Da Amleto Bertoletti a Carlo Tavecchio. Dopo le dimissioni del delegato provinciale Figc la LND, peraltro a sua volta orfana del presidente (Cosimo Sibilia ha rassegnato le dimissioni qualche settimana fa), è corsa, per statuto, subito ai ripari nominando provvisoriamente, in qualità di reggente, Carlo Tavecchio, Maria Cassetti segretaria facente funzione. Con un nuovo organigramma (Enrico Bonacina, Marco Domenghini, Mauro Pagani) delle delegazione perché insieme a Bertoletti si sono dimessi anche i suoi collaboratori Giovanni Tormena, Albio Trapletti, Floriano Ruggeri, Pierangelo Vitali e Antonio Maggioni. La causa è da ascriversi ai rapporti, non proprio idilliaci, tra Bertoletti e il consigliere regionale Gianlauro Bellani. L’ex delegato non lo nomina nelle sue dichiarazioni ma è come il famoso segreto di Pulcinella. “Non c’erano più i presupposti per continuare – afferma l’ex delegato – non ho avuto una mia autonomia decisionale, di guidare la delegazione secondo le mie direttive. Intralci e ingerenze che non mi hanno permesso di svolgere con serenità il mio lavoro e quello dei miei collaboratori. Ho cercato anche dei chiarimenti che non mi hanno convinto. E allora ho preferito rinunciare all’incarico”.
Gianlauro Bellani, chiamato indirettamente in causa, chiarisce il suo pensiero: “Per la verità sono rimasto sorpreso, ovviamente accetto la scelta delle dimissioni ma non riesco a trovare una giustificazione. Si sostiene che interferivo o bloccavo le proposte del delegato. Quando mai. In tutti questi mesi non ho ricevuto una sola telefonata. Mai c’è stato un confronto o un’indicazione. Insomma non è mai nata una vera collaborazione. Mi dispiace perché Bertoletti l’avevo scelto io. Adesso però dobbiamo voltare pagina e portare avanti una nuova gestione, cambiare i metodi e abbattere troppi privilegi che abbiamo trovato quando ci siamo insediati. Aria fresca”.
Nel breve periodo Tavecchio e Bellani cominceranno il casting, si parla di tre/quattro candidati, per scegliere il nuovo delegato entro la fine del mese. Che tra delegato provinciale e consigliere regionale ci siano sempre state delle frizioni fa parte della storia, prima Macario-Baretti, poi Valenti-Silini, adesso Bertoletti-Bellani, di sicuro c’è un certo sconcerto tra le società bergamasche e nei vari social molti dirigenti hanno spesso rilevato un’assenza di rapporto e consultazione da parte dei vertici locali e regionali. Certo, la pandemia non ha certo aiutato, anzi ha complicato i rapporti con riunioni da remoto e mai in presenza e la scomparsa di Beppe Baretti ha ingarbugliato i rapporti tra i vari dirigenti societari.
Facciamo un passo indietro. Il 9 gennaio si svolgono le lezioni del nuovo presidente regionale, dopo una campagna elettorale velenosa e con parecchi colpi bassi, vince Carlo Tavecchio con 14 voti in più del suo contendente Alberto Pasquali. Bergamo è spaccata in due fronti, da una parte i sostenitori di Pasquali (che vuol dire Baretti) capeggiati dall’ex consigliere Silini e da buona parte della Dir.Sport (l’associazione dei direttori sportivi) e dall’altra i sostenitori di Tavecchio, vale a dire Bellani, che viene eletto, e fra gli altri Albino e Ruggero Trapletti, Claudio Falconi e Gigi Zambelli. Tra i due gruppi, comunque sempre spalleggiati dalle società che si esprimo attraverso i social, comincia la guerra di posizione. Incontri, cene e riunioni per trovare la pace non vanno a buon fine, anzi accuse reciproche nelle quali si promettono l’apertura degli armadi per trovare vicendevolmente i consueti scheletri. Intanto comincia lo spoil system, peraltro da sempre legittimo da chi vince le elezioni e a Bergamo in modo un po’ brusco il delegato Giovanni Capoferri viene sostituito appunto da Amleto Bertoletti, su indicazione del neoeletto Gianlauro Bellani. Molti dirigenti non digeriscono questa scelta perché ritengono che Capoferri abbia svolto egregiamente il suo incarico. Ma non c’è niente da fare. Si cambia. Il lockdown blocca la possibilità di incontro assembleare tra i nuovi vertici e i club bergamaschi. Poi il primo luglio comincia ufficialmente la stagione calcistica 2021/22 con tesseramenti, composizioni dei gironi, calendari e nuovi e vecchi regolamenti. Finalmente cominciano i campionati. Viene organizzato dalla Delegazione il consueto incontro d’avvio stagione con l’Aia, che da sempre spiega ai club di seconda, terza categoria e settore giovanile le novità delle regole (falli di mano, fuorigioco ecc.) e con l’associazione degli allenatori nell’auditorium dell’oratorio di Colognola. La riunione è un flop per la scarsa presenza delle società bergamasche. Nel frattempo monta la polemica sulle deroghe da concedere agli allenatori non patentati, Tavecchio grida allo scandalo perché nella precedente gestione del Crl non sono stati rispettati i regolamenti dimenticandosi che tocca al Settore Tecnico concederle o meno. I dirigenti insorgono e buttano la pallina dall’altra parte: che cosa ha fatto quando egli era presidente della Figc? Perché non è stato in grado di far cambiare i parametri di ammissione ai corsi? E si arriva ai nostri giorni con le dimissioni di Bertoletti. Un gruppo, a quanto pare sostanzioso, di dirigenti, si autoconvoca sui social, e scrive una lettera di protesta, pubblicata da Bergamo & Sport, poi chiede ai club di sottoscriverla e inviarla a Gravina, presidente Figc a Pellizzari, vicepresidente vicario della Lnd e allo stesso Tavecchio. Fine della prima puntata.
Giacomo Mayer