllo e solo una conclusione dal limite che va a lato, il numero 72 invece entrato per provare a trovare i compagni alle spalle della difesa avversaria non è mai riuscito ad innescare né Pasalic, entrato al posto di Miranchuk dopo un’ora di gioco, né la coppia Muriel – Piccoli nei dieci minuti finali. Inutile dire che la partita andava sbloccata subito per poi metterla in discesa, il passare dei minuti con la squadra contratta e priva di idee non han fatto altro che dare fiducia ad un Genoa falloso ma attento ed ordinato, bravo a reggere l’urto di un’Atalanta che tuttavia ci ha provato, con addirittura nel finale Demiral che diventa attaccante aggiunto e quasi non va vicino a sbloccarla con un colpo di testa di poco alto sopra la traversa. La squadra di Gasperini fallisce l’aggancio al secondo posto e vede la Juventus avvicinarsi a quattro punti di distanza grazie alla vittoria per due a zero contro il Cagliari, e se è difficile dire che quella contro la Roma e questa contro il Genoa siano state due partite buttate, sembra però che dalla partita contro il Villareal qualche errorino di formazione sia stato commesso, Verona incluso. Ora la pausa natalizia, poi al ritorno in campo all’epifania l’Atalanta ospiterà a Bergamo il Torino di Juric che ha sempre messo in difficolta il proprio mentore Gasperini, bisognerà ritrovare compattezza ed idee che nel mese di dicembre si sono viste poco. La speranza e le qualità sicuramente non mancano, ma chissà perché ogni volta che si parla di scudetto, poi la Dea incappa in prestazioni rivedibili e poco concrete.
Daniele Mayer