La quattro giorni di Azzano San Paolo sarà animata dalla presenza dalla crew di DJs dei Fuzion Frenzy che, per quattro giorni, porteranno la loro musica presso il centro sportivo azzanese nel corso della manifestazione We’re the Fubal.

IL SIGNIFICATO DI QUESTE MANIFESTAZIONI“Per noi è parte fondamentale di ciò che siamo e ciò che facciamo sia come collettivo sia come persone singole. Da sempre siamo coinvolti in progetti sociali e solidali. Le nostre storie personali si intrecciano molto con l’attivismo socioculturale e politico, così come l’esperienza del collettivo Fuzion Frenzy che si è sempre speso per progetti di inclusione sociale, lotta al razzismo, omofobia e contro i nuovi fascismi emergenti e fermentanti nella società contemporanea. Il calcio, la pallavolo, lo sport popolare sono poi elementi imprescindibili per noi per diffondere e divulgare messaggi fondamentali per praticare e prefigurare un mutamento sociale che dia una sterzata netta rispetto all’individualismo divampante della contemporaneità. La musica, la cultura, così come lo sport, possono poi essere determinanti nell’offrire spazi e opportunità di riscatto sociale. Noi stessi in passato in collaborazione con UISP Bergamo, Rete3Tempo e il Circolo Arci INK Club ci siamo spesi per imbastire rassegne musicali a sostegno di progetti di sport dentro e fuori il carcere di Bergamo (Progetto #ThINKPossible). Alcuni di noi direttamente stanno sostenendo e dando avvio alla neonata A.S.D. AthleticBrighéla che intende portare avanti lo sport popolare e questi discorsi dentro le federazioni ufficiali. Questi progetti sono linfa e ossigeno per una città come la nostra che recentemente ha subito – come tanti altri luoghi – un progressivo smantellamento degli spazi e dei luoghi dove praticare socialità e dove costruire alternative percorribili. Insomma, calcio, pallavolo, sport, musica, fare socialità, fare attivismo, noi siamo un po’ tutto questo”.

GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA E LA VOGLIA DI NORMALITA’ – “La pandemia ce la siamo vissuta come credo in molte/i nella nostra città. È stata una spaccatura sociale che personalmente riteniamo potrà avere ripercussioni sul modo di percepire il tempo presente almeno pari alla caduta del muro di Berlino. Qui, purtroppo, tante persone che conosciamo hanno sofferto. Abbiamo sofferto, ma abbiamo cercato di cogliere comunque delle opportunità che la sospensione di tutto ci ha offerto: ripensare al nostro lavoro, alle nostre relazioni, alle cose importanti, alle cose vere, alle cose belle, alle cose buone e giuste. La musica, così come la cultura tout court sono stati gli ambiti forse che più di tutti hanno subito maggiormente gli effetti collaterali della pandemia. Noi tra dirette Facebook, Instagram e Twitch, abbiamo cercato di mantenere i contatti con chi ci segue e con chi ci accompagna ormai da anni. L’abbiamo fatto a sostegno di progetti come SUPERBERGAMO, l’abbiamo fatto anche solo per dare un po’ di leggerezza in momenti tosti. Certamente ne abbiamo anche noi pagato le conseguenze. Non poter immaginare quando tornare a ballare e a far ballare è molto triste, ma lo era di più ascoltare i racconti di amiche e amici in attesa di risposte dalle istituzioni per mancanza di sostegni. Eventi come questo certamente ci danno ossigeno e ci danno l’idea che una nuova normalità possa essere ricostruita e ripensata. Non resta che attaccare i jack, il nostro mixer e mettere qualche perla tropicale. C’è bisogno di un po’ di freschezza, c’è bisogno di alimentare la vita e noi siamo sempre prontissimi”.

MDC