Padova – AlbinoLeffe 2-0 (2-0)PADOVA (4-3-3):

A. Donnarumma 6; Kirwan 7, Monaco 6, Valentini 6,5, Curcio 6,5; Hraiec 6 (45′ st Busellato sv), Ronaldo (cap.), Della Latta 6; Chiricò 8 (45′ st Bifulco sv), Ceravolo 6 (35′ st Nicastro sv), Jelenic 6,5 (20′ st Santini 6). A disp.: 1 Vannucchi, 30 Fortin (p), 4 Gasbarro, 6 Pelagatti, 9 Biasci, 14 Vasic, 19 Andelkovic, 21 Settembrini. All.: Massimo Pavanel 6,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Rossi 6,5; Borghini 5,5 (20′ st Marchetti 6), Saltarelli 5 (1′ st Gelli sv, 20′ st Petrungaro 6,5), Riva 6; Poletti 7, Nichetti 5, Genevier 5,5, Giorgione (cap.) 5,5, Tomaselli 5,5 (1′ st Michelotti 6); Martignago 5,5 (28′ st Cori 5,5), Manconi 5,5. A disp.: 40 Facchetti, 8 Piccoli, 11 Galeandro, 16 Gusu, 18 Doumbia, 19 Ravasio, 27 Miculi. All.: Michele Marcolini 5,5.
Arbitro: Di Cairano di Ariano Irpino 6,5 (Belsanti di Bari, Politi di Lecce; IV Muccignato di Pordenone).
RETI: 5′ pt Chiricò (P), 36′ pt Jelenic (P).
Note: tardo pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori: 2.141 di cui 618 paganti per un incasso di 3.659,90 euro e 1.533 abbonati. Ammoniti Monaco, Saltarelli, Della Latta, Poletti per gioco scorretto, Donnarumma per comportamento non regolamentare. Tiri totali 11-7, nello specchio 6-1, respinti/deviati 1-1, parati 4-1, legni 1-0. Corner 3-1, recupero 0′ e 5′.

Padova – Un gol per tempo, ko all’inglese, lacrime zanichesi. Borghini ci rimette il ginocchio ditorcendoselo dopo poco più d’un’ora. L’AlbinoLeffe, invece, la quarta partita nelle ultime cinque restando a quota 17, a braccetto col Lecco,  in zona playoff ma scivolando sulla chiazza d’olio della crisi di risultati e oltre. Piove sul bagnato per i bergamaschi all’alba della dodicesima del girone A di serie C, aperta e praticamente chiusa quasi subito dal jolly mancino a scendere di Chiricò da una ventina abbondante di metri. 1 solo punto nel periodo considerato, con la baby Juve, perdendo tutti i derby lombardi con Renate, Pergolettese e Seregno dopo averlo fatto con la Feralpi la prima volta. L’ultima vinta risale a Trieste il 3 ottobre, la prossima sfida per evitare le secche avrà ospite la Pro Vercelli domenica 7 novembre ancora alle 17.30.
Da quasi venticinque ci prova in seguito pure il play Ronaldo a cronometro raddoppiato, trovando tuffo e sbracciata decisiva di Rossi e sul ribaltamento la chance grossa per pareggiarla subito, se solo Martignago tenesse il mirino più basso per sfruttare la volata di Poletti allargatosi a destra con un bell’allungo. In capo a un paio di giretti di lancetta, invece, l’ascensore di Giorgione è in ritardo, sempre con la mezzala scuola Juve a provare l’imbeccata. Al 21′ sembra la mezza spalla di Nichetti in ripiegamento a deviare in fallo di fondo la convergenza dell’apripista da dietro il vertice a piede opposto. I blucelesti non escono mai dalla partita, è la palla che non entra, vedi 31′ quando l’inserimento di Nichetti è a testa fin troppo alta sullo scavino di Manconi, senza ostacoli. Solo che proprio il cremasco regala palla al battistrada con un disimpegno da chiodi in orizzontale e sul tap-in sotto la traversa di Jelenic nemmeno la deviazione alla disperata di Borghini in scivolata.
A sei dall’intervallo il solito noto s’accentra pure sulla playmakerata larga del suo regista e solo l’ultimo baluardo può evitare il tris con un balzo felino, mentre la prima conclusione nello specchio seriana è la punizione della seconda punta a pelo d’erba a fil di pausa bloccata da Donnarumma. Al rientro dal tunnel è ancora Ronaldo a fare il fenomeno, peccando stavolta di egoismo per provarci dal corridoio a favore di riflesso del sostituto di Savini e Pagno dopo aver gabbato Genevier e Giorgione. La traversa è l’ennesimo elemento a frustare le aspirazioni goleadoristiche dell’omonimo del più illustre (26′, calcio franco). Dalla stessa zolla, dall’altra parte, il bomber di Vizzolo Predabissi alla mezzora, dopo esserselo procurato (indovinate di chi è il fallo), alza il suo piazzato e non di un amen. Della Latta e Santini, in terzo tempo e a volo d’angelo, del resto, hanno lo stesso problema su ammollo del migliore in campo ex aequo (36′) e tuffandosi sulla traiettoria da fermo del tuttosinistro d’oro a una manita dal novantesimo. Nei pressi, la penultima di Petrungaro, controllo e tiro dal vertice sinistro, su apertura di Poletti, e la punizione guadagnata dal quinto romano calciata dal capitano sannita per il muro di casa davanti al farfallone fratello d’arte. Se si gioca in due per volta è duretta.